Fallito il tavolo del 23 giugno per colpa del governo Draghi
Si inasprisce la lotta degli operai Whirlpool di Napoli
Bloccata l’autostrada, occupato il lungomare. Contestata la giunta antipopolare De Luca
Redazione di Napoli
Il tavolo di trattative per evitare le centinaia di licenziamenti dello stabilimento Whirlpool di Napoli previsto per mercoledì 23 giugno a Roma alla presenza dei sindacati di categoria è stato di fatto un buco nell’acqua con la multinazionale che continua a non rispettare gli impegni presi e a creare le premesse per delocalizzare l’azienda a costi bassi e, comunque, fuori Napoli. Non certo per colpa degli operai o dei sindacati, ma per l’incapacità del governo del banchiere e massone Draghi e, nello specifico, della viceministra allo sviluppo economico Alessandra Todde che si illudeva con le “buone” di poter fissare una nuova agenda il cui contenuto era quello di salvare posti di lavoro e stabilimento.
È avvenuto l’esatto contrario. L’ennesimo fallimento del tavolo per responsabilità evidenti dell’Esecutivo non faceva demordere le combattive/i operaie e operai Whirlpool che nella stessa giornata del 23 giugno, bloccavano l’autostrada Napoli-Roma per diverse ore, mentre il giorno successivo presidiavano il lungomare di via Caracciolo a Napoli, facendo saltare il classico aperitivo della borghesia partenopea “turbata” dal blocco operaio.
I manifestanti prendevano non solo di mira il M5S, reo di aver fatto tante promesse senza risolvere il problema del lavoro, ma anche la giunta regionale antipopolare di De Luca, perché non si era schierata fermamente contro i licenziamenti decisi dai padroni. Il governatore campano rispondeva vigliaccamente: “non possiamo fare molto, tocca a Roma”, dimostrando scarso interesse e imbarazzo sulla vicenda, nonostante il clamoroso voltafaccia dell’azienda.
7 luglio 2021