Il gruppo Melrose vuole chiudere la storica fabbrica di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze
"Insorgiamo!” il grido di rivolta dei lavoratori GKN, tutti licenziati in tronco
Cancellati 422 posti di lavoro, un migliaio con l'indotto. Immediata la risposta dei lavoratori con presidio, assemblee, corteo, occupazione della fabbrica. Larghissima solidarietà. Solidarietà e sostegno militante del PMLI presente da subito con la bandiera davanti ai cancelli. Lunedì 19 luglio scendiamo tutti in piazza al fianco dei lavoratori GKN per lo sciopero generale metropolitano
IL GOVERNO DRAGHI IMPEDISCA LA CHIUSURA DELLA FABBRICA
Redazione di Firenze
Venerdì nero il 9 luglio per le lavoratrici e i lavoratori della GKN, una delle grandi fabbriche metalmeccaniche rimaste nell'area fiorentina, nata dalla ex Fiat per produrre componenti automobilistiche, licenziati in tronco con una e-mail. 422 posti di lavoro e una fabbrica storica che il gruppo Melrose vuol cancellare senza nemmeno aprire un confronto sindacale.
Non proprio un fulmine a ciel sereno. Questo gruppo inglese è specializzato nell’acquisizione e nel risanamento di aziende in difficoltà per poi rivenderle intere o a “spezzatino” e ha acquisito la GKN nel marzo 2018 per 9 miliardi dai precedenti azionisti su cui gravava un “buco” di 1,6 miliardi di euro accumulato nel fondo pensionistico; d'altra parte il decreto sblocca licenziamenti “consiglia” ma non impone di aprire una trattativa prima dei licenziamenti e il gruppo Melrose ne ha approfittato subito.
Immediata la risposta dei lavoratori che hanno organizzato in un batter d'occhio il presidio davanti ai cancelli, la sera stessa del 9 si è tenuta la prima affollata assemblea di solidarietà, a cui ha partecipato il PMLI con la propria bandiera, consegnando ai lavoratori una solidarietà del Comitato provinciale di Firenze del Partito, che riportiamo in questa stessa pagina; un nostro militante è stato coinvolto da subito nell'organizzazione del presidio e continua a collaborare attivamente.
I pensieri sono andati alla vicenda della Bekaert (ex-Pirelli) di Figline Valdarno (Firenze) dove dopo una dura vertenza durata oltre due anni nel dicembre scorso sono arrivati i licenziamenti per gli ultimi 176 lavoratori rimasti, vittime del profitto capitalista, dello scarso impegno dei vertici sindacali e delle vuote promesse degli amministratori locali e governativi. La sensazione di tutti è che con i licenziamenti alla GKN, così come pochi giorni prima in provincia di Monza dove il gruppo tedesco Quantum ha licenziato in tronco tutti i 152 lavoratori della Gianetti (produzione di ruote), il padronato, con la strada spianata dal governo del banchiere massone Draghi, stia inaugurando una stagione di lacrime e sangue.
E infatti nel pomeriggio di sabato 10, dopo un'altra assemblea davanti ai cancelli, gli operai GKN sono sfilati in corteo nella zona dietro lo striscione “Insorgiamo!” del Collettivo di fabbrica. Una chiamata alla lotta da raccogliere senza esitazioni.
Nella notte una cinquantina di lavoratori erano entrati in fabbrica, sotto gli occhi dei vigilantes armati schierati dalla proprietà che non sono intervenuti, per impedire che vengano smantellati e trasferiti i macchinari, tra l'altro alcuni nuovi ancora imballati.
Immediata, sentita, la solidarietà popolare. Mobilitate forze politiche e sindacali.
I cancelli della fabbrica tappezzati da tante bandiere rosse, fra cui quella del PMLI che vi ha aggiunto un apposito manifesto e un cartello con la richiesta dello sciopero generale per il lavoro, e le bandiere di sindacati di base e confederali, bandiere e striscioni di numerose categorie. Nella prima dichiarazione la Fiom Cgil, tramite Michele De Palma, Segretario nazionale e Daniele Calosi, Segretario generale di Firenze e Prato si è limitata a “chiediamo all’azienda il ritiro immediato della procedura di licenziamento e l’attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente e alle istituzioni politiche la convocazione del tavolo al Ministero dello Sviluppo, coinvolgendo la Regione Toscana e le Istituzioni Locali”.
Con l'allargarsi della consapevolezza dell'importanza della vertenza si sta poi parlando di uno sciopero generale di tutte le categorie a livello provinciale o forse regionale ma ad ora non è stato indetto.
C'è stata poi un'affollata passerella, condita di dichiarazioni altisonanti, di tanti politici borghesi. Dichiarazioni che è utile appuntarsi e successivamente confrontare con la pratica. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (PD), ha dichiarato: "si tratta di modalità che non possono essere accettate", il segretario del PD Enrico Letta: “se questo è l'andazzo, allora lo sblocco dei licenziamenti va cambiato”. Ancora più roboanti le dichiarazioni degli amministratori toscani. Il governatore PD Eugenio Giani: “Quanto accaduto è inaccettabile e di una gravità inaudita. Ci opporremo con tutte le nostre forze e l’impegno della Regione sarà massimo”; Dario Nardella (PD), sindaco di Firenze e dell'area metropolitana: "resteremo da ora fino a quando servirà al fianco del sindaco di Campi e dei lavoratori della Gkn. Siamo pronti a qualunque iniziativa finalizzata a bloccare questa ‘mattanza sociale’"; i sindaci dell'area metropolitana saranno presenti a turno davanti ai cancelli mentre il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi (PD), ha vietato l'accesso ai mezzi pesanti nell'area dello stabilimento GKN per impedire lo smantellamento e dichiara: “saremo presenti davanti ai cancelli giorno e notte. La loro battaglia è la nostra battaglia: non ce ne andremo”.
Il governo Draghi deve impedire la chiusura della fabbrica. Punto.
Giovedì 15 si apre un tavolo al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) e per lunedì 19 luglio Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero generale territoriale dell’area metropolitana di Firenze, con manifestazione la mattina in piazza Santa Croce “a sostegno della vertenza Gkn, per difendere la dignità del lavoro, il tessuto industriale, i diritti e la legalità”.
Le lavoratrici e i lavoratori GKN hanno la piena solidarietà e il sostegno militante del PMLI. Li invitiamo a fare leva sulla lotta di classe per difendere il posto di lavoro e i propri diritti, e farsi parte attiva per richiedere subito lo sciopero generale nazionale con manifestazione a Roma per il lavoro.
14 luglio 2021