La sua precedente proposta di legge costituzionale è del febbraio 2020
Il deputato fascista Cirielli (FdI) ritorna alla carica per mettere fuori legge i partiti comunisti
Questa volta vi aggiunge le forze islamiche antimperialiste
A distanza di un anno il deputato fascista di Fratelli d'Italia, Edmondo Cirielli, ci riprova a far votare dal parlamento una legge che mette al bando i partiti, gruppi e movimenti che si richiamano al comunismo, e stavolta ci aggiunge pure quelli antimperialisti di ispirazione islamica.
Nel febbraio 2020 aveva presentato infatti una proposta di legge costituzionale che chiedeva di aggiungere alla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, quella sempre rimasta solo sulla carta che vieta “la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”, il seguente comma: “È vietata la costituzione, sotto qualsiasi forma, di partiti che, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica, si propongono l'instaurazione di regimi totalitari di ideologia comunista”. La proposta fu poi ritirata, verosimilmente per l'insorgere della pandemia e l'inagibilità del parlamento che rendevano assai improbabile una sua discussione, e ancor meno la doppia votazione con eventuale referendum confermativo richiesta dalle leggi di modifica costituzionale (Vedi Il Bolscevico
n.13/2020).
Ma l'ostinato crociato anticomunista è tornato adesso alla carica fiutando evidentemente un clima più favorevole, col governo del banchiere massone, e soprattutto atlantista di ferro, Draghi, che oltretutto ha imbarcato sul ponte di comando il fascioleghista Salvini e il piduista Berlusconi. E stavolta si è fatto più furbo, lasciando perdere la strada più lunga e difficoltosa della modifica della Costituzione e scegliendo quella più rapida e fattibile della proposta di legge ordinaria. L'idea è chiara nella sua logica criminale: estendere “in quanto compatibili”, come recita il testo depositato al Senato, tutte le norme del codice penale e le leggi speciali che sanzionano i promotori della ricostituzione del disciolto partito fascista (legge Scelba del 1952) e chi diffonde idee o promuove organizzazioni basate su discriminazione e violenza razziale, etnica, nazionale o religiosa (legge Mancino del 1993), anche “ai gruppi, organizzazioni, movimenti, associazioni o partiti che perseguono finalità antidemocratiche proprie delle ideologie dittatoriali di matrice comunista o integralista islamica in violazione delle libertà e dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dalle norme sovranazionali”.
Una sovrabbondanza di norme punitive
Tale estensione varrebbe infatti espressamente per l'articolo 604-bis del codice penale, che attualmente punisce solo reati riguardanti motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi. Se Questa legge venisse approvata dal parlamento, la sola propaganda di idee comuniste o antimperialiste islamiche potrebbe essere così punita con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o la multa di 6.000 euro; e con la reclusione da sei mesi a 4 anni se fosse riscontrabile l'istigazione a commettere violenza: cosa abbastanza facile per un pm, dal momento che la nozione di “violenza” è già implicita nel dispositivo della Cirielli, poiché esso si applica a gruppi che per definizione perseguono “finalità antidemocratiche” e in violazione “delle libertà e dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dalle norme sovranazionali”.
Naturalmente, in base a tale articolo, sarebbero vietati anche partiti, organizzazioni, movimenti, gruppi e quant'altro si richiamasse a ideologie di “matrice comunista o integralista islamica”, e chi vi partecipasse o prestasse assistenza alle loro attività sarebbe punito, “per il solo fatto della partecipazione o dell'assistenza”, con la reclusione da sei mesi a quattro anni, e da uno a sei anni per i promotori o dirigenti di tali organizzazioni. Inoltre tutte queste pene sono aumentabili fino alla metà e con l'esclusione delle attenuanti (articolo 604-ter).
