Iraq
La polizia a Baghdad carica i manifestanti che chiedono verità e giustizia sui 35 attivisti uccisi

 
L'Iraq è il secondo paese dell’Opec per produzione di petrolio dopo l’Arabia saudita e il quinto al mondo per le riserve, il dodicesimo per i giacimenti di gas naturale eppure nella capitale Baghdad salta spesso la luce e nelle città del sud, da Bassora a Nassiriya, sono continue le proteste degli abitanti che hanno i pozzi di petrolio davanti casa ma non l'elettricità che tra l'altro ha un costo spesso non sostenibile per le famiglie dei quartieri più poveri. Uno dei tanti esempi della vita delle masse popolari in un paese dove mancano pane e lavoro e le ricchezze sono ingoiate dalla corruzione delle istituzioni e dai privati favoriti dalla lunga amministrazione degli occupanti imperialisti guidati dagli Usa e dalle ingerenze delle confinanti potenze imperialiste.
Contro le istituzioni borghesi corrotte, le diseguaglianze sociali ed economiche e le ingerenze esterne sono iniziate da un anno e mezzo una serie di forti proteste popolari che al prezzo di 750 morti e 18 mila feriti era riuscita a far dimettere giusto un anno fa l'allora primo ministro Adil Abdul-Mahdi. Il nuovo premier Mustafa al-Kadhimi aveva tra l'altro promesso di punire i responsabili, promesse che sono rimaste lettera morta mentre è continuata la repressione segnata anzi da una serie di assassini, di omicidi di almeno 35 attiviste e attivisti antigovernativi. E il movimento popolare è tornato di nuovo in piazza a Baghdad il 25 maggio chiedendo che i responsabili siano trovati e processati.
I manifestanti, molti dei quali provenienti dalle città del sud, si sono concentrati a piazza Tahrir, che è stata il centro delle proteste dei mesi scorsi, e in altre piazze della capitale dove hanno bloccato il traffico cittadino a poca distanza dalla superpresidiata Zona Verde, il quartiere dei ministeri, dell parlamento e delle ambasciate straniere. L'intenzione dei manifestanti era quella di dare di nuovo vita a un presidio permanente in piazza Tahrir ma una feroce carica della polizia a fine giornata, chiusa con un bilancio di alcuni morti, sgomberava le barricate e li cacciava dalla piazza a colpi di lacrimogeni, granate stordenti e proiettili.

2 giugno 2021