Tucci, deputato M5S, indagato per fatture false

 
Riccardo Tucci, deputato del M5S dal 2018, si trova sotto indagine da parte della procura di Vibo Valentia con l'accusa di falsa fatturazione nell'ambito di un'indagine che coinvolge complessivamente cinque soggetti e che ha portato, lo scorso 28 gennaio, il giudice per le indagini preliminari della stessa località a emettere un decreto di sequestro preventivo e un’ordinanza di misura cautelare interdittiva.
I magistrati vibonesi hanno scoperto, come si legge testualmente nella richiesta di misure cautelari, “una complessa e insidiosa ed articolata frode fiscale ” ideata da Vincenzo Maria Schiavello, attuale titolare della società Autoelettrosat ed ex socio di Riccardo Tucci, emersa a seguito di una verifica fiscale sull’azienda relativamente alla quale i magistrati hanno accertato “la verosimile esistenza – si legge nel decreto di sequestro – di un complesso meccanismo di frode fiscale messo in atto attraverso l’utilizzo di società ‘cartiere’, apparentemente terze rispetto alla società verificata ”. Tra queste società ideate per scopi fraudolenti c’era anche la cooperativa Assistenza servizi telematici satellitari, della quale il deputato ha avuto la titolarità fino al 2018, quando è stato eletto alla Camera, per poi passare al cugino Adriano la carica di amministratore unico di quest'ultima società che comunque, secondo i magistrati, ha continuato a prestare “i relativi servizi esclusivamente in favore della società verificata e della ditta individuale di Schiavello ”.
Coinvolto nell'indagine è anche Adriano Tucci, cugino del deputato, al quale è stato notificato un decreto di sequestro per 19.200 euro. A lui i magistrati contestano di avere continuato l'attività di falsa fatturazione, in qualità di nuovo amministratore di Assistenza servizi telematici satellitari, a favore della società di Schiavello.
Gli accertamenti espletati dalla guardia di finanza – scrive il giudice per le indagini preliminari nel suo decreto di sequestro – rassegnano con palmare evidenza la sussistenza di un’unica realtà imprenditoriale, avente quale effettivo dominus Schiavello Vincenzo Maria, che, grazie allo schermo di società formalmente terze, mediante emissione di fatture per operazioni inesistenti e le conseguenti fraudolente dichiarazioni, ha acquisito profitti illeciti ”: tali operazioni sono state finalizzate, secondo i magistrati, a consentire alla società di Schiavello, e anche alla sua ditta individuale, di dedurre, per ciò che riguarda le imposte sui redditi e l’Irap, l’imponibile delle fatture emesse dalle cooperative, e consentendo altresì all'ex socio di Riccardo Tucci di poter detrarre, ai fini dell’Iva, l’imposta relativa alle fatture e aumentare i costi al fine di ridurre il reddito fiscale da sottoporre a tassazione.
Nei confronti di Schiavello il giudice per le indagini preliminari ha emesso un decreto di sequestro per oltre 775.000 euro e ha disposto l’interdizione di 12 mesi per l’attività di impresa.
Secondo quanto ricostruito dalla procura nel 2014 la fatturazione per operazioni inesistenti ammonta a euro 18.300,00, nel 2015 a euro 222.400,00, nel 2016 a euro 204.600,00, nel 2017 a euro 219.600,00 e nel 2018 a euro 36.600,00.
I magistrati ritengono che il deputato del M5S si sia prestato a favorire tali spudorate operazioni dall’ottobre 2014 al febbraio 2018, quando è stato eletto alla Camera con lo slogan pentastellato “onestà, onestà! “, l'emissione di fatture per un totale di 701.500 euro, attraverso le quali la società di Schiavello ha potuto evadere allegramente sia le imposte sui redditi sia l’Iva.
I magistrati inquirenti hanno inoltre accertato che il deputato, oltre a favorire l'evasione fiscale dell'ex socio, ha usufruito di questo sistema truffaldino per consentire di evadere le tasse alla sua stessa società in quanto “nella sua qualità di rappresentante legale dell’Assistenza servizi telematici satellitari fino al 19 marzo 2018, – si legge nel capo d'imputazione – al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società la fattura n. 411 del 10.03.2015 emessa dalla Autoelettrosat srl relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno2015, ed in tal modo evadeva le imposte per un ammontare pari a 9.900,00 euro ”.
Altri indagati sono Luigino Schiavello e Domenico Garcea, che hanno ricoperto in passato la carica di amministratore della cooperativa Autoelettrosat, e dalle indagini si è accertato che all'epoca dei fatti contestati risultava socia cooperatrice anche Stella Franzone, ovvero l'attuale convivente di Riccardo Tucci, il cui padre, Nicola Franzone, è stato arrestato il 18 luglio 1994 per usura e il cui zio, Domenico Franzone, è stato condannato il 29 dicembre scorso dal giudice dell'udienza preliminare di Vibo Valentia a 4 anni di reclusione per concorso in estorsione ai danni di due imprenditori ed era stato già condannato nel 2018 in via definitiva a 12 anni e 6 mesi di reclusione per associazione mafiosa, in quanto appartenente al clan della 'ndrangheta Lo Bianco.
Con non poco imbarazzo, alla luce sia delle accuse penali a lui dirette sia dell'imbarazzante ambiente familiare da cui proviene la sua amichetta, il senatore Nicola Morra del M5S, presidente della commissione parlamentare antimafia, ha immediatamente chiesto la sospensione dal movimento di Riccardo Tucci, che ha dovuto necessariamente autosospendersi.

7 aprile 2021