Intervento di Franco Panzarella per il PMLI all'assemblea dei lavoratori in lotta davanti ai cancelli Texprint a Prato
Uniamoci contro il padronato squadrista e assassino e il complice governo Draghi
Chi attacca i lavoratori in lotta attacca tutto il PMLI
La Cellula “G. Stalin” di Prato del PMLI esprime il massimo sdegno e condanna senza appello l'efferato assassinio del giovane sindacalista Adil Belakdim, coordinatore della sede di Novara e membro del Coordinamento nazionale del Si.Cobas.
Adil e altri due suoi compagni di lotta, che per fortuna se la sono cavata con leggere ferite, è stato investito la mattina del 18 giugno da un crumiro a bordo di un camion che ha forzato il presidio di protesta organizzato davanti ai cancelli dello stabilimento Lidl di Biandrate (Novara) dai lavoratori delle aziende del polo logistico del Novarese nell'ambito dello sciopero nazionale della logistica contro le bestiali condizioni di sfruttamento.
Lo stesso sdegno, condanna e solidarietà va a tutti i lavoratori in lotta vittime delle brutali aggressioni di questi giorni da parte di squadristi, mazzieri e milizie di sedicenti guardie private al soldo dei padroni contro i lavoratori della Texprint a Prato, della Fedex-TNT a San Giuliano Milanese, Lodi, Piacenza e decine di altre piccole e grandi vertenze.
C'è un unico filo nero che unisce l'assassinio di Adil al nuovo squadrismo padronale; una precisa linea repressiva messa in campo con la copertura e la complicità delle stesse istituzioni “democratiche” borghesi e delle “Forze dell'ordine” che non hanno mosso un dito per difendere i lavoratori in lotta dalle criminali aggressioni, proprio come avveniva durante la dittatura fascista.
La responsabilità di questi crimini antioperai e antisindacali ricade in primo luogo sui padroni schiavisti e assassini decisi a reprimere con ogni mezzo le lotte dei lavoratori con la complicità del governo del capitalismo, della grande finanza e dell'Unione europea imperialista del banchiere massone Draghi, il quale non ha perso tempo a mostrare il suo vero volto antioperaio, repressivo e forcaiolo.
Il governo Draghi e la vergognosa ammucchiata dei partiti della destra e della “sinistra” borghese che lo sostengono, invece di intervenire con la massima urgenza e fermare subito il violento attacco padronale e fascista contro i lavoratori si è apertamente schierato al fianco dei padroni.
In questi mesi insieme alla ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, Draghi non ha fatto altro che manganellare e criminalizzare le lotte dei lavoratori. Contro i sindacalisti del Si.Cobas hanno scatenato una feroce repressione poliziesca, giudiziaria e padronale con decine di arresti, denunce, processi, multe, provvedimenti restrittivi, fogli di via, serrate e licenziamenti in massa.
E quando si sono resi conto che tutto ciò non sarebbe comunque bastato a fermare la coraggiosa ondata di proteste dei lavoratori, hanno legittimato la violenza privata; hanno concesso ai padroni perfino la licenza di uccidere e ora piangono lacrime di coccodrillo e ipocritamente invitano a "far luce" su quanto accaduto a Biandrate.
Vergogna! Vergogna! Vergogna!
Siete voi i criminali, non chi lotta per i propri diritti!
Tutto ciò a riprova che nei momenti di grande difficoltà, la classe dominante borghese e i padroni non hanno alcun pudore a ricorrere a qualsiasi mezzo, costituzionale o incostituzionale, e finanche all'omicidio pur di mantenersi al potere e salvaguardare il profitto e i propri interessi.
Quello che sta accadendo a Prato, Piacenza, nel milanese e nel novarese è una sorta di prova generale della feroce repressione che il governo e i padroni hanno in mente di attuare su vasta scala in vista della ormai prossima scadenza del blocco dei licenziamenti che getterà sul lastrico altre centinaia di migliaia di lavoratori senza tutele e ammortizzatori sociali.
Di fronte a ciò, i marxisti-leninisti lanciano un forte allarme antifascista e invitano i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e tutti i sindacati di base a denunciare il crimine di Biandrate, le aggressioni dei padroni contro i lavoratori e a ricercare un accordo per dare una risposta unitaria a questi attacchi padronali, antioperai e antisindacali.
Ora più che mai è necessario mettere da parte settarismi, pregiudizi e preclusioni e lavorare tutti insieme per unire tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane per dare vita il più rapidamente possibile a un largo fronte unito in grado di rispondere colpo su colpo all'offensiva fascista, governativa e padronale.
In ogni caso il PMLI sarà sempre in prima linea senza badare a sacrifici per difendere gli interessi del proletariato e delle masse popolari italiane e dei popoli di tutto il mondo, e opererà instancabilmente, superando ogni ostracismo e ogni tentativo di emarginazione.
La grande manifestazione di ieri a Roma dimostra che è possibile marciare ognuno con i propri vessilli e bandiere e colpire tutti uniti.
Chi attacca i lavoratori in lotta attacca tutto il PMLI.
Tocca uno, tocca tutti.
23 giugno 2021