Effetti del governo Draghi
Picchiati operai immigrati a Prato. Arresti di sindacalisti. Perquisiti, indagati e multati facchini a Piacenza. Repressione delle manifestazioni più combattive
Protetto e coperto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che attraverso un golpe bianco gli ha praticamente affidato pieni poteri e blindato a Palazzo Chigi dalla fiducia unanime accordatagli dalla disgustosa ammucchiata dei partiti della destra e della “sinistra” borghesi, il governo Draghi del capitalismo, della grande finanza e dell'Unione europea imperialista non ha perso tempo a mostrare il suo vero volto antioperaio, repressivo e forcaiolo nei confronti dei lavoratori scesi in piazza per difendere i propri diritti e tutele salariali, sindacali e sanitarie.
Da Prato a Piacenza e in altre città, di fronte agli scioperi, i picchetti e le manifestazioni dei lavoratori davanti ai cancelli delle fabbriche e agli ingressi dei magazzini, Draghi e la ministra col manganello Luciana Lamorgese si sono apertamente schierati al fianco dei padroni e hanno scatenato un attacco senza precedenti contro le lotte dei lavoratori e dei sindacalisti del Si Cobas a suon di manganellate, arresti, denunce, perquisizioni, processi, procedimenti penali, multe, serrate e licenziamenti, che fanno parte di una precisa strategia repressiva e intimidatoria attuata a livello nazionale per soffocare sul nascere ogni forma di dissenso politico e sindacale e finalizzata a far pagare la crisi del sistema capitalista aggravata dalla pandemia ai lavoratori con la complicità dei vertici sindacali confederali.
Il bilancio è già pesantissimo: a Prato due operai sono stati trasportati in condizioni gravi al pronto soccorso. Uno di loro ha perso conoscenza dopo aver ricevuto un pugno in testa da un agente. Un terzo ha una caviglia rotta e ingessata. Tanti altri hanno riportato ferite più lievi e varie escoriazioni in seguito alle manganellate e ai colpi ricevuti dalla polizia e dopo essere stati trascinati sull'asfalto per metri.
A Piacenza il segretario provinciale e il vicesegretario del Si Cobas sono stati arrestati con l'accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate, violenza privata e occupazione di suolo pubblico, e sono stati notificati già 5 divieti di dimora nel comune di Piacenza, 6 avvisi di revoca dei permessi di soggiorno, a cui si aggiungono 21 indagati sul cui capo pendono possibili misure di sorveglianza speciale, sequestro dei PC e ben 13.200 euro complessivi di multa per presunta violazione delle misure di contenimento anticovid.
Una sorta di prova generale in vista della ormai prossima scadenza del blocco dei licenziamenti già annunciato da Draghi che getterà sul lastrico altre centinaia di migliaia di lavoratori senza tutele e ammortizzatori sociali.
A riprova che nei momenti di grande difficoltà, la classe dominante borghese non ha alcun pudore a ricorrere a qualsiasi mezzo, costituzionale o incostituzionale, pur di mantenersi al potere e salvaguardare il profitto e i propri interessi.
Di fronte a ciò è necessario costruire il più rapidamente possibile un largo fronte unito di tutta la sinistra di classe e di opposizione nel nostro Paese, di tutte le forze politiche, sindacali, culturali, religiose antidraghiane per concordare una linea unitaria di lotta, le relative iniziative per applicarla e per elaborare un progetto per una nuova società.
17 marzo 2021