Sotto il Consiglio regionale, circa 200 manifestanti urlano a gran voce “Dimissioni” e “Fuori la mafia dal Molise”. Portati anche sacchi di letame
Campobasso, splendida giornata di lotta in difesa della sanità pubblica
Applausi all’accorato e penetrante intervento del PMLI
Duro faccia a faccia fra il rappresentante del PMLI Colagiovanni e il consigliere Greco (M5S) che non riesce a ribattere alle ferme critiche
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Campobasso
Poche decine di presenti nelle manifestazioni di fine 2020, una settantina le adesioni alla protesta sotto l’ospedale “Cardarelli” di Campobasso il 14 gennaio, circa 150 i presenti il 16 marzo sotto la sede della Regione e circa 200 alla splendida giornata di lotta in difesa della sanità pubblica del 24 marzo. Non c’è che dire, le masse popolari molisane, piano piano, si stanno mobilitando per chiedere a gran voce le dimissioni della giunta di “centro-destra” dello zar Donato Toma e dei vertici dell’Asrem, primi responsabili (assieme al governo centrale) dei tremendi problemi che stanno affossando la sanità regionale.
La giornata del 24 ha costituito la risposta esatta alla disastrosa gestione dell’emergenza covid e dello sfascio del Servizio sanitario nazionale (SSN): come marxisti-leninisti ci siamo battuti in prima fila per chiedere le dimissioni dei borghesi al potere, con le parole d’ordine “No al debito, più fondi per la sanità pubblica, basta convenzioni con il privato”. Siamo scesi in piazza, fianco a fianco con gli organizzatori dell’evento (il comitato “Cacciamoli!”), con le nostre bandiere rosse assieme a quelle del PCI e del PCL, con i sindacati SOA e USB e varie altre organizzazioni. Presente anche il PRC con cui, più in generale, stiamo cercando di lavorare per trovare intese comuni, oltre che con PAP.
La rabbia che cova da tempo, acuita dal crescente malessere economico e psicologico fra blocco lavoro, costrizioni a casa e ridotti rapporti umani, è esplosa con tanti cori quali “Fuori la mafia dal Molise”, “Dimissioni”, “Assassini”, ecc. Alcuni giovani hanno portato dei sacchi di letame! I borghesucci nostrani dell’opposizione, PD e M5S, sono usciti dal palazzo (dov’era in corso la votazione di sfiducia al governatore, ovviamente fallita) pensando di mettersi in mostra come difensori del popolo: amara sorpresa per loro! Fischi e pesanti insulti per tutti, in primis per Vittorino Facciolla, ras incontrastato del PD e fra i protagonisti della sciagurata giunta Frattura precedente a questo governo.
Il rappresentante dell’Organizzazione di Campobasso del PMLI, Giovanni
Colagiovanni, ha avuto un serrato faccia a faccia con Andrea Greco, leader dei pentastellati, abituato a comode (e lautamente pagate) chiacchiere in Consiglio.
Davanti a manifestanti e giornalisti il nostro compagno ha chiesto esplicitamente: “Al governo nazionale ci siete voi, cosa aspettate a chiedere l’attuazione degli artt. 117 e 120 della Costituzione?”. Risposta da degno erede della DC: “Eh, credo che prima di pretendere l’intervento del governo dovremmo guardarci in faccia, confrontarci, capire perché”, risposta evasiva e provocatoria per cui il nostro compagno lo ha zittito urlandogli in faccia: “Ma ancora dobbiamo capire, guardarci, interrogarci, ma a chi volete prendere per il culo, siete tutti capitalisti buoni a stare sulle poltrone, non volete una sanità pubblica, lottate per il privato”. Risposta secca e dura che ha lasciato interdetto l’ex aspirante attore.
Il rappresentante Giovanni Colagiovanni del PMLI ha poi preso parola dinanzi ai presenti riportando l’accaduto e spiegando, sinteticamente, il fatto che in Molise è in atto un preciso disegno di privatizzare di tutto il SSN, si sta portando a un fallimento pilotato la sanità regionale con spese pazze e fiumi di denaro che vengono dirottati “in modo allegro” al privato convenzionato, ecc.
Nell’applaudito intervento si è fatto richiamo, inoltre, alla necessità di far fronte comune, a prescindere dalle differenti sensibilità politiche, religiose e sindacali, a capire che il diritto alla salute è un diritto che si è conquistato solo da pochi decenni e tramite le gloriose lotte degli anni ’70.
Fa quindi piacere che proprio utilizzando un linguaggio rivoluzionario, duro, passionale ma ragionato, accompagnato da parole forti e in parte in dialetto, le masse abbiano risposto con un forte e convinto applauso. Ciò è importantissimo: elevare il livello della coscienza dei manifestanti, spingerli a comprendere (e in tanti già lo hanno ben chiaro) che il problema non è quel dirigente o quel partito, bensì la sete di profitto del capitale che arriva a lucrare pure su una cosa così delicata come la vita, la salute delle persone.
La lotta continua, con l’auspicio di veder crescere ulteriormente il numero dei manifestanti e la loro combattività!
31 marzo 2021