Delirio collaborazionista, filopadronale e antioperaio
L'Assemblea della CdL-CGIL di Prato nega la solidarietà ai lavoratori Texprint
Bocciato l'Odg del compagno Panzarella votato in contrapposizione a quello della segreteria. “I lavoratori in lotta sono violenti, delinquenti e mafiosi e non meritano la solidarietà della CGIL”
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Prato del PMLI
Il 23 marzo si è svolta in modalità on line l'Assemblea generale della Camera del Lavoro- CGIL di Prato con all'ordine del giorno la situazione politica e sindacale nel distretto industriale pratese.
Il segretario generale, Lorenzo Pancini, ha aperto i lavori con un delirante discorso intimidatorio nei confronti di “alcuni membri e delegati di questa Organizzazione che nei giorni scorsi hanno espresso solidarietà ai lavoratori della Texprint”.
Secondo Pancini e i membri della segreteria, Massimiliano Brezzo e Manuela Marigolli e diversi altri dirigenti e delegati fra cui Nunzio Martino e Diego Viti, che nei loro interventi hanno sostenuto la stessa tesi e in molti casi rincarato la dose, il sindacato SiCobas, che a partire dall'autunno 2019 ha promosso alcune importanti vertenze alla Tintoria Superlativa, Panificio Toscano e ora alla Texprint portando alla luce un vero e proprio sistema di sfruttamento bestiale dei lavoratori, non è un sindacato ma un “gruppo di violenti, delinquenti e mafiosi perché indicono scioperi e picchettaggi; sono indagati dalla procura per aver impedito il transito delle merci in uscita dallo stabilimento e agiscono in combutta coi capi bastone pakistani per ottenere assunzioni e posti di lavoro... dunque non meritano nessuna solidarietà da parte di questa Organizzazione”.
Di conseguenza ha aggiunto Pancini e suoi sodali “anche i lavoratori iscritti a questo sindacato sono violenti, delinquenti e mafiosi”. Per questo motivo ha minacciato Pancini “i nostri dirigenti e delegati non devono andare alle manifestazioni dei lavoratori Texprint e non devono esprimere loro solidarietà perché così facendo si legittima il SiCobas”.
Una minaccia diretta e inaudita tra l'altro basata su una ricostruzione assolutamente falsa della realtà politica e sindacale del distretto pratese che giustamente ha sollevato molte critiche, distinguo e prese di posizione contrarie da parte di diversi delegati che hanno rispedito le accuse al mittente e giustamente hanno rivendicato il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero e di andare a tutte le manifestazioni e iniziative di lotta che ritengono giuste.
Diversi delegati nei loro interventi hanno preso le distanze dalle farneticanti affermazioni della segreteria e si sono dichiarati favorevoli all'approvazione dell'ordine del giorno di “solidarietà e appoggio ai lavoratori della Texprint in lotta” presentato dal compagno Franco Panzarella.
Mentre dalla segreteria e dai dirigenti e delegati a loro asserviti continuavano a piovere minacce e provocazioni del tipo: “Non è vero che alla Texprint ci sono situazioni di sfruttamento e salari da fame... non è vero che la polizia ha usato i manganelli per sgomberare il picchetto, io conosco personalmente il questore, lo incontro quasi tutti i giorni e mi ha assicurato che i manganelli non sono stati usati... Io non porterò mai la bandiera della CGIL accanto a sindacati e lavoratori mafiosi. Noi non abbiamo la forza per estromettere il SiCobas, lo devono fare le istituzioni, la questura... la CGIL lotta in silenzio dentro le istituzioni non davanti ai cancelli delle fabbriche... La violenza fisica e verbale non mi appartengono, ma se un giorno mi trovate dalla parte dei lavoratori Texprint e del SiCobas abbattetemi... Ci sono tante aziende in cui il contratto di lavoro non viene applicato, una in più o una in meno che differenza fa?”.
Segno evidente che la CGIL e la Camera del Lavoro di Prato sono di fatto complici del bestiale sistema di sfruttamento che vige in molte aziende non solo a conduzione cinese, come appunto la Texprint, ma anche in tante altre con padroni italiani.
Lo stesso Pancini, pochi minuti prima del voto, è tornato all'attacco e con tono sempre più minaccioso e ricattatorio ha rilanciato la sua delirante tesi tuonando “vi informo che proprio ora è uscita la notizia che tutti i lavoratori in sciopero e quelli del SiCobas sono indagati per violenza privata e quindi non è il caso di dare la solidarietà a dei fuorilegge. Pensateci bene, domani possono dire che la CGIL solidarizza coi delinquenti”.
Un tentativo estremo per richiamare tutti all'ordine e porre un freno alle critiche che però non ha sortito l'effetto desiderato dal momento che diversi delegati hanno fatto notare al segretario della CGIL che si tratta di un semplice fascicolo di indagine contro dei lavoratori accusati di violenza privata per aver bloccato il transito delle merci in entrata e in uscita dalla Texprint durante il picchettagio e non certo per aver aggredito o picchiato qualcuno; pertanto, hanno detto alcuni delegati, gli andrebbe data una medaglia per il coraggio e la determinazione che dimostrano nel difendere i propri diritti.
Per ritorsione tutto il gruppo dirigente della CGIL si è arrogato perfino il diritto di non mettere in discussione e quindi di non recepire nel documento conclusivo dell'assemblea nemmeno alcuni passaggi dell'appello di solidarietà lanciato dal Collettivo di fabbrica dei lavoratori della GKN già firmato fra gli altri anche da tantissime Rsu di quasi tutte le categorie della stessa CGIL e anche da alcuni membri del direttivo e della stessa assemblea.
Mentre una delegata che timidamente aveva presentato un ordine del giorno di dieci parole: “l'assemblea generale della CGIL di Prato esprime solidarietà ai lavoratori” è stata caldamente “invitata” a ritiralo, e lei ha immediatamente obbedito senza proferire parola.
A questo punto per far fuori l'ordine del giorno che più gli dava fastidio, in un vero e proprio delirio di onnipotenza, la presidente dell'Assemblea, su ordine del segretario e senza nemmeno leggerli ai delegati ha imposto la votazione contrapposta e a scrutino palese dell'ordine del giorno di solidarietà ai lavoratori Texprint con quello della segreteria sottolineando con tono minaccioso che chi votava per l'uno non poteva votare per l'altro. Un tipo di votazione che, secondo il regolamento non si applica agli ordini del giorno a meno che questo, per esplicita dichiarazione dei firmatari non venga presentato in opposizione a quello della segreteria, ma non era certo questo il caso.
Di fronte a questo ennesimo abuso ricattatorio, che ovviamente poteva comportare le dimissioni della segreteria e per molti dirigenti anche la fine dei permessi e dei stacchi sindacali, 32 delegati hanno votato a favore della segreteria; 5 si sono astenuti e due delegati hanno tenuto duro e votato la solidarietà ai lavoratori.
La codardia di tanti dirigenti e delegati CGIL la si coglie anche dal fatto che durante la discussione gran parte di loro hanno dichiarato che l'ordine del giorno era giusto e che lo avrebbero votato, salvo poi fare marcia indietro e votare per la segreteria per garantirsi il proprio tornaconto personale.
Da sottolineare che all'assemblea hanno preso parte solo 39 delegati su un totale di 64 membri aventi diritto.
31 marzo 2021