L’ex governatore toscano Rossi (PD) accusato di falso ideologico
Nuove inchieste su finanziamenti illeciti del PD. Indagato anche il mandatario elettorale Bachi
Dal corrispondente della Toscana
Su richiesta del pm Antonino Nastasi, il gup Gianluca Mancuso ha fissato per il 18 febbraio 2022 la prima udienza a carico dell’ex governatore toscano Enrico Rossi (PD) con l’accusa di falso ideologico nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità per le spese sostenute nella campagna elettorale per le elezioni regionali del 2015. Sarà processato anche il commercialista Luciano Bachi in qualità di suo mandatario elettorale. Entrambe avrebbero dichiarato di aver percepito contributi per 70.275 euro (dei quali spesi poco meno di 60 mila), ma non avrebbero invece palesato altri 600mila euro, raccolti dall’associazione “Eccoci” guidata da Ledo Gori.
Tutto nasce da un’altra inchiesta aperta a Pisa nel 2017 e sfociata in un processo attualmente in corso che vede imputato per corruzione l’ex capo gabinetto e braccio destro di Rossi, nonché dell’attuale governatore toscano Eugenio Giani (PD), Ledo Gori, recentemente destituito dalla sua carica perché indagato nell’inchiesta dei rifiuti illeciti “Keu” nelle province di Pisa e Firenze come garante tra imprenditori e istituzioni assicurando i voti degli imprenditori al candidato a governatore. Tra gli imputati anche lo psichiatra Alfredo Sbrana e il direttore sanitario dell’Asl Toscana Nord Ovest Mauro Maccari.
Negli atti raccolti nell’inchiesta del 2017, un’intercettazione faceva ipotizzare una raccolta fondi parallela destinata al candidato del 2015, Enrico Rossi.
L’avvocato Gaetano Viceconte e lo stesso Rossi imperniano la difesa affermando che il periodo esaminato si riferisce alla sua attività politica e non al solo periodo di campagna elettorale e che in ogni caso “l’eventuale violazione del tetto di spesa comporterebbe casomai una multa e non un illecito penale”. Rossi ha poi affermato: “io ho investito e speso per la campagna elettorale 2015 i soldi che ho certificato. L’associazione (Eccoci, ndr), ha raccolto nel tempo finanziamenti che sono stati utilizzati per la mia attività politica come incontri, iniziative, pubblicazione di libri, viaggi di lavoro”.
Nelle prime fasi dell’inchiesta sarebbe stato ipotizzato dalla procura anche il reato di finanziamento illecito, ma questa accusa è stato purtroppo archiviata perché la Suprema Corte ha stabilito che non è valido per le figure da essa non espressamente menzionate, come appunto il presidente di Regione.
Enrico Rossi come governatore toscano guadagnava circa 13mila euro lordi ed è stato presidente della Toscana per ben due mandati (2010-2020). Dopo una breve parentesi come assessore allo sviluppo economico nel comune di Signa, è stato investito dall’ex segretario del PD Nicola Zingaretti del ruolo di commissario del PD Umbro al posto di Walter Verini che lascia a seguito dell’inchiesta sui presunti concorsi truccati in sanità con 45 indagati tra i quali l’ex presidente della regione Umbria Catiuscia Marini, l’ex sottosegretario e segretario umbro del PD Giampiero Bocci e l’ex assessore regionale alla sanità Luca Barberini.
Questa inchiesta mostra ancora una volta come le manovre elettorali e i finanziamenti ai partiti borghesi portino con sé il “marcio” del capitalismo con favori di varia natura che si realizzano sulla testa del proletariato e delle masse popolari investite di una rappresentanza istituzionale del tutto irreale e fittizia. Per questo vanno anche abrogate tutte le norme sul finanziamento pubblico dei partiti istituzionali. Ci auguriamo che la magistratura faccia luce fino in fondo inchiodando alle sue responsabilità chi ha truffato e fatto soldi.
23 giugno 2021