Davanti alla Camera e nelle maggiori città italiane
In piazza i sindacati della scuola
Da Piazza Montecitorio a Pescara, da Potenza a Reggio Calabria, Napoli, Bologna, Reggio Emilia, Trieste, Roma, Genova, Milano, Ancona, Campobasso, Asti, Alessandria, Biella, Cuneo, Novara e Verbania, Torino, Vercelli, Bari, Cagliari, Sassari, Agrigento, Messina, Palermo, Firenze, Massa Carrara, Siena, Perugia, Mestre e in decine di altre città e centri cittadini, migliaia di insegnati, personale ATA, genitori e studenti sono scesi in piazza il 9 giugno nell'ambito del presidio nazionale indetto da FLC-CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e ANIEF “per chiedere sostanziali modifiche al decreto legge 'Sostegni bis' e il rispetto dei contenuti del Patto per la Scuola al centro del Paese, sottoscritto dalle confederazioni sindacali a Palazzo Chigi il 20 maggio che riconosce l’impegno profuso da tutto il personale durante la pandemia. Ora questo riconoscimento va concretizzato e tradotto in misure e interventi che assicurino stabilità e continuità al lavoro e il regolare avvio dell’anno scolastico il primo settembre con l’ascolto del mondo della scuola”.
Presidi di protesta si sono tenuti nelle principali piazze delle città, davanti alle scuole e nei pressi degli uffici scolastici provinciali e regionali per chiedere di “cambiare profondamente le misure sul reclutamento con l’assunzione dei precari chiamati dalla prima e seconda fascia delle graduatorie delle supplenze, superare i blocchi sulla mobilità del personale ripristinando l’assegnazione provvisoria annuale, rafforzare gli organici del personale docente, educativo ed ATA, ridurre il numero di alunni per classe... I numeri parlano chiaro: mancano all’appello 5.940 maestri della scuola dell’Infanzia, 23.538 della primaria, 38.884 docenti della scuola secondaria di primo grado e 44.329 del secondo grado. Inoltre, ci sono più di 100 mila posti in organico di fatto, tantissimi dei quali su sostegno. Con qualche decina di migliaia di immissioni in ruolo, che arriveranno dai pochi precari rimasti nelle GaE e graduatorie di merito dei concorsi, si coprirà poco più che il turn over”.
In un comunicato stampa unitario diffuso il 14 giugno, FLC-CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e ANIEF hanno inoltre annunciato la propria adesione e sostegno alla manifestazione nazionale indetta da diverse associazioni e coordinamenti di lavoratori precari fra cui (ADS, ANLI, GRUPPO AFAM, AnDDl, Docenti Precari Italiani, Docenti precari per la Stabilizzazione) per il 15 giugno davanti al ministero dell'Istruzione in Viale Trastevere per rivendicare la “stabilizzazione di tutti i docenti precari, compresi coloro attualmente iscritti nelle Gps di 2 fascia, materia e sostegno, che abbiano maturato 3 anni di servizio entro l’a.s 2020/2021, attraverso un percorso di formazione su materia e di specializzazione su sostegno; eliminazione del vincolo quinquennale (ridotto a 3 anni dal Decreto Sostegni Bis); NO all’aumento dell’orario di lavoro; riduzione del numero degli studenti per classe (con riferimento al problema delle c.d ‘classi pollaio’); aumento degli stipendi dei docenti in linea con quelli europei; stabilizzazione del personale ATA e degli educatori; NO alla riduzione delle ore di sostegno”.
16 giugno 2021