Nessun accordo sui migranti al vertice europeo
Richiesto a Lukashenko di rilasciare l'oppositore arrestato dopo “l'atto di pirateria” del volo civile dirottato su Minsk
Occorre aprire le frontiere e i porti dei paesi della Ue
L'ordine del giorno della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 24 e 25 maggio a Bruxelles aveva in scaletta la discussione sui rapporti con Bielorussia, Russia, Regno Unito e sulla situazione nel Medio Oriente e in Mali; COVID-19 e cambiamenti climatici erano gli argomenti finali. Eppure sul tavolo del presidente del consiglio Michel, della responsabile della Commissione von der Leyen e dei 27 capi di stato e di governo non potevano mancare le terribili immagini diffuse dalla ong Open Arms dei cadaveri di bambini e donne sulla spiaggia di Zuwara, in Libia, vittime dell’ennesimo naufragio di un barcone che confermavano la denuncia appena uscita nel rapporto dell'Unhchr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani, sulle rotte migratorie marine dal titolo inequivocabile "Indifferenza letale: Ricerca, soccorso e protezione dei migranti nel Mediterraneo Centrale
" che tra le altre denucia la mancata assistenza ai migranti in pericolo in mare, i respingimenti, la criminalizzazione delle Ong, i ritardi degli sbarchi e l'accoglienza inadeguata, per non parlare delle pericolose intercettazioni della guardia costiera libica.
L'Unhchr chiamava direttamente in causa la Ue e nello specifico le responsabilità dei paesi costieri, dall'Italia a Malta. Un appello cui si associava di fatto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che in apertura dei lavori del vertice chiedeva un intervento per porre termine alle "tante tragedie umane" dei naufragi di carrette del mare nel Mediterraneo, delle persone disperate che arrivano a nuoto sulle coste spagnole a partire da quelle delle enclave africane di Ceuta e Melilla, che si consumano nel cammino attraverso i Balcani o sulle Alpi italiane e francesi. Sassoli faceva da sponda alla richiesta di mettere all'ordine del giorno la questione migranti presentata da Draghi, responsabile politico del criminale comportamento dei mezzi italiani che lo scorso 22 aprile hanno ignorato le segnalazioni di Alarm Phone e della Ocean Viking sul naufragio di un barcone costato la morte di almeno un centinaio di migranti. Il tema era liquidato in una ventina di minuti, Draghi raccoglieva la "comprensione" di Francia e Germania ma i muri della Ue verso i migranti restano ben solidi e restava col cerino in mano a segnalare il fallimento della politica di distribuzione su base volontaria dei migranti. E doveva accontentarsi di aspettare il prossimo vertice ordinario di fine giugno che ripartirà dalle contraddizioni tra i paesi costieri e il gruppo di Visegrad che già hanno fatto scivolare dentro un cassetto la prima bozza di riforma delle procedure di ricollocamento e di rimpatrio dei migranti elaborata dalla Commissione nel settembre scorso. Che in ogni caso è lontana mille miglia da una corretta politica costruita a partire dall'apertura delle frontiere e dei porti dei paesi della Ue.
Dei temi all'ordine del giorno del vertice registriamo la conferma del posizionamento della Ue a fianco della cordata imperialista guidata dagli Usa di Biden nella campagna contro le "attività illegali, provocatorie e destabilizzanti della Russia contro l'UE, i suoi Stati membri e non solo" e l'inevitabile ritorno dell'attenzione sulla Bielorussia del dittatore Aleksandr Lukashenko dopo l'atterraggio forzato del volo Ryanair tra Atene e Vilnius nella capitale Minsk del 23 maggio per l'arresto di un oppositore. Alla richiesta della Ue di rilasciare l'oppositore arrestato dopo “l'atto di pirateria” del volo civile dirottato su Minsk e alle sanzioni europee il dittatore Lukashenko rispondeva incassando anzitutto la solidarietà di Mosca che ricordava come per la caccia Usa a Snowden anche l'aereo del presidentre boliviano Morales fu bloccato a Vienna il 3 luglio 2013. Anche in Russia gli oppositori finiscono in galera, se non peggio vedi la vicenda Navalny. Fra i lupi imperialisti nessuno rispetta le stesse regole che si sono dati ma ciò non assolve un comportamento comunque da condannare.
2 giugno 2021