Sciopero delle donne
Cortei e sit-in in tutta Italia per l'8 Marzo
In piazza anche studentesse e studenti
Manifestazioni in tanti paesi del mondo tra cui l'Albania
Un 8 Marzo di lotta questo del 2021, dopo un anno di pandemia che ha pesato come un macigno sulle masse femminili, principali vittime della devastante crisi economica e sanitaria che ne è conseguita. Lo sciopero globale dell'8 Marzo quest'anno ha fatto assumere un'importanza ancora più grande alla Giornata internazionale delle donne, le masse femminili in questa occasione hanno portato nelle piazze di tutto il mondo le loro rivendicazioni accendendo i fari sulla loro condizione di estrema disparità.
In Italia, lo sciopero promosso da Non una di meno con la parola d'ordine “Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta” è stato appoggiato dal sindacato SI Cobas, che ha indetto lo sciopero generale e organizzato numerose manifestazioni dal presidio a Milano davanti alla Dhl di Settala e Brt di Rovato, alla manifestazione davanti alla Confindustria a Brescia, passando per le iniziative di lotta a Como, Torino, Alessandria, alla TNT e alla nuova Moscato di Modena, davanti a Confindustria, all'Inps, alla Yoox e all'Interporto a Bologna, in Piazza Esquilino a Roma, fino al presidio con blocco stradale fuori la Regione Campania a Napoli assieme ai disoccupati del comitato “7 novembre”. Mentre dobbiamo registrare per il quarto anno consecutivo la non adesione dei vertici di CGIL, CISL e UIL.
Le donne fin dalla mattina, hanno dato vita a decine e decine di manifestazioni e sit-in in molte città, dal Nord al Sud, sfidando anche le “zone rosse” dove le restrizioni anticovid sono più forti come Bologna. Donne di ogni età, alle quali si sono unite le giovanissime studentesse che insieme ai loro compagni hanno rivendicato a gran voce il ritorno alle lezioni in presenza e contro la DAD.
In tutte le manifestazioni, presidi e sit-in spiccavano cartelli e slogan contro la disoccupazione e per il lavoro, contro le disparità e le discriminazioni nei luoghi di lavoro, contro il peso del lavoro di cura della famiglia e della gestione domestica, dopo che in molte regioni le scuole hanno chiuso nuovamente a causa della pandemia, e contro i femminicidi. Anche questa volta dobbiamo denunciare il black-out dei mass media asserviti al regime neofascista e al suo governo del banchiere massone Draghi che hanno dato risalto solo alle iniziative istituzionali e borghesi. La stampa di regime ha in genere ignorato le manifestazioni svolte in oltre 40 città del nostro Paese.
Bologna,
“zona rossa”, grazie alla copertura dei sindacati “non confederali” hanno scioperato le operaie migranti di Yoox, da mesi in lotta contro l'azienda che impone turni impossibili alle lavoratrici madri, hanno scioperato le operatrici sociali ed educatrici delle cooperative che hanno organizzato un presidio davanti a Lega Coop, stanche di vedersi chiedere condizioni di lavoro impossibili nella gestione pandemica di asili e scuole, senza avere in cambio nessuna garanzia contrattuale e salariale.
Roma,
flashmob e sit-in. La giornata si è aperta con la protesta delle scuole, dove le studentesse e gli studenti hanno appeso striscioni agli ingressi in cui si proclama la “zona fucsia”. Aristofane, Righi, Nomentano, Caetani, Bertelli, Mamiani, Plinio e molte altri istituti hanno voluto mostrare la loro adesione allo sciopero globale dell'8 Marzo, invitando a partecipare al presidio delle 17 a piazzale Esquilino. Sempre nel corso della mattinata, le lavoratrici hanno manifestato davanti al ministero dell'Economia e delle Finanze, nei cartelli mostravano i dati relativi all'occupazione femminile in Italia. "Di tutti i lavoratori con contratto part-time il 75% è donna", "Dei 131mila lavoratori contagiati sul posto di lavoro 7 su 10 sono donne", alcuni dei messaggi scritti sui cartelli. Nel pomeriggio le donne, le studentesse e gli studenti in corteo hanno raggiunto piazza Esquilino proclamandola “zona fucsia”.
Firenze,
piazza Santissima Annunziata è stata una delle piazze più partecipate a livello nazionale, molte giovanissime e giovani hanno rivendicato il diritto al lavoro, ad avere consultori e contro la violenza. Presente una delegazione delle lavoratrici Texprint di Prato dal 18 gennaio sciopero a oltranza.
Milano,
fin dalla mattina
girotondi e palloncini davanti a Palazzo Marino. Slogan e cartelli sotto Palazzo Lombardia. Fumogeni e dibattiti in piazza Affari. E, nel pomeriggio, una biciclettata studentesca da largo Cairoli fino a piazza Duomo. Alla mobilitazione di NUDM si sono uniti i movimenti di genitori e studenti, che chiedono la riapertura delle scuole e contro la DAD.
