Aumentati del 9,3% gli incidenti sul lavoro nei primi tre mesi 2021
Strage senza fine di lavoratrici e lavoratori
nube Tossica uccide Due operai a Pavia
Proprio nel giorno della mobilitazione nazionale contro i morti sul lavoro indetta dai sindacati confederali, il 28 maggio, in provincia di Pavia, altri due lavoratori sono morti avvelenati da una nube di gas sprigionatasi all'improvviso all'interno della “Digima” di Villanterio, un'azienda specializzata nella lavorazione di scarti animali per la produzione di farine per mangimi.
Alessandro Brigo, 50 anni di Copiano, sposato e padre di due figli, e Andrea Lusini, 51 anni di Linarolo, secondo una prima ricostruzione fatta dall’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu), sono morti a causa di una nube tossica che si sarebbe propagata in seguito alla rottura di una valvola, all’interno di una vasca di lavorazione.
Il mese di maggio, apertosi con l'atroce morte di Luana, maciullata da un orditrice in una ditta tessile di Prato, si conferma uno dei mesi più terribili degli ultimi decenni per quanto riguarda gli omicidi sul lavoro.
In Lombardia è stato toccato il record storico di cinque omicidi sul lavoro in un solo mese. Prima di Alessandro e Andrea era toccato a Marco Oldrati, l’operaio di San Paolo D’Argon che ha perso la vita a 52 anni sabato 8 maggio precipitando dal ponteggio di un cantiere in un centro commerciale a Tradate, in provincia di Varese; Christian Martinelli, operaio di 49 anni residente a Sesto Calende, morto dopo essere stato schiacciato da una fresa in un’azienda, la “Bandera” specializzata in materie plastiche a Busto Arsizio; il 6 maggio scorso è morto Maurizio Gritti, operaio di 46 anni, sposato con due figli, a Pagazzano. A lui è caduta in testa una lastra di cemento . È morto sul colpo.
Record storico anche in Toscana dove, da inizio anno, sono già 14 i morti sul lavoro.
Il 27 maggio l’Inail ha certificato che gli incidenti mortali nei primi tre mesi del 2021 sono aumentati del 9,3% rispetto al 2020. Ad aprile ci sono state 306 denunce, 26 in più rispetto alle 280 registrate nel primo quadrimestre del 2020.
I dati, però, ha precisato lo stesso Inail, sono provvisori. Nel conteggio non sono ancora comprese le denunce mortali causate dal contagio Covid-19, in particolare del marzo 2020, perché i decessi causati dal virus avvengono dopo un periodo di tempo più o meno lungo rispetto alla data effettiva del contagio.
Impressionante aumento anche dei dati sulle malattie professionali. Nel primo quadrimestre del 2021 sono state 18.629, 3.861 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+26,1%). In cima ci sono Industria e servizi (+24,9%, da 12.231 a 15.278 casi), e l’agricoltura (+34,2%, da 2.365 a 3.175). Gli uomini sono i più colpiti: 2.851 denunce, ma aumentano anche le donne: 1.010 in più (+25,2%). E crescono le denunce degli italiani e dei cittadini immigrati, da 690 a 938 (+35,9%). Le patologie più presenti nel lavoro in Italia sono quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio. Seguono quelle del sistema respiratorio e dai tumori.
Un'odiosa scia di omicidi sul lavoro che hanno un mandante ben preciso: il bestiale sistema di sfruttamento capitalistico che costringe le lavoratrici e i lavoratori a ritmi di lavoro insopportabili e si nutre del loro sangue per realizzare profitti sempre più alti.
Le norme e i dispositivi di sicurezza per impedire che le macchine divorino gli operai esistono almeno formalmente; nel tempo sono state giustamente adeguate e migliorate ed è certamente necessario continuare a lottare per ottenere maggiori tutele, leggi sempre più stingenti in futuro che non rimangano sulla carta ma siano applicate rigorosamente grazie a controlli regolari e sistematici.
Ma le statistiche, sempre in costante aumento, purtroppo ci dicono che nei luoghi di lavoro si continua a morire esattamente come cento anni fa.
Le macchine continuano a mangiare gli operai perché la ricerca del massimo profitto mangia ogni diritto di chi lavora, anche quello alla vita.
Non è sufficiente avere delle buone leggi per fermare la stage operaia nei luoghi di lavoro se poi si permette al libero mercato capitalista di decidere la vita e la sorte delle lavoratrici e dei lavoratori.
2 giugno 2021