Deciso dall'Assemblea nazionale on line di RiderXdiritti del 25 febbraio
Il 26 marzo sciopero dei rider
Continua e si rafforza la lotta dei rider per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori di questo settore che ha conosciuto una ulteriore espansione da quando si è diffuso il virus, grazie alle restrizioni alla mobilità che hanno sollecitato le consegne a domicilio e portato nuovi e più lauti guadagni nelle casse delle piattaforme gestionali, dietro le quali si nascondono capitalisti sempre più ricchi.
Un impiego che per tanto tempo è stato definito e considerato come “lavoretto flessibile”, utilizzato da studenti e giovani per avere una paghetta o arrotondare, non conforme, dunque, alle necessarie tutele in caso di malattia o infortunio e ai diritti sindacali. Una narrazione mediatica quasi caricaturale, avallata talvolta dalle stesse multinazionali, che ha nascosto per tanto tempo la realtà di tutti i giorni, fatta di incidenti stradali ripetuti ( anche mortali, come quello in Toscana, a Montecatini, di alcune settimane fa) e instabilità economica.
Negli ultimi anni però, grazie alle mobilitazioni, i riders sono riusciti a rompere il velo su di una realtà che nasconde sfruttamento e soprusi su lavoratori di tutte le età che spesso hanno in questo impiego l'unica fonte di sostentamento. Un importante appuntamento per pianificare nuove iniziative si è svolto il 25 febbraio con la prima Assemblea nazionale convocata da “Riderxdiritti” che ha riunito le associazioni dei ciclofattorini (Unions
) e i sindacati a cui hanno partecipato rider di 35 città e più di 200 iscritti, svoltasi in modalità on-line.
È stato il momento per riaffermare la loro posizione: rifiuto del contratto “capestro” firmato tra Assodelivery e Ugl, no al cottimo e alle prestazioni occasionali, richiesta di un monte ore garantito con paghe orarie agganciate a un contratto collettivo nazionale (che può essere individuato in quello della logistica o del commercio) e il riconoscimento quindi dei diritti dei lavoratori subordinati (come tredicesima, Tfr, congedo di maternità/paternità, ferie e malattia). A sostegno delle proprie rivendicazioni hanno indetto una giornata di sciopero nazionale, fissata per il 26 marzo.
L'assemblea si è svolta poco dopo il pronunciamento della Procura di Milano contro le quattro aziende di food delivery Just Eat, Uber Eats, Glovo-Foodinho e Deliveroo costrette ad assumere più di 60 mila rider e pagare 733 milioni di euro di risarcimenti. Una vittoria dei riders contro le piattaforme che dirigono e organizzano il lavoro svolto dai ciclofattorini coordinati mediante algoritmo, quindi come dipendenti parasubordinati, considerato invece lavorato autonomo basato sul cottimo. Un abuso sistemico denunciato negli ultimi anni dai riders.
“Non è tutto oro quel che luccica”, ha però sottolineato Angelo Avelli di Deliverance Milano, commentando la decisione della procura milanese. “Già è arrivata la reazione da Glovo, che ha detto di voler inserire il free login e dei bonus su consegne. Sono risposte temporanee, che non danno quello che i lavoratori chiedono: dicono così di garantire autonomia, ma per noi non è garanzia, come non lo è il mantenimento del cottimo. È necessario riaprire la negoziazione con Assodelivery.”.
Giustamente i rider considerano i successi sul piano giuridico importanti ma parziali, se non legati alla mobilitazione dei lavoratori. Per questo dall'assemblea è emersa la volontà di continuare la lotta fino al riconoscimento degli stessi diritti degli altri lavoratori dipendenti e la richiesta al nuovo ministro del lavoro Orlando di riattivare rapidamente il tavolo di negoziazione tra le parti sociali per dare una risposta alla richiesta di un contratto nazionale a partire da quello della logistica.
Per la mobilitazione del 26 marzo l’appello dei rider non è solo ai lavoratori delle piattaforme di consegna su due ruote, ma “per una piazza aperta” a tutti i lavoratori precari, aumentati con la crisi nell’anno della pandemia, coinvolti in settori digitalizzati e non, e ha invitato i consumatori a boicottare per solidarietà alla loro lotta tutte le piattaforme (Deliveroo, Just Eat, Glovo e Uber Eats).
3 marzo 2021