I braccianti migranti protestano davanti al parlamento
Rivendicano diritti, salario, permesso di soggiorno per emergenza sanitaria
Martedì 18 maggio scorso si è svolto a Roma un combattivo corteo, terminato davanti la Camera dei deputati, dei braccianti agricoli migranti, provenienti in particolare da Foggia e dal sud, guidati dalla Lega dei braccianti e dal suo leader sindacale Aboubakar Soumahoro.
I braccianti hanno chiesto più diritti e più sicurezza, denunciando le bestiali condizioni di sfruttamento e di vita alle quali sono sottoposti, aggravate dalla pandemia in corso, frutto marcio della legge del massimo profitto capitalistico.
I manifestanti hanno denunciato l'episodio che si è verificato a Foggia il 25 aprile scorso: tre migranti feriti a colpi d’arma da fuoco, in località Borgo La Rocca, intorno alle tre di notte, tra domenica e lunedì, Ad avere la peggio Sinayogo Boubakar, il 30enne del Mali trasportato presso il policlinico Riuniti di Foggia in condizioni serie.
Secondo i carabinieri di Foggia, l'episodio ha un carattere ritorsivo, gli spari sono la reazione da parte di un gruppo di criminali alla denuncia da parte di alcuni migranti nei loro confronti, accusati di rubare del gasolio dall'impianto che fa funzionare l'illuminazione nella zona di Torretta Andreacci, la notte del 24 aprile.
I migranti sono riusciti a fare scappare i criminali (che hanno urlato fuggendo: ''vi uccideremo tutti, negri bastardi'') e a farne arrestare uno dai carabinieri.
Soumahoro ha dichiarato durante il corteo: "Portiamo la nostra indignazione, la nostra rabbia, la nostra miseria per dire al governo venite voi a raccogliere gli asparagi, i pomodori e gli agrumi, adesso basta con gli agguati da vigliacchi, è finita l’era della schiavitù. Nessuno andrà a lavorare nei campi, unitevi a stare dalla parte dei diritti, della dignità, contro schiavisti e sfruttatori.” attaccando il governo del banchiere massone Draghi, che continua la politica schiavista contro gli ''invisibili'' portata avanti dai suoi predecessori.
Basta con lo schiavismo ai danni dei migranti, i quali devono essere considerati dei lavoratori e quindi vanno loro riconosciuti pari diritti e salari e permesso di soggiorno per emergenza sanitaria. Riconoscere loro libero accesso e il Reddito di emergenza di 1.200 euro al mese per tutta la durata della pandemia che il PMLI chiede con forza per tutti i disoccupati e i senza reddito.
26 maggio 2021