Appello degli iscritti CGIL ai propri vertici nazionali
La storia non è finita
Ricostruiamo la speranza
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Non può essere finito tutto così. Non possono avere ragione i padroni quando dicono che la storia è finita e che bisogna rassegnarsi alle “oggettive” leggi del mercato. Non è vero che non ci sono altre strade possibili e che il massimo a cui possiamo ambire è “sperare” passivamente che le cose migliorino. La storia del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici italiane e del del più grande sindacato d’Italia, ci hanno insegnato che la speranza si costruisce, giorno dopo giorno, con la lotta. La crisi degli ultimi trent'anni è stata affrontata e attraversata nell’illusione di poter risolvere le cose tra "buoni amici" e mentre ci si affidava alla “pace sociale”, alla “concertazione”, al "dialogo" coi padroni, loro, approfittando della nostra sempre crescente debolezza, hanno affondato i loro pesantissimi colpi ai danni della classe lavoratrice di questo Paese. Senza lotta e conflitto, lentamente, abbiamo perso la nostra anima e ora come ora non facciamo più paura a nessuno. Da quando si è smesso di costruire la speranza, abbiamo incassato sonore sconfitte su tutti i versanti: sul salario diretto, sulle pensioni, sui diritti, sui servizi. Non c’è stato un solo fronte su cui abbiamo avanzato. Ogni volta che pensavamo di aver toccato il fondo ci siamo sbagliati perché ogni volta si è scavato sempre più in basso. Oggi si muore sul lavoro più di prima, ci si ammala sul lavoro più di prima, la pensione per molti è un sogno lontano e un lavoro stabile e ben pagato equivale ormai ad una vittoria alla lotteria:
Questo è il mondo che possiamo volere? Questo è il mondo che sognavano i nostri predecessori e fondatori del nostro sindacato?
Oggi subiamo un ulteriore affondo: i padroni dichiarano di aprire la stagione dei licenziamenti e voi, invece di aprire la stagione delle lotte, vi raccomandate al loro buon senso, lo stesso al quale è stata svenduta ogni cosa e che ha reso i risultati sopra descritti. Questa volta però le cose non possono andare come sono andate finora. Abbiamo accettato le vostre scelte, abbiamo cercato di comprenderle, spesso ce ne siamo fatti una ragione ma ora basta. I fatti dimostrano che non si può dialogare con chi ha a cuore solo i propri profitti, perché è una conversazione che in realtà è sorda da un orecchio. Finora abbiamo perso e basta. Noi crediamo, dunque, che è necessario cambiare direzione. Noi vogliamo che il più grande sindacato d’Italia, il nostro sindacato, ritorni ad essere protagonista.
Chiediamo ai vertici nazionali della CGIL di sospendere tutte le trattative con il governo finché non venga ripristinato il blocco dei licenziamenti per tutti, perché nessuno deve rimanere solo. Chiediamo di rompere le alleanze a perdere con chi ha smesso di sognare un mondo migliore e iniziare finalmente a far sentire la nostra voce aprendo una stagione di mobilitazioni e di lotta perché d'ora in poi le trattative devono avvenire passando prima dalle piazze.
Dobbiamo invertire la rotta prima che sia troppo tardi e abbandonare l’illusione del dialogo con chi non vuol sentire. Sentiamo sulle nostre spalle il peso della società futura da costruire, di un mondo migliore per le prossime generazioni. Sentiamo che questo spirito dell’utopia si è perso e che non stiamo svolgendo il nostro compito e questo fardello pesa sulle nostre coscienze come fosse il più grave dei delitti. Possiamo sopportare ritmi di lavoro sempre più frenetici, tempi di lavoro sempre più lunghi, l’alienazione di un lavoro il cui risultato non è nostro ma non possiamo sopportare la rassegnazione.
Ricostruiamo la speranza con la lotta.
Firma la petizione
7 luglio 2021