Elezioni in Calabria
Il “civico” Tansi rompe l’alleanza col neopodestà di Napoli De Magistris
Ennesima giravolta che scoperchia lo squallore dell’elettoralismo borghese
Astenersi e creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo
Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
L’alleanza tra Carlo Tansi e il neo podestà di Napoli Luigi De Magistris, siglata ufficialmente l’8 febbraio scorso in vista delle prossime elezioni regionali in Calabria si è rotta, il cosiddetto “polo civico” non esiste più. A confermarlo in un’intervista è proprio l’ex capo della protezione civile calabrese Tansi: “Mi ha abbandonato, andando avanti senza coinvolgermi né nell’individuazione dei candidati né nella condivisione dei percorsi per le strade della Calabria. E che dire poi del rendermi partecipe delle strategie politiche con candidature che si sovrapponevano alle mie nei territori con il conseguente malumore dei miei candidati”.
Eppure inizialmente sembrava un idillio “perfetto”. Il leader del Movimento “Tesoro Calabria”, aveva ceduto “altruisticamente” il posto a De Magistris sostenendo la sua candidatura a governatore suscitando non poche perplessità tra i suoi fedelissimi. In cambio, in caso di vittoria della coalizione “Tan-Dem”, Tansi sarebbe stato nominato presidente del consiglio regionale.
Un accordo vergognoso, l’ennesimo inganno elettorale che nulla aveva a che fare con “il bene del popolo calabrese” sempre più oppresso e mortificato negli anni dalle politiche fallimentari delle varie giunte borghesi di “centro-destra” e “centro-sinistra”.
Ma la replica dell’ex magistrato non tardava ad arrivare: “Mi dispiace che non mi abbia dato la possibilità, più volte richiesta, di parlare coi suoi candidati, asserendo che siccome erano “suoi “ candidati il leader della coalizione non poteva incontrarli. Noi siamo nel pieno di un’avventura, con una coalizione coesa ed entusiasta, che ci porterà a vincere in Calabria, in un referendum tra libertà da una parte e sudditanza dall’altra. C’è bisogno di essere passionali, competenti, coraggiosi, forti e autonomi".
Confermando ancora una volta il suo narcisismo megalomane l’ex magistrato non sembra affatto preoccupato dalla rottura con Tansi; tutt’altro, continuerà imperterrito nella sua corsa verso la Cittadella “andiamo avanti più convinti che mai e le nostre porte sono aperte per chiunque, anche della sua squadra, voglia effettivamente rendersi conto di quanto forte e giusta sia la nostra azione".
A questo punto non è da escludere una possibile alleanza con 5Stelle e PD che da tempo strizzano l’occhio a De Magistris. Proprio il Partito Democratico negli ultimi giorni ha avuto un gran bel da fare per convincere il suo candidato principale Nicola Irto a ritirare le dimissioni e cercare di risanare un rapporto ormai logoro considerando le gravi accuse che lo stesso Irto ha rivolto ai vertici del PD, diviso in vari feudi e interessato più a stringere alleanze che ai programmi reali.
L’ex ministro degli affari regionali Francesco Boccia pare si sia guardato intorno per rimpiazzare Irto contattando il professore Enzo Ciconte calabrese doc di Soriano nonché vecchio rottame del PCI revisionista ma conteso dallo stesso De Magistris.
Insomma, ancora una volta siamo di fronte a un vero e proprio valzer di candidature con tanto di giravolte che scoperchia lo squallore dell’elettoralismo borghese. Altro che bene della Calabria. L’unica cosa che interessa davvero ai politicanti delle varie coalizioni di “centro-destra” e “centro-sinistra” entrambe fautrici del capitalismo è l’accaparramento del consenso elettorale e la conseguente spartizione delle poltrone. L’alternativa vera, reale, alle prossime elezioni d’ottobre in Calabria non sarà votare per questo o quel candidato presidente ma scegliere tra il capitalismo e il socialismo.
E la vittoria del socialismo si può realizzare iniziando ad appoggiare l’astensionismo tattico marxista-leninista che serve a tracciare una netta linea di demarcazione tra il proletariato e la borghesia.
Anche se il solo voto astensionista non può bastare. Per questo motivo noi del PMLI proponiamo alle masse anticapitaliste, comprese le ragazze e i ragazzi fin dai 14 anni, qualunque sia il partito di appartenenza, di creare nel quartiere, frazione di comune o zona rurale in cui risiedono le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari, fondati sulla democrazia diretta.
9 giugno 2021