Il vertice Ue-Usa aggiorna l'alleanza imperialista su pandemia, clima, commercio, Cina e Russia imperialiste
Il punto cardine della strategia:"Resistere agli sforzi degli autocrati di creare un ambiente che protegga il loro governo e serva i loro interessi, indebolendo al contempo le democrazie liberali"

 
"Rafforzare le democrazie contro gli autocrati” è il più sintetico e aggiornato slogan ripetuto dalla Casa Bianca per definire le linee guida della politica estera dell'imperialismo americano che sotto la guida dell'amministrazione Biden chiama all'unità dei paesi imperialisti occidentali, spacciati per democrazie, nella guerra a tutto campo con le rivali "autocratiche" Russia e Cina. Ce lo ripeteva il segretario di Stato americano Antony Blinken, in Italia per una visita che comprendeva anche la riunione della coalizione anti-ISIS e il G20 dei ministri degli Esteri di Matera, in una intervista pubblicata il 29 giugno dalla compiacente la Repubblica del filoatlantico Maurizio Molinari dove precisava che è "la Cina la nazione più complicata con cui abbiamo a che fare nelle nostre relazioni (...) e quando abbiamo a che fare con la Cina - come avversario, rivale o partner - siamo molto più efficaci se agiamo assieme. Questa è stata la convergenza fra i summit G7, Nato e Usa-Ue". Dei primi due vertici ci siamo già occupati nei passati numeri del giornale, l'ultimo del 15 giugno ha svolto il suo compito specifico per aggiornare i rapporti dell'alleanza imperialista Usa-Ue su pandemia, clima, commercio e rilanciare le cosiddette democrazie nel confronto con Cina e Russia imperialiste. Al di là dei rapporti economici che i paesi europei hanno e vogliono ancora mantenere con le due potenze concorrenti. Anche se le pressioni dell'imperialismo americano cominciano a far sentire i loro effetti come nel caso della proposta avanzata prima del consiglio Ue del 24 giugno dalla cancelliera tedesca Angela Merkel di rilanciare con un vertice Ue-Russia un autonomo canale di dialogo con Mosca, dopo l'incontro a Ginevra tra Putin e Biden; una proposta che pur sostenuta da Francia e Italia è stata bocciata per la decisa opposizione dei reazionari e filoatlantici governi di Ungheria, Polonia e paesi Baltici.
"In particolare al summit Usa-Ue - ricordava Blinken nell'intervista - abbiamo deciso di cooperare più strettamente su commercio e tecnologia, incluso quando si tratta di decidere norme e standard perché è in corso una grande competizione proprio su questi temi" in particolare con la Cina, in quella che la Nato ha definito una sfida sistemica. L'incontro di Bruxelles tra il presidente americano Joe Biden e i due rappresentanti della Ue, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Charles Michel, è durato appena due ore ma il comunicato finale era già stato messo a punto nei lavori preparatori dove si registrava la necessità di "rinnovare il nostro partenariato transatlantico e stabilire un’Agenda transatlantica comune per l’era post-pandemica". Seguendo una strategia imperialista che ha quale punto cardine quello esplicitato nel documento finale del vertice con le parole "resistere agli sforzi degli autocrati di creare un ambiente che protegga il loro governo e serva i loro interessi, indebolendo al contempo le democrazie liberali".
Il documento, titolato "Verso un rinnovato partenariato transatlantico", registrava anzitutto che i soci imperialisti mettevano fine alla guerra dei dazi scatenata dalla precedente amministrazione Trump in seguito alle lite quasi ventennale sul caso degli aiuti statali europei al consorzio Airbus, condannati nel 2019 dall'Organizzazione mondiale del commercio su ricorso dell'americana Boeing. In realtà la guerra è solo sospesa per cinque anni ma tanto basta a Biden per fare la pace con la Ue e concentrare i colpi comuni contro la Cina. Il coordinamento tra Usa e Ue sarà messo in pratica da un nuovo Consiglio Euro-Americano per il commercio e la tecnologia, un forum di consultazione permanente che si occuperà anche di intelligenza artificiale, di cybersicurezza, di ambiente, allo scopo di far crescere il commercio bilaterale, promuovere l'innovazione e la leadership da parte degli Stati Uniti e delle imprese europee ma anche "evitare nuove inutili barriere tecniche al commercio", leggi guerre commerciali tra le due sponde dell'Atlantico. Perché il comune interesse dichiarato è quello di dare battaglia a Pechino e mettergli i bastoni tra le ruote fin dentro l’Organizzazione Mondiale del Commercio per "riformare il sistema commerciale multilaterale basato su regole" che secondo la cordata a guida Usa non sarebbero rispettate dalla concorrente cinese in merito a "sussidi industriali, comportamento sleale delle imprese statali e altri scambi e pratiche distorsive sui mercati".
Cina e Russia rispondevano all'attacco della concorrente cordata imperialista a guida Usa intanto con il vertice in videoconferenza del 28 giugno tra i presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping che rilanciava l'asse Mosca-Pechino sulla base dell'estensione del Trattato sino-russo di buon vicinato, amicizia e cooperazione. Con Putin che esaltava i rapporti con la Cina arrivati a "un livello senza precedenti" e che rappresenterebbero "un modello di cooperazione interstatale nel XXI secolo".

7 luglio 2021