Note di Franco Dreoni che ha partecipato alla manifestazione di Piacenza
“È scesa in piazza una nuova generazione operaia che non ha paura della lotta di classe”

La manifestazione del 13 marzo a Piacenza è stata una riuscitissima iniziativa di lotta da parte dei Si-Cobas sia per la partecipazione sia per l'enorme carica di lotta che hanno dimostrato le lavoratrici e i lavoratori della logistica nel portare avanti le loro vertenze contro il padronato, il governo Draghi e il capitalismo.
Dopo anni di cortei-processione organizzati della Cgil, indetti da questa sigla perché non ne poteva fare a meno nei confronti dei lavoratori, qui a Piacenza ci siamo trovati di fronte a un'iniziativa di lotta vera dove ci si confronta a muso duro con la polizia, dimostrando anche da parte dello Si-Cobas grande intelligenza nel non raccogliere la provocazione poliziesca di uno scontro che sarebbe stato dannoso per il movimento, perché come è stato detto dal palco “quando andare allo scontro lo decidiamo noi” in modo da avere una condizione favorevole, mentre ieri sarebbe stato uno scontro a perdere per i lavoratori.
E in prima linea nel sindacato succitato e a fronteggiare la stessa polizia ci sono i lavoratori immigrati; guardavo la composizione dello spezzone di testa quello proprio in prima linea, il 60-70 per cento erano lavoratori immigrati di giovane età, molto coraggiosi anche perché la loro vita è molto travagliata per usare un eufemismo. Insomma sia immigrati che italiani qui ci troviamo di fronte a una una nuova generazione di classe operaia che non ha paura della lotta di classe e al confronto duro e magari non ha tanti lacci e laccioli storicamente dovute all'influenza tra i lavoratori italiani dei revisionisti di oltre un secolo, che hanno seminato anche idee pacifiste a iosa; un po' come abbiamo visto in questi anni in Francia, fino a poco tempo fa con gli stessi gilet gialli.
La prima parte del presidio è stata di denuncia e lotta contro la repressione dei lavoratori e confronto diretto con la polizia.
Poi negli interventi dal palco si è alzato il tiro mettendo sotto accusa la politica padronale, il governo Draghi e questa società capitalista, e da parte di alcuni a evocare la rivoluzione, citando il Manifesto del partito comunista di Marx e Engels, per arrivare ad una nuova società. Questi due interventi, ma anche altri, come quello del lavoratore disabile in carrozzina, hanno avuto il valore aggiunto di aver messo in discussione la società capitalista e aperto alla nuova società. Anche se a mio parere, per essere perfetti mancava il riferimento al partito del proletariato, il PMLI, avanguardia cosciente e organizzata che può portare la classe operaia alla presa del potere politico e al socialismo.
Insomma in futuro chi è in buona fede e coerente con gli ideali di classe e del socialismo, senza storture trotzkiste, non può che ricercare un qualche rapporto in qualsiasi forma con noi.
Da non dimenticare alla fine il canto di alcune strofe di “Bandiera rossa” nella piazza specialmente dal gruppo del “Fronte della gioventù comunista” e altri. Presente con un paio d'interventi anche la componente di sinistra della Cgil “Riconquistiamo tutto-Il sindacato è un altra cosa”.
In questo momento, molti di noi marxisti-leninisti non abbiamo le condizioni di lavorare nei Cobas perché si correrebbe il rischio di staccarci dagli altri lavoratori con cui sono a contatto. Per cui dobbiamo rimanere in CGIL, lavorando nelle sua sua corrente di sinistra. Ma se avessimo compagni impiegati nella logistica, sicuramente dovremmo lavorare anche all'interno del Si-Cobas, convincendo più lavoratori possibile a farne parte, per far fare un bel passo avanti alla lotta di classe, oltre a portare in piazza i loro slogan caratteristici ritmati che riprendono le sonorità delle loro culture e paesi di origine, di portare in piazza anche il ritratto di Marx come fecero gli operai Fiat nel 1980.
Questo per dire che questa nuova generazione di classe operaia bisogna che alla sua pratica di lotta unisca anche il marxismo-leninismo, pensiero di Mao.
Allora sarebbe veramente una forza dirompente, armata in modo massiccio e numeroso questa che è l'avanguardia del proletariato italiano con la teoria proletaria, non correrebbe il rischio di “perdersi” sindacalmente e politicamente e sarebbe molto facilitato il suo incontro col Partito d'avanguardia, il PMLI, partito che anche in questa occasione con la sua linea politica ha svolto appieno il suo ruolo d'avanguardia”.

 

Franco Dreoni
14 marzo 2021