Capitalismo assassino
Nei primi 5 mesi del 2021 già 303 omicidi sul lavoro
A maggio record di 68 vittime; altre 16 nella prima settimana di giugno
Occorre lo sciopero generale per la sicurezza sui luoghi di lavoro
Mentre il governo del banchiere massone Draghi, i vertici sindacali collaborazionisti e la stessa Confindustria si fingono mortificati, piangono lacrime di coccodrillo e ogni volta promettono che “è necessario fare qualcosa per rendere più sicuro il lavoro”, l'ecatombe di lavoratori nei luoghi di lavoro in nome del massimo profitto capitalista non accenna a placarsi.
Dall’inizio dell’anno al 6 giugno si contano già 303 omicidi sul lavoro. Un record senza precedenti a cui andrebbero aggiunti almeno altri 300 lavoratori che hanno perso la vita in itinere, durante il tragitto casa-lavoro, più quelli causati dal coronavirus che continua a colpire duro soprattutto tra il personale medico e sanitario con 168 vittime nel 2021 e un totale di 358 vittime dall’inizio dell'epidemia di cui il 70% donne.
Il mese di maggio in particolare si è chiuso con un bilancio nerissimo di 68 morti. Mentre nella prima settimana di giugno si contano già 16 lavoratori morti.
Tra i settori più colpiti spiccano l'agricoltura, dove si contano già 83 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2021, e l'edilizia dove i decessi per ribaltamento e schiacciamento da muletto rappresentano la seconda causa di morte in assoluto.
Si tratta di omicidi premeditati, specie se si pensa che, per salvare la vita di chi guida un trattore o un muletto, basterebbe montare sui mezzi dei semplici roll-bar di sicurezza. Un optional che costa poche centinaia di euro ma che i padroni evitano di montare per risparmiare sui costi.
Il 1° giugno a San Vito al Tagliamento (Pordenone) Marco Celant, operaio 38enne di Fiume Veneto, è morto schiacciato in un'azienda di lavorazione di alluminio mentre stava manovrando un muletto.
Il 3 giugno in Calabria sull'A2 è morto un operaio ANAS investito da un automobilista mentre lavorava in un cantiere; a Pesaro Urbino un agricoltore ha perso la vita travolto da una rotoballa.
Il 4 giugno è il giorno più terribile con ben 10 lavoratori morti: due asfissiati in provincia di Cuneo. Un altro è stato travolto da un carico in provincia di Bergamo. Un agricoltore è rimasto schiacciato dal trattore in provincia di Bologna. La quinta vittima, rimasta gravemente infortunata in Basilicata un mese fa, è deceduta dopo oltre un mese di agonia. Un altro agricoltore di 48 anni Fabio Rovere ha perso la vita in provincia di Imperia. Mentre a fine giornata altri 5 muratori bresciani sono morti in un gravissimo incidente stradale nel tratto di collegamento tra le autostrade A1 e A21 tra Caorso e Monticelli d’Ongina, direzione Cremona-Brescia. Si tratta di operai di una ditta edile di Corte Franca, nel bresciano, che stavano tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Sono tre italiani di 54, 61 e 66 anni, e due marocchini di 40 e 51 anni, uno dei quali residente a Covo, in provincia di Bergamo. Uno degli italiani era residente a Brescia, gli altri due a Bergamo.
Sabato 5 giugno altri 3 morti: dopo 5 giorni di agonia è deceduto presso l'ospedale di Torrette di Ancona Ortenzio Bruni, l'operaio rimasto gravemente infortunato il 31 maggio alla ‘Scandolara spa’; poche ore dopo a Reggio Emilia ha perso la vita Giovanni Matteotti, agricoltore di 67 anni schiacciato dal ribaltamento del trattore mentre lavorava in un podere di Castellarano, comune del comprensorio ceramico reggiano; la terza vittima è Giuseppe Di Vittorio, 56 anni di Montefino (Teramo), morto schiacciato dal ribaltamento della betoniera finita in una scarpata nei pressi del cimitero di Castiglione Messer Raimondo, sulla 365 della Valfino.
Un’odiosa scia di omicidi sul lavoro che hanno un mandante ben preciso: il bestiale sistema di sfruttamento capitalistico che costringe le lavoratrici e i lavoratori a ritmi di lavoro insopportabili e si nutre del loro sangue per realizzare profitti sempre più alti. Senza che lo Stato e le istituzioni facciano niente per impedire concretamente questa strage operaia.
Nell'immediato occorre battersi e fare pressione sui sindacati affinché indicano immediatamente uno sciopero generale per la sicurezza sui luoghi di lavoro; per opporsi al bestiale sfruttamento capitalista, chiedere più investimenti in sicurezza, più formazione mirata per le lavoratrici e i lavoratori, ricostituzione immediata e rilancio dei corpi ispettivi non solo di Inps, Inail e Ministero del Lavoro ma anche del Servizio Sanitario Nazionale e, soprattutto, pene esemplari per i padroni che rimuovono i sistemi di sicurezza e l'istituzione di una legge che introduca il reato di omicidio sul lavoro. E occorre battersi nelle piazze contro il decreto Semplificazioni recentemente approvato dal governo del banchiere massone Draghi, che peraltro liberalizza gli appalti, riduce i diritti dei lavoratori diminuisce ulteriormente la sicurezza nei cantieri. E quindi finisce per favorire e per non combattere questa strage operaia.
9 giugno 2021