Piano vaccinale anti Covid nel caos
Il fiasco del commissario Longo nella sanità calabrese
L’ex “super” poliziotto Longo deve dimettersi
Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
Venerdì 2 aprile il commissario ad acta
per la sanità in Calabria, Guido Longo, ha aggiornato con proprio decreto il piano vaccinale contro il Covid-19.
Il precedente piano approvato l’11 gennaio scorso e scaduto il 31 marzo ha mostrato finora tutti i suoi limiti organizzativi: la Calabria in notevole ritardo rispetto le altre regioni d’Italia continua a occupare l’ultimo posto per dosi consegnate e somministrate.
Vergognosi gli assembramenti che si verificano giornalmente, fin dalle prime luci dell’alba, al centro vaccinale di Palazzo Campanella a Reggio Calabria, proprio sotto gli occhi delle “forze dell’ordine”, dove nelle settimane scorse centinaia anziani e persone fragili, dopo ore e ore d’attesa, sono state costrette a tornare a casa perché le dosi Pfizer erano terminate. Per non parlare poi del caso clamoroso dell’anziana donna cui al secondo richiamo è stato somministrato un vaccino diverso dal primo.
Nel piano aggiornato dall’ex “super” poliziotto Guido Longo si parla di dare priorità agli ospiti delle RSA e agli over 80 affidati ai medici di medicina generale in cui è “inclusa la somministrazione a domicilio delle persone che non possono deambulare in modo autonomo”. E si invitano le categorie interessate a utilizzare un nuovo sistema di prenotazione disponibile sull’apposita piattaforma gestita da Poste italiane che non sembra decollare. Il piano effettua inoltre una ricognizione dei punti vaccinali in Calabria, attualmente sono 97, ai quali si andranno ad aggiungere nuovi hub dislocati per provincia per provincia.
Tra le principali “novità”, troviamo invece alcune indicazioni operative per il sequenziamento delle varianti Covid-19 identificate nei laboratori dell’ospedale Pugliese Ciaccio e dell’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Catanzaro. Si prevede di arrivare “ad una capacità di identificazione delle varianti su base routinaria di circa il 10-20% sul totale dei tamponi giornalieri, fermo restando la disponibilità di reagenti dedicati specificatamente al sequenziamento del genoma virale o parte di esso”.
Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il sistema informativo regionale (Sec-Sisr) costato in 7 anni 36 milioni di euro, un network che in teoria dovrebbe archiviare, aggiornare e rendere immediatamente disponibile ogni dato, dai posti letto alle prestazioni ospedaliere, dalle buste paga dei dipendenti di Asp e ospedali all’anagrafica dei medicinali, dalla mobilità sanitaria attiva e passiva al fascicolo sanitario elettronico. Ad oggi, il sistema funziona in maniera molto approssimativa costringendo le stesse Asp a spendere centinaia di migliaia di euro in software gestionali locali, quindi non centralizzati, senza i quali tutto rischierebbe di bloccarsi definitivamente.
Insomma, sono passati oltre tre mesi dall’insediamento del nuovo commissario e a livello sanitario nulla sembra essere cambiato in Calabria. Un fiasco totale.
A chiedere a gran voce le dimissioni di Longo, che arrogantemente scarica le proprie responsabilità sugli utenti che non saprebbero prenotarsi, è sceso in piazza il movimento progressista Fem.in Cosenza.
Proprio a Cosenza e provincia, dopo lo scandalo sui bilanci truccati all’Asp, che tra l’altro vede indagato l’ex generale Cotticelli, si stanno registrando le maggiori criticità organizzative. “Se questo è lo stato dell’arte - si legge in un comunicato Facebook di Fem.in Cosenza - siamo pronti a mobilitarci di nuovo e lo faremo fino a quando non otterremo le dimissioni di Longo, la fine del commissariamento, l’annullamento del debito sanitario e un nuovo piano strutturale per la sanità calabrese”. Noi marxisti-leninisti ci uniamo a questa importante battaglia.
7 aprile 2021