Il presidente toscano dell'Unione degli istriani aveva attaccato il comunicato del nostro Partito sulla targa a Pontassieve (Firenze)
Foibe e “Giorno del ricordo”: la Cellula “F. Engels” della Valdisieve del PMLI replica al forzista Giannelli
Gli interlocutori dei marxisti-leninisti “sono le antifasciste, gli antifascisti e le amministrazioni locali”
Dal corrispondente della Cellula “F. Engels” della Valdisieve
Non sono tardate le reazioni della destra al comunicato della Cellula “F. Engels” della Valdisieve del PMLI del 6 aprile scorso dal titolo “Il Consiglio comunale di Pontassieve si allinea al revisionismo storico: approvata mozione per la collocare una targa sulla tragedia delle foibe”, pubblicato sullo scorso numero de Il Bolscevico
e rilanciato anche dal sito “OkValdisieve”.
Stavolta è Giampaolo Giannelli, presidente toscano dell'Unione degli istriani, e membro di spicco di Forza Italia nel panorama fiorentino e regionale, a vomitare la sua bile revisionista e anticomunista sulla presa di posizione dei marxisti-leninisti che controbattono da anni colpo su colpo a tutte le iniziative di questo stampo che si stanno moltiplicando sul territorio amministrato totalmente da giunte PD.
Giannelli infatti in una nota del 9 aprile esprime “sdegno, sconcerto e stupore” per il nostro comunicato che definisce “incredibile nei toni”, e anche “antistorico ed anacronistico”; non dimenticando di compiacersi con la giunta Marini per “la sensibilità generale che sta emergendo sul tema delle foibe, sul riconoscimento delle sofferenze subite dalle migliaia di nostri connazionali torturati ed uccisi... e dalle centinaia di migliaia di nostri connazionali costretti ad un doloroso esilio”.
Il testo, rilanciato da Radio Sieve
(emittente vicina all'amministrazione e ai piccoli potentati locali) e dal suo sito, conclude così: “Il PMLI sezione Valdisieve anche stavolta ha perso l'occasione per tacere... Come Unione degli Istriani continueremo… combattendo ogni forma di negazionismo o di anacronistico giustificazionismo”.
Giannelli, come tutta la destra locale del resto, certo non poteva accettare che in un tripudio di revisionismo e di concessioni bipartisan senza critica, circolasse una posizione contraria all'ennesima iniziativa alla quale tutti plaudono acriticamente.
La lingua dunque batte dove il dente duole e, certi di aver colpito il bersaglio, le compagne e i compagni della Valdisieve del PMLI hanno scritto una replica alla redazione di Radio Sieve
che, per la cronaca, ha da sempre sistematicamente ignorato i nostri numerosi comunicati stampa, ma che stavolta ha dovuto linkare il comunicato pubblicando il testo di Giannelli.
Nella nota della Cellula “F. Engles”, oltre a sottolineare il ruolo fondamentale del partito di Berlusconi nell'operazione “foibe” e nell'aver spalancato le porte delle istituzioni ai fascisti vecchi e nuovi, si precisa che la risposta di Giannelli “non ci scalfisce e non ci interessa poiché non è lui né la destra che naturalmente 'giubila' di fronte a queste iniziative, l'interlocutore che cerchiamo”.
La Cellula “F. Engels” precisa altresì che i destinatari del suo comunicato sono “in prima istanza tutte le antifasciste e tutti gli antifascisti che non vogliono piegarsi al revisionismo storico”, e in seconda istanza “alle amministrazioni stesse del territorio e ai partiti che le guidano poiché avvertano in tempo il rischio delle possibili conseguenze di questa 'normalizzazione' e vi pongano rimedio”, evidenziando dialetticamente le derive causate direttamente da questo enorme cavallo di Troia, quali le mozioni di Veneto e Friuli-Venezia Giulia che tagliano i fondi agli organismi e agli studiosi non allineati alla versione “ufficiale” sulle foibe.
Si conclude rispedendo al mittente le accuse: “Può essere antistorico o anacronistico l'antifascismo? No, ma lo è chi non collega le vicende del Confine Orientale con l'occupazione prima fascista, poi nazifascista della Jugoslavia”. Si invitano poi le amministrazioni, le antifasciste e gli antifascisti ad approfondire il tema con la richiesta dell'Istituto Parri sul riconoscimento dei crimini mussoliniani in Jugoslavia e la mostra “A ferro e fuoco-L'Occupazione italiana della Jugoslavia 1941–1943”, recentemente pubblicata dall'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli-Venezia Giulia.
I revisionisti di destra o di “sinistra” se ne facciano una ragione: i marxisti-leninisti saranno sempre in prima linea, da soli o all'interno di un auspicabile fronte unito quanto più largo possibile, nazionale e locale, affinché non si calpesti la memoria della Resistenza italiana e jugoslava, e per respingere qualsiasi tentativo di riscrittura della storia dove si vogliono invertire oppressori e oppressi, occupanti e liberatori come in questo caso, fino all'abolizione definitiva del “Giorno del ricordo”.
14 aprile 2021