Delibera del governo Draghi
L'Italia imperialista di Draghi sempre più presente in Africa
500 mila euro in più alla Guardia costiera libica

 
Nel comunicato del ministero della Difesa nel quale si annunciava il varo da parte del Consiglio dei ministri del Decreto Missioni per l'anno 2021 del 17 giugno scorso e inviato ai primi di luglio all'esame delle Commissioni Esteri e Difesa della Camera si metteva in evidenza che le proposte presentate dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini facevano riferimento al "concetto di 'Mediterraneo Allargato' nella sua accezione di spazio geopolitico multidimensionale che ricomprende culture e società differenti ma sempre più strettamente interconnesse, dal punto di vista economico e della stabilità, e caratterizzate da crisi e problematiche i cui effetti si riverberano, inevitabilmente, sull’Europa". E che in base a questa analisi diventano di interesse strategico per l'imperialismo italiano tutti i paesi di questa macroregione, tanto da meritarsi una particolare attenzione politica e militare.
Delle 40 missioni militari internazionali previste nel 2021, 38 sono già in atto e ben 17 sono quelle nell'area africana, delle nuove sei missioni si citano in particolare quella nello Stretto di Hormuz, nel Golfo Persico, nell’ambito dell’iniziativa multinazionale europea EMASOH e in Somalia, seppur con un solo rappresentante italiano che marcherà la presenza del tricolore imperialista nella missione di assistenza della Nazioni Unite UNSOM. Assieme a Libano e Ucraina, a sostegno delle provocazioni Usa e Nato nel Mar Nero contro la rivale imperialista Russia, si aggiungono altre due nuove missioni che riguardano la Libia, sotto la forma di partecipazione ai programmi di assistenza della Ue con personale del ministero della Giustizia e della Guardia di Finanza.
Riproponendoci di tornare sull'argomento una volta approvata definitivamente la legge sul Decreto missioni possiamo già mettere in evidenza che l'Italia imperialista di Draghi è sempre più presente in Africa e non vuole continuare a essere emarginata nella questione della Libia in particolare. Il governo Draghi si muove in piena continuità con i governi precedenti a partire dall'applicazione del vergognoso Memorandum d’Intesa tra Italia e Libia, stipulato nel 2017 dal governo Gentiloni e dal ministro dell'Interno Marco Minniti e rinnovato per altri tre anni alla scadenza formale il 2 febbraio 2020 dal secondo governo Conte.
Un elemento denunciato con forza da tutte le organizzazioni umanitarie che seguono la questione migranti riguarda l'aumento dei finanziamenti alle attività della cosiddetta Guardia costiera libica che nel 2021 avrà 10,5 milioni di euro contro i 10 milioni del 2020, per un totale di 32,6 milioni dal 2017. Proprio alla vigilia dell'inizio della discussione nelle commissioni parlamentari, una motovedetta libica aveva sparato il 30 giugno contro un barcone di migranti; la vicenda era stata denunciata dall'organizzazione umanitaria tedesca Sea Watch assieme al fatto che la motovedetta che aveva sparato era la Ras Jadir 648, un mezzo regalato ai libici dall’ex ministro Minniti il 15 maggio del 2017.
La cosiddetta Guardia costiera libica quando non spara sui barconi intercetta i migranti e li riporta in Libia dove "sono destinati ad essere vittime di abusi e torture sistematiche dalle quali stavano scappando, finendo nei centri di detenzione ufficiali e in altri luoghi di prigionia clandestini. Né tantomeno si è attuata una revisione dello stesso accordo con le autorità libiche, nonostante numerose inchieste e testimonianze abbiano confermato il coinvolgimento della Guardia Costiera libica nel traffico di esseri umani", denunciava Oxfam italia che attaccava il governo Draghi che "sta agendo in perfetta continuità con gli esecutivi precedenti sulle politiche migratorie", nei rapporti con la Libia, "un paese dove 'l’industria del contrabbando e tratta' è stata in parte convertita in 'industria della detenzione' con abusi e violenze oramai note a tutti, anche grazie a questo considerevole flusso di denaro” fornito dall'Italia.
"L'Italia abbandoni le politiche di deterrenza e contenimento e si concentri piuttosto sulla salvaguardia e protezione di uomini donne e bambini nel rispetto dei loro diritti umani", chiedevano ActionAid, Amnesty International e Medici Senza Frontiere in un comunicato congiunto dell'8 luglio inviato alle commissioni parlamentari di esteri e difesa di Camera e Senato per chiedere la cancellazione del contributo alla cosiddetta guardia costiera libica. Che può essere un primo passo affinché l'imperialismo italiano tolga le mani di dosso alla Libia e all'Africa.

14 luglio 2021