Protesta organizzata dal collettivo “Cacciamoli”
Partecipato sit-in al tribunale di Campobasso per ricordare le oltre 460 vittime del covid e sollecitare risposte delle Procure
Il PMLI, con PCI e PCL, al fianco dei manifestanti e dei familiari delle vittime
Dal corrispondente dell’Organizzazione di Campobasso del PMLI
Ancora un riuscito appuntamento organizzato dal collettivo “Cacciamoli”, comitato sorto per la difesa della sanità pubblica e al cui fianco il PMLI, con PCI e PCL, lotta da tempo: il 20 aprile, a Campobasso, assieme ad un centinaio di manifestanti (fra cui tanti parenti delle vittime covid) ci siamo presentati nell’area antistante il tribunale.
La situazione di degrado del SSN in Molise è oramai totale e ha contribuito a far registrare un numero di morti per questo virus assolutamente spropositato in rapporto alla popolazione (466 vittime al 19 aprile su una popolazione inferiore alle 300.000 unità).
Ecco perché, fra le varie forme di protesta che stiamo mettendo in campo in vari centri del territorio, stavolta si è scelto un luogo altamente simbolico del potere borghese. Sappiamo bene che la magistratura, colonna portante dello Stato capitalista, non può certo risolvere i problemi che affliggono le masse popolari: pur tuttavia, la Costituzione calpestata, i diritti negati, la salute pubblica sconfessata, i tanti vergognosi misfatti commessi da politici e vertici amministrativi locali non possono passare impuniti.
Il sit-in si è aperto con un toccante minuto di raccoglimento per chi è venuto a mancare e, dopo aver acceso le candele in memoria di loro tutti, si è data parola principalmente a chi è rimasto colpito da questa pandemia. Nei vari interventi si sono sostanzialmente poste in evidenza le cruciali questioni a tutt'oggi senza risposta: perché l’Asrem ha comunicato a Roma dati falsi sui posti in malattie infettive e terapie intensive? Perché la quasi totalità delle morti si è avuta da novembre in poi? E soprattutto, come bene esposto da Francesco Mancini, presidente del comitato vittime, “perché il personale medico è stato ovunque sottodimensionato? Ci rendiamo conto del numero dei decessi imputabili alla fallimentare gestione dell’emergenza? Sono mesi che abbiamo presentato, e non solo noi, denunce ed esposti alle procure di mezzo Molise, perché non abbiamo ancora risposte? Perché ci viene negato l’accesso agli atti pure avendone palesemente diritto?”.
Altro toccante intervento quello di una giovane donna che, vista salire sua madre sull’ambulanza, non l’ha più potuta rivedere ed è successivamente venuta a sapere che, probabilmente, è deceduta per l’insufficiente capacità dei macchinari di erogare ossigeno.
Si è trattato di un chiaro messaggio agli inquirenti: non è possibile che ad oggi l’unico indagato sia l’ex commissario Giustini. Il tanto dolore, le centinaia di morti, i tanti esposti presentati, financo dello stesso personale ospedaliero, pretendono risposta.
5 maggio 2021