Boldrini (PD) smascherata da due collaboratrici e da un collaboratore
In un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano
del 23 marzo scorso a firma di Selvaggia Lucarelli, è stata data notizia del fatto che la deputata del PD (e prima in Sel e poi in LeU) Laura Boldrini ha ricevuto gravi accuse sia da una sua ex collaboratrice domestica sia da una sua ex assistente parlamentare, e la notizia ha fatto scalpore, soprattutto perché la Boldrini ha sempre dichiarato pubblicamente, anche quando era presidente della Camera, di battersi a favore delle donne, soprattutto di quelle economicamente più fragili e contro la diffusa e sistematica, a suo dire, sopraffazione maschile contro le donne.
La prima delle due accusatrici si chiama Lilia ed è una collaboratrice domestica moldava che si è dovuta rivolgere a un patronato di Roma perché l'ex presidente della Camera, presso la quale è stata a servizio per otto anni, non le pagava la liquidazione dopo dieci mesi dal termine del contratto di lavoro.
Lilia, che abita con la sua famiglia a Nettuno, ha fatto per molti anni tutti i giorni oltre 60 chilometri per recarsi dal lunedì al venerdì nella casa romana della Boldrini, presso la quale ha lavorato fino al maggio del 2020, quando fu allontanata perché la parlamentare esigeva che, in cambio di meno ore giornaliere, lavorasse però per tre ore giornaliere dal lunedì al sabato: alle rimostranze della dipendente, che faceva presente che non le era conveniente fare tanti chilometri per sole tre ore di lavoro, la parlamentare rispondeva che il rapporto doveva ritenersi concluso. Lilia riferisce che la Boldrini, nonostante la promessa di pagarle la liquidazione di circa tremila euro, faceva orecchio da mercante, tanto che si doveva rivolgere a un patronato e, a distanza di oltre 10 mesi, non ha ricevuto un solo centesimo di quanto le è dovuto.
L'altro caso preso in considerazione nell'articolo del Fatto Quotidiano
è quello di Roberta, una ex collaboratrice parlamentare della Boldrini, per la quale aveva lavorato due anni e mezzo: la donna, madre di tre figli e residente a Lodi, partiva ogni martedì alle 4:30 per lavorare a Roma al servizio della parlamentare per oltre 12 ore al giorno per tre giorni consecutivi, mentre il resto dei giorni della settimana lavorava da casa per guadagnare dai 1.200 ai 1.300 euro al mese, da cui doveva sottrarre i costi dell'alloggio e dei treni. Le mansioni della lavoratrice dovevano essere di supporto al lavoro di un parlamentare, ma le veniva anche commissionato di pagare gli stipendi alla collaboratrice domestica della Boldrini, di andar a ritirare i suoi vestiti dal sarto, di prenotare per lei il parrucchiere, gli alberghi e di farle quotidianamente la spesa. Il rapporto con la parlamentare si interruppe quando quest'ultima si rifiutò, a maggio del 2020, di concederle di restare a casa sua a Lodi, come la collaboratrice aveva richiesto, per accudire un figlio gravemente ammalato e in procinto di operarsi, tanto che Roberta dovette rassegnare le dimissioni.
Laura Boldrini ha recentemente ribadito ciò ha sempre sostenuto, ossia il principio dell'assoluta parità tra i sessi, scrivendo in suo tweet del 19 marzo, che “va posta fine alle discriminazioni di genere
” per cui uomini e donne devono essere trattati in modo eguale: per non smentirsi, del resto, dopo aver trattato a pesci in faccia le due donne menzionate, ha fatto lo stesso con un uomo, il suo storico portavoce Fabio Alivernini, che nell'estate del 2020 è stato di punto in bianco messo alla porta , reo di averla criticata proprio in merito al trattamento che nella vita personale la parlamentare del PD riservava alle donne.
Nel goffo tentativo di giustificarsi pubblicamente, costei ha di fatto ammesso che tutti i soprusi che i suoi tre ex collaboratori hanno dovuto subire erano veri.
Laura Boldrini è il simbolo dell'ipocrisia che contraddistingue i rinnegati e i rappresentanti della “sinistra” borghese: a parole predicano ideali egualitari e difendono le ragioni dei lavoratori per ingannarli e carpirne i voti, nei fatti si comportano come e peggio dei rappresentati della destra borghese, li sfruttano e li schiacciano come i più spregevoli padroni.
Laura Boldrini è un esempio che il nemico delle donne è la spregevole cultura e concezione borghese del capitalismo che ispira donne e uomini borghesi privilegiati incuranti dei veri drammi sofferti dalla stragrande maggioranza dei lavoratori.
31 marzo 2021