Ciò che ho imparato studiando in Cellula “Stato e Rivoluzione” di Lenin
di Margherita
Dopo aver studiato collettivamente “Stato e Rivoluzione” di Lenin, la Cellula “F. Engels” della Valdisieve in provincia di Firenze ha chiesto alla compagna Margherita, membro candidato del PMLI, di commentare la fondamentale opera di Lenin.
Il Centro del Partito ci ha chiesto di pubblicare tale commento, ritenendo che possa servire da stimolo ai membri e ai simpatizzanti del Partito nonché a quanti sono alla ricerca di una via per liberarsi dal capitalismo, per studiare o ristudiare individualmente e collettivamente l’opera di cui si parla. Intanto un nostro vivo elogio alla giovanissima compagna Margherita che sta scoprendo sempre più, lettura dopo lettura, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao analizzando in maniera dialettica le opere fondamentali dei Maestri; rapportandolo alla lotta di classe in Italia sotto la direzione del PMLI.
Un vivo elogio anche alla Cellula diretta dal compagno Enrico Chiavacci per il metodo che usa per la formazione dei nuovi membri del Partito in particolare per lo studio collettivo, che dovrebbero praticare tutte le istanze di base del PMLI.
Nell’opera “Stato e Rivoluzione” di Lenin, studiata analiticamente e in modo congiunto all’interno della Cellula, vengono spiegate le basi del marxismo ed è dimostrato, ripercorrendo le teorie di Marx ed Engels, quanto e come quest’ultimo sia l’unica via realmente rivoluzionaria e socialista, criticandone nel corso dell’opera le deformazioni e lo snaturamento.
Non è stato facilissimo comprendere alcuni riferimenti, ma grazie alle spiegazioni, allo studio comparato, al confronto e alle analogie e somiglianze con l’attualità sono soddisfatta di aver studiato nel modo più autentico ed efficace possibile questi insegnamenti. Soprattutto sono contenta di averlo fatto all’interno di un Partito che attualizza, segue, applica e diffonde questi ultimi quotidianamente e che è organizzato e strutturato seguendo ciò.
L’opera è complessa e abbastanza lunga, quindi ripercorro sinteticamente le parti che hanno destato in me maggiore curiosità e interesse, anche se l’opera in toto per me è stata innovativa e notevole.
In primo luogo, Lenin, coerentemente al compito che tutti noi dovremmo avere e cioè “ristabilire la vera dottrina di Marx sullo Stato
”, sviluppa diverse analisi partendo proprio dalla definizione di entità statale. Lo Stato è il prodotto degli antagonismi inconciliabili tra le classi, ed è l’organo di oppressione e di dominio di una classe sull’altra. Questa posizione è dimostrata dall’esistenza stessa dello Stato che come ci fa presente l’autore, se le classi fossero conciliabili allora quest’ultimo non avrebbe condizioni né cause di esistere.
Nell’opera presa in considerazione l’autore non dimostra solo le sue qualità da teorico, manifestate anche dall’approfondita spiegazione delle tre “tappe” verso il comunismo, ma soprattutto le sue elevate qualità da critico, infatti l'opera stessa inizia con una decisa presa di posizione dalla quale ne deriverà una forte critica.
La critica è diretta a due parti; la prima è costituita dagli intellettuali borghesi, piccoli-borghesi, socialisti rivoluzionari e menscevichi, la seconda è rappresentata da Kautsky, principale bersaglio di Lenin, e la corrente che ne segue.
Sulla deformazione kautskiana, infatti, Lenin si soffermerà in molte parti ma ricordiamo in particolar modo l’ultimo capitolo, nel quale approfondirà la teoria mostrandone le contraddizioni col marxismo, riprendendo parzialmente la critica con Pannekoek, dimostrandone l’opportunismo, l’assertività alla borghesia e la dannosità per la coscienza delle masse, poiché ne costituisce un elemento deviante.
Oltre a questo attacco all’opportunismo che condivido pienamente poiché di estrema attualità, ho trovato molto interessanti anche i molteplici chiarimenti sulla distinzione tra anarchismo e marxismo. Nell’affrontare la critica riprenderà soprattutto il sottile umorismo e la profonda saggezza di Engels sulla posizione dell’antiautoritarismo o autonomismo.
Ho sottolineato che questa parte è particolarmente interessante perché Lenin non condanna, come fanno i socialdemocratici, il fine degli anarchici, cioè la soppressione dello Stato borghese, ma anzi lo vede come elemento convergente tra marxismo e anarchismo, ciò che invece è divergente tra queste due teorie è la necessità di una forma rivoluzionaria e transitoria di Stato proletario per abolire le classi, e ne rimprovera infatti il voler sopprimere ogni forma di Stato dall’oggi al domani degli anarchici. Si tratta indiscutibilmente di una differenza di fondo tra le due teorie, anche perché come concluderà infine Engels, i proudhoniani, volenti o nolenti, servono la reazione con le fallacie ed elementi confusionari interni al loro stesso pensiero, contrariamente a ciò che poi sarà la linea del marxismo.
La necessaria forma transitoria di Stato proletario, già in via d'estinzione così che non possa non estinguersi, viene definito da Marx ed Engels con l'espressione “dittatura del proletariato”, cioè lo Stato con il proletariato organizzato come classe dominante. È da questo riconoscimento come fase necessaria alla soppressione di tutte le classi che si delinea il marxismo non solo come dottrina della lotta di classe.
L'espressione viene utilizzata, come specifica Lenin, dopo l'esperienza della Comune, la quale è stata di fondamentale importanza per le analisi e gli studi sulla formazione concreta del socialismo, da cui tutti e tre i Maestri faranno un bilancio, anche riportato interno all'opera, e su cui si baseranno poi su molte questioni, tra le le quali anche economiche.
Infatti, ugualmente notevole è come Lenin affronta, riprendendo Engels che si basa sull'esperienza della Comune, la questione delle abitazioni e delle basi economiche dello Stato proletario. Le due posizioni, conseguenti alla conquista del potere politico da parte del proletariato, sono l'espropriazione e l’occupazione, posizioni analoghe e di analoga facilità a quelle prese dallo Stato borghese, ma chiaramente l’esecutivo borghese, e la sua burocrazia, non è in grado di applicare le decisioni dello Stato proletario. Particolarmente rilevante è anche la correlazione tra gli alloggi distribuiti gratuitamente e l'estinzione dello Stato.
Lenin nell’affrontare queste tematiche a lui contemporanee, smascherando i vari personaggi storici e le varie dottrine ideologiche-politiche, analizza e descrive ciò che oggettivamente sono. È veramente eccezionale come il lettore venga guidato tra le varie citazioni, tra i riferimenti storici, tra i programmi politici, sia attraverso le spiegazioni chiare, semplici ed esaustive sia tramite l’ordine strategico nel trattare, pezzo per pezzo, le basi teoriche e organizzative dello Stato e della Rivoluzione.
Due tasselli necessari e fondamentali nel processo di instaurazione del comunismo in assenza di classi, successivo all’estinzione dello Stato proletario (con il proletariato organizzato come classe dominante), che si forma sulle ceneri dello Stato borghese, soppresso nel corso della rivoluzione socialista.
2 giugno 2021