Non bastasse ancora, il deputato fascista ci ha aggiunto non solo come abbiamo già detto le leggi Scelba e Mancino, riservate finora ai soli reati di apologia di fascismo e di odio razziale, etnico, nazionale e religioso, anche se mai applicate nella realtà contro i tanti fascisti, xenofobi e razzisti nostrani che delinquono indisturbati alla luce del sole; ma per soprammercato ci ha messo addirittura la legge 9 ottobre 1967, n. 962, riguardante “atti diretti a commettere genocidio”, come se chiunque professa idee comuniste o è di religione islamica possa essere anche un potenziale genocida.
Il solo articolo 270-bis del codice penale, che persegue “associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico”, argomenta Cirielli per giustificare il ricorso a tale sovrabbondanza di norme punitive, non è sufficiente perché non sempre è possibile dimostrare “l'intenzione e la possibilità di usare metodi terroristici” e non serve a colpire la propaganda, sia quella eversiva comunista che quella fondamentalista islamica.
Conseguenza della risoluzione anticomunista europea
Cirielli è il presidente della Direzione nazionale di FdI e ricopre la carica di questore della Camera, è già noto per aver ideato nel 2005 la legge ad personam
per Berlusconi che porta il suo nome e che gli dimezzava i tempi della prescrizione dei reati (anche se poi la portarono avanti altri), e non è nuovo a simili iniziative anticomuniste. Tra le più famigerate c'è il disegno di legge 1360 del 2008, di cui era relatore, poi ritirato per le forti proteste, che istituiva un “Ordine del tricolore” come “atto dovuto verso tutti coloro che impugnarono le armi e operarono una scelta di schieramento convinti della bontà della loro lotta per la rinascita della Patria”, ivi inclusi i “combattenti nelle formazioni dell'esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-45”. Cioè i fascisti della “Repubblica di Salò”, che erano equiparati ai partigiani e ai quali era pure riconosciuta una pensione. Quand'era presidente della Provincia di Salerno, oltre che con la proposta di legge per trasformarla in un “principato”, Cirielli si mise in luce per aver fatto affiggere in occasione del 25 Aprile del 2010 dei manifesti in cui, senza neanche citare la Resistenza, attribuiva la liberazione d'Italia unicamente all'intervento americano, che anzi avrebbe salvato il Paese dal comunismo.
Ma questa sua nuova e ben più ambiziosa iniziativa anticomunista, concepita e tentata una prima volta già un anno fa, non sarebbe stata neanche immaginabile senza la risoluzione anticomunista, provocatoria, menzognera e falsificatrice del parlamento europeo, approvata quasi all'unanimità il 19 settembre 2019 coi voti di FI, Lega, fascisti e PD, e l'astensione del M5S. Risoluzione che ha equiparato il comunismo al nazismo, ha falsificato la storia, datando e attribuendo lo scoppio della 2ª guerra mondiale alla firma del patto di non aggressione tra la Germania e l'URSS, e ha invitato tutti gli Stati membri a “condannare tutte le manifestazioni pubbliche delle due ideologie”, facendo altresì riferimento al fatto che “in molti degli Stati (nell'Est europeo e nel Baltico, ndr) il comunismo è messo al bando e con esso i suoi simboli”.
Spudorata falsificazione della storia del '900
Con ciò il parlamento europeo, con la complicità attiva della “sinistra” borghese italiana, ha fornito la base giuridica per iniziative legislative anticomuniste come questa di Cirielli. Non a caso, nelle motivazioni della sua proposta di legge, subito dopo aver denunciato la politica troppo “buonista” in nome della quale “si tollerano azioni, gesti, slogan e simboli che traggono la loro ispirazione dal regime dittatoriale comunista che in passato ha governato nell'Unione Sovietica, nell'Europa dell'est, in Cambogia, in Vietnam, in Cina, in Corea del Nord, a Cuba e che, oggi, è presente in Venezuela e in numerosi Paesi africani, mietendo milioni di vittime”, nonché le “politiche migratorie sempre più incontrollate che alimentano il pericolo di insediamenti nel nostro territorio di persone e di associazioni che si ispirano all'ideologia estremista islamica”, il deputato fascista si è richiamato esplicitamente a questa risoluzione europea. E lo ha fatto sostenendo che “la dura condanna del Parlamento europeo deve indurre le istituzioni di ogni Stato membro ad acquisire la giusta consapevolezza e a prendere la dovuta distanza, come giustamente avvenne nel caso del nazismo, dalle atrocità e dai crimini commessi dal totalitarismo comunista e da ogni altro regime dittatoriale, anche dell'epoca attuale, e in particolare da quello che si ispira, con idee e atti contrari ai diritti umani, al fondamentalismo di matrice islamica che, negli ultimi venti anni, sta minacciando la nostra nazione, l'Europa, il continente americano e in genere il mondo intero”.