Il PMLI, ha aderito ufficialmente al presidio e ha portato in piazza il cartello con il manifesto “8 Marzo contro il banchiere massone Draghi” “Per l’emancipazione delle donne e la difesa dei loro diritti e interessi, per la parità di genere, per il socialismo e il potere politico del proletariato”, diffondendo centinaia di copie del volantino con gli estratti dell’editoriale della compagna Monica Martenghi, Responsabile della Commissione donne del CC del PMLI. (si veda articolo a parte)
Torino, i
niziato dalla mattina a Nichelino per sostenere le lavoratrici Jakala in picchetto e blocco della produzione, l'8 Marzo, è stato un susseguirsi di sflashmob, sit-in e manifestazioni dalla mattina fino alla sera in piazza Castello dove sono stati simbolicamente bruciati i pregiudizi, gli stereotipi della cultura patriarcale.
Aosta,
“L’8 marzo non è una festa, è una giornata di protesta!” con questo slogan giovanissime e meno giovani si sono così trovate in piazza Arco d’Augusto nel pomeriggio per un flashmob che ha concluso la tre giorni di iniziative organizzate da NUDM. Canzoni e slogan sulla condizione delle donne e delle persone LGBTIQ*, vittime ancora oggi di continue e inaccettabili violenze e discriminazioni.
L'Aquila,
nella mattina NUDM ha organizzato un presidio presso la sede della Regione Abruzzo, per ribadire a voce alta il dissenso nei confronti della giunta Marsilio. La Regione Abruzzo, infatti, è una di quelle amministrazioni che hanno deciso di rigettare le nuove linee guida ministeriali sull’aborto farmacologico, rendendo di fatto sempre più complicata l’applicazione della legge 194. Nell’ospedale aquilano, in particolare, l’interruzione volontaria di gravidanza viene garantita da una percentuale bassissima di ginecologhe e ginecologi.
Padova,
le donne sono scese in piazza dei Signori per chiedere parità di diritti e maggior rispetto anche a partire dal linguaggio, poi la manifestazione si è spostata in piazza Cavour.
Catania,
la pioggia non ha fermato la mobilitazione delle donne catanesi che per tutta la giornata hanno dato vita a sit-in di protesta per concludere davanti alla Confindustria, che ha deciso di mettere una panchina simbolica in Viale Vittorio Veneto contro la violenza sulle donne. Le donne hanno voluto ribadire come si legge in un loro post su facebook che “Confindustria regala una panchina per far
dimenticare. Confindustria e i grandi proprietari sfruttano i nostri corpi, ci vogliono produttive quando è essenziale per i loro profitti, ma diventiamo sacrificabili quando non alimentiamo più i loro interessi”. Alla mobilitazione era presente il PMLI, si legga il servizio a parte.
Manifestazioni anche a Livorno
, Pisa, Mestre
, Napoli
, Pavia
, Piacenza
, Trieste
, Brescia
e Desenzano sul Garda
.
La Giornata internazionale delle donne, è stata celebrata anche in tutto il mondo con grandi manifestazioni e cortei di protesta. Le masse femminili hanno manifestato contro le discriminazioni e le violenze di genere e, in alcuni Paesi, contro il divieto o la difficoltà di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, come in Polonia
che da mesi stanno portando avanti una coraggiosa mobilitazione contro il governo Duda trovando il sostegno di gran parte della popolazione.
Grandi cortei a Islamabad
e Karachi
in Pakistan, a Calcutta,
a Bishkek
in
Kirghizistan, a Dacca
in Bangladesh, a Yogyakarta
in Indonesia, ad Algeri
in Algeria e a Tokyo.
A Seul
in Corea del Sud le manifestanti chiedono lavoro con uguali diritti per donne e uomini. A Manila
, nelle Filippine, le manifestanti distruggono una fantoccio raffigurante il presidente Rodrigo Duterte, ritenuto il massimo responsabile dell'aumento della povertà e della violazione dei diritti umani durante la pandemia.
A Bangkok
, in Thailandia, le donne chiedono maggiori diritti sul lavoro e migliori condizioni per le lavoratrici madri.
A Città del Messico
le manifestazioni delle donne sono state contro il governo Obrador colpevole di non aver fatto niente per per difendere i diritti delle donne messicane. A centinaia hanno marciato verso il Palazzo Nazionale, sede del governo e residenza del presidente, dove era stata posizionata una barricata di metallo per impedire l’accesso all’edificio. Alcune attiviste avevano con loro martelli, mazze e fiamme ossidriche. Un gruppo è riuscito ad abbattere parti della barricata e si è scontrato con la polizia, che ha lanciato bombe sonore per disperdere le manifestanti.
E in Europa a Parigi, Bruxelles
dove le donne hanno manifestato alla stazione centrale “contro lo sfruttamento delle donne e il capitalismo”. A Barcellona
e Madrid
dove alle donne si sono uniti in piazza gli studenti.
E ancora a Berlino, Atene, Bucarest, Kiev,
a Pristina
in Kosovo e anche in Albania.
10 marzo 2021