In centinaia in cassa integrazione da dicembre
I dipendenti ex Auchan di Giugliano di Napoli rischiano il licenziamento
Proclamato lo stato di agitazione. Gravissime responsabilità politiche del governo Draghi
Redazione di Napoli
L'ipotetica fine della pandemia da coronavirus sta portando alla luce, giorno dopo giorno, la gravissima crisi occupazionale che sta travolgendo i settori del commercio e dell’industria. Dilagano la disoccupazione e la cassa integrazione che stanno colpendo diversi centri commerciali della Campania, con un rischio non lontano dalla perdita di circa mille posti di lavoro tra dipendenti e indotto.
Si fa dura la situazione negli ormai ex supermercati Auchan, la multinazionale francese che ha deciso di abbandonare Napoli e provincia e, attraverso la società di passaggio Margherita Distribuzione, mettere in cassa integrazione da dicembre 2020 centinaia di lavoratrici e di lavoratori del settore, senza garantire una specifica continuità e congelando i posti dei dipendenti che lì lavorano da circa 15 anni e speravano di arrivare alla pensione. Sicurezza non da poco in città di provincia importanti come Giugliano, Mugnano e Nola.
Sarebbe dovuta essere la stessa Margherita a garantire la continuità del lavoro che, per quanto concerne il punto vendita di Giugliano è stato ceduto alla società Gdm del padrone Longobardi, titolare del marchio Coop nell’hinterland partenopeo, e che avrebbe dovuto subentrare e sostenere costi di lavoro e spese di manutenzione delle notevoli aree vuote e inutilizzate da quasi un anno. È di queste settimane la consumata rottura tra la famiglia Longobardi e i padroni della Coop che con un colpo di coda, hanno rigettato il progetto di ri-assunzione dei dipendenti ex Auchan, che lavoravano lì dal 2006, e che ora si vedono buttati senza garanzie in mezzo ad una strada.
Di conseguenza Longobardi rischia di perdere anche i siti a marchio Coop ad Afragola e Quarto, con un effetto domino devastante sull'occupazione nella provincia di Napoli. Inoltre, per un errore di corrispondenza tra l’INPS e i nuovi padroni, dal febbraio scorso anche la cassa integrazione è stata clamorosamente sospesa con ulteriori danni per i lavoratori che quindi ora chiedono, tramite le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, la stipula della nuova contrattazione, il recupero della cassa integrazione guadagni persa in questi cinque mesi e l’adeguamento salariale pari a quello percepito con la multinazionale francese.
Non si possono tacere le gravissime responsabilità delle istituzioni nazionali e locali che, nonostante il proclamato stato di agitazione dei dipendenti ex Auchan, in passato hanno impedito il pieno diritto di sciopero e manifestazione (gli scioperi sono stati circoscritti alle aree esterne degli ipermercati) per rivendicare il sacrosanto posto di lavoro. Responsabilità che investono direttamente il governo Draghi del capitalismo, della grande finanza e dell’UE imperialista che non ha nulla a che spartire con i diritti che richiedono a gran forza le lavoratrici e i lavoratori ex Auchan della provincia napoletana.
9 giugno 2021