Nell’ambito della mobilitazione nazionale
Presidio a Forlì per la sicurezza sul lavoro
La denuncia di Cgil, Cisl e Uil non basta. Occorre una seria e dura lotta, non qualche richiesta parziale al governo di turno!
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
Sabato 29 maggio si è svolto anche a Forlì un presidio indetto dai sindacati confederali nel contesto della mobilitazione nazionale “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro", al culmine una serie di assemblee e volantinaggi nei luoghi di lavoro in diverse città del paese sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro.
A preoccupare sono i tragici dati che testimoniano come a fronte di meno ore lavorate nel primo trimestre del 2021 vi sia stato un aumento degli infortuni sul lavoro. Nella provincia di Forlì-Cesena sono state 1.604 le denunce di infortunio con un aumento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2020. Ad aumentare maggiormente poi sono stati proprio gli infortuni durante il lavoro, +7,6%, rispetto a quelli durante gli spostamenti (detti anche “in itinere”), e a dimostrazione di come la condizione le donne continui ad essere un gradino, e più, sotto a quella degli uomini, vi è un forte aumento degli infortuni delle donne, +12,3%, a fronte di una calo dell’occupazione femminile del 6,2%.
I sindacati, ben lontani da imbastire una battaglia seria e dura sulla questione della sicurezza sul lavoro, si limitano ancora una volta a “chiedere” al governo di turno, questa volta al governo Draghi, una serie di misure, nello specifico “l'introduzione della patente a punti che premi le imprese che rispettano la normativa sulla salute e sicurezza e l'applicazione del CCNL e penalizzi fino anche a sospenderne l'attività, le imprese che non garantiscono la sicurezza, incentivi per l'innovazione e ammodernamento delle tecnologie e nei dispositivi di protezione individuale (Dpi), un aumento del personale di vigilanza, ridotto anche sul nostro territorio ai minimi termini, prevedendo anche delle assunzioni mirate e garantendo agli organi ispettivi un aggiornamento costante della loro formazione, una formazione adeguata ai lavoratori a prevenire adeguatamente i rischi in ogni contesto lavorativo e una formazione adeguata anche delle rappresentanze sindacali per la sicurezza RLS/RLST. Formazione che è fondamentale per far sì che la contrattazione nazionale e decentrata declini in modo mirato le procedure di prevenzione, intervenendo sull'organizzazione del lavoro. Chiediamo infine che venga inserito il tema della Salute e Sicurezza come materia specifica in tutte le scuole superiori".
Dal palco i segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno gridato di fermare “subito” la spirale di morti sul lavoro, “un dato che evidenzia la tragica supremazia del profitto sul rispetto della vita umana, una cinica visione degli affari, che purtroppo è causa di tante vittime e infortuni gravi, spesso con la criminale manomissione dei sistemi di protezione”. Una denuncia che però ancora una volta non chiama sul “banco degli imputati” il bestiale sistema di sfruttamento capitalistico che costringe le lavoratrici e i lavoratori a ritmi di lavoro insopportabili e si nutre del loro sangue per realizzare profitti sempre più alti, e sarà impossibile porvi almeno un freno attraverso la concertazione. Occorre invece rilanciare la conflittualità, il coinvolgimento e la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori nella lotta di classe, mettendo in campo tutta la forza del proletariato e dei lavoratori in modo da contrapporsi al governo e alla sua politica tutta volta a cancellare non solo diritti o salario, ma anche la vita stessa dei lavoratori.
9 giugno 2021