Promosso dall'Assemblea “Ogni giorno è il Primo Maggio”
Presidio a Firenze per lavoro, diritti e dignità
Chiavacci a nome del PMLI denuncia la natura golpista del governo Draghi
Redazione di Firenze
Sabato 20 marzo i sindacati di base e le forze sociali e politiche che la scorsa primavera avevano costituito l'Assemblea “Ogni giorno è il Primo Maggio”, hanno promosso un presidio in piazza Adua a Firenze, davanti alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella.
Presenti i sindacati USB, Cobas, USI CIT Sanità, il fronte di lotta “No Austerity”, il Movimento di lotta per la casa e alcuni partiti politici, tra cui il PRC e la delegazione a carattere provinciale del PMLI, la lista “Firenze Città Aperta”, i CARC.
Al centro della piattaforma di convocazione e degli interventi dei presenti che si sono succeduti al microfono, vi sono stati temi estremamente importanti come la necessità di una lotta incisiva per lavoro e salario dignitosi per tutti che possa superare la disoccupazione, la precarietà e lo sfruttamento, così come la sicurezza sul lavoro che oggi è quantomai all'ordine del giorno e va oltre alle inaccettabili “morti bianche” con le conseguenze della pandemia, e la richiesta forte della riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.
I manifestanti che sono scesi in piazza con tante bandiere rosse, hanno rivendicato anche contratti unici di settore e l'eliminazione del “dumping” salariale, il superamento degli appalti con la conseguente assunzione diretta dei lavoratori, l'abolizione delle riforme antioperaie Jobs Act e Fornero, il ripristino dell'Art. 18 e della scala mobile, lo stop alle privatizzazioni, il diritto alla casa, alla salute e allo studio e le proposte di una più equa ridistribuzione della ricchezza, incluso il cosiddetto “reddito universale”.
L'attenzione è stata posta anche sul governo Draghi, definito più volte “del capitalismo”, e sulla preoccupazione e la conseguente necessità di mobilitazione quanto più larga possibile, in vista della fine del temporaneo blocco dei licenziamenti che, unito ad ammortizzatori sociali già insufficienti, è stato definito “una situazione esplosiva destinata ad allargarsi”.
Nonostante l'importanza dei temi, i media hanno completamente disertato la piazza, ad eccezione di un giornalista di una testata locale on-line, segno inequivocabile del black-out che colpisce in maniera sempre più evidente ogni forma di dissenso al regime capitalista neofascista e al suo governo.
Al presidio campeggiavano anche alcuni striscioni: “Salute, ambiente, lavoro, reddito, diritti, scuola. Lottare per ripartire”, e ancora “Basta sfratti soprattutto in tempi di Covid”. Fra gli interventi i manifestanti hanno preso la parola alcuni sindacalisti di base, ma anche lavoratori metalmeccanici, disoccupati e una lavoratrice dell'aeroporto di Peretola in lotta per la difesa del posto di lavoro.
Il compagno Enrico Chiavacci ha salutato la piazza a nome del PMLI denunciando la natura golpista del governo del banchiere massone Draghi e dei suoi ministri e rilanciando con forza l'indispensabile unità di tutti gli organismi presenti che hanno il dovere di classe di anteporre alle inevitabili divergenze di linea politica o ideologiche esistenti, una piattaforma comune quanto più larga possibile su tutto ciò che li accomuna, contro il capitalismo e per ottenere maggiori diritti e tutele, a partire dal lavoro stabile, a salario pieno e sindacalmente tutelato per tutte e tutti.
Un appello a un fronte unito largo e senza pregiudizi, rimane l'unico preludio necessario in questo momento per consentire la ripresa di quella consistente lotta di classe che tutta la piazza auspicava.
24 marzo 2021