Il fatto che la risoluzione europea condanni formalmente anche il nazi-fascismo è solo un espediente per giustificare il suo preciso scopo anticomunista. E infatti Cirielli ha buon gioco nell'ignorare del tutto i crimini del fascismo e del nazismo, mai nominati neanche una volta nel testo, e ricondurre praticamente l'intera storia del '900 ai soli cosiddetti “crimini del comunismo”, a cui fantomatiche “indagini storiche” da lui citate attribuirebbero “quasi cento milioni di morti”.
“Crimini” che includono ovviamente “il dramma delle foibe, l'epurazione etnica e il conseguente esodo degli italiani delle terre orientali dell'Istria e della Dalmazia”, ove “terre orientali” sta evidentemente per quelle annesse dall'impero fascista. E che a suo dire si sarebbero protratti per tutto il dopoguerra, fino agli anni '90, epoca “caratterizzata da un terrorismo di matrice comunista fautore di vili attentati e omicidi, con collusioni accertate con i servizi segreti delle nazioni comuniste del Patto di Varsavia egemonizzato dall'Unione Sovietica”. Senza nessun accenno, naturalmente, alle stragi fasciste e piduiste e ai vari tentativi di golpe fascista che hanno insanguinato quegli anni di cui ha la faccia tosta di parlare.
Uniamoci per affossare la legge anticomunista e fascista Cirielli
“Ancora oggi non si può negare che molti giovani inneggiano al comunismo e ai suoi princìpi antidemocratici, ignari della verità storica di quella che fu una dittatura atroce e pericolosa, come correttamente affermato dal Parlamento europeo”, nota Cirielli rivelando il vero scopo della risoluzione anticomunista europea e della sua conseguente e infame proposta di legge: falsificare la storia, impedire che le giovani generazioni si ispirino alla storia del movimento operaio internazionale, si impadroniscano del marxismo-leninismo-pensiero di Mao come strumento per comprendere il mondo e la società e per cambiarli, si uniscano ai marxisti-leninisti per abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo.
L'iniziativa del deputato fascista, perlopiù ignorata dalla stampa e dai partiti della “sinistra” borghese, non va presa sottogamba. Anche l'istituzione dell'anticomunista “Giorno del ricordo delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati”, votata praticamente all'unanimità dal parlamento italiano, partì anche allora dall'iniziativa di un singolo parlamentare della destra neofascista, Roberto Menia di AN. Se già allora la “sinistra” borghese non si vergognò di sposarla e votarla convintamente, tanto più si sentirà autorizzata oggi, che la proposta fascista porta anche il marchio dell'Unione europea. Né c'è da farsi illusioni sul M5S, visto il comportamento opportunista tenuto sulla risoluzione europea del 2019.
Bisogna allora risvegliare l'attenzione degli antifascisti, e in particolare dell'Anpi, ma anche di tutti i sinceri democratici e progressisti, contro questa infame legge anticomunista e fascista. Essenziale è a questo scopo l'unità d'azione di tutti i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, che ne sono i bersagli diretti, affinché lavorino tutti uniti per mobilitare un vasto fronte di protesta e di lotta per far ritirare la legge Cirielli prima che approdi in aula e affossare qualsiasi altro tentativo di attuare in Italia la risoluzione anticomunista, provocatoria, menzognera e falsificatrice del parlamento europeo.
23 giugno 2021