Appena rimosso il blocco da parte del governo
La multinazionale Whirlpool annuncia i licenziamenti
Contestati Draghi e Cartabia in visita al carcere di S. M. Capua Vetere
Redazione di Napoli
Lo sblocco dei licenziamenti a parte del governo del banchiere massone Draghi ha subito fatto la sua prima vittima, in realtà già annunciata. Trattasi infatti dello storico stabilimento partenopeo della Whirlpool che, nonostante l’accordo di nicchia firmato il 29 giugno da sindacati, governo e padroni di Confindustria, ha prodotto soltanto la fredda risposta della multinazionale degli elettrodomestici che, rifiutandosi di utilizzare la cassa integrazione guadagni, virerà verso il licenziamento collettivo delle centinaia di dipendenti della fabbrica di via Argine per evitare dietrofront del governo verso un nuovo blocco.
L’amministratore delegato Luigi La Morgia non ha avuto alcuna pietà per i lavoratori e le lavoratrici in lotta esprimendo con agghiaccianti parole la tesi dei padroni nordamericani: “Dopo una riflessione durata una settimana molto intensa - ha spiegato - abbiamo deciso di avviare la procedura di licenziamento collettivo. Nel caso in cui venisse individuata un’alternativa, nell’ambito dei 75 giorni, che consenta il trasferimento delle persone e dei nostri asset presso un altro investitore industriale, noi siamo disponibili a discuterne”.
Immediata la risposta delle operaie e degli operai della Whirlpool che hanno contestato Draghi e Cartabia presenti presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, con il capo del governo che ha parlato di “sgarbo istituzionale” nella ipocrita visita presso la casa circondariale.
Una situazione che si aggiunge alle altre critiche come la Gianetti, che produce ruote in Brianza, che ha licenziato 152 dipendenti; la Gkn, che fabbrica semi-assi a Campi Bisenzio (Firenze), che è pronta a fare peggio con 422 lavoratori ad essere estromessi dal posto di lavoro.
“Un atto di sciacallaggio. L’avvio della procedura interrompe il dialogo e rompe le relazioni sindacali”, hanno precisato Barbara Tibaldi e Rosario Rappa della Fiom, mentre Gianluca Ficco, Uilm: “La decisione è odiosa e ingiustificabile, se si pensa che le tredici settimane aggiuntive di cassa integrazione sono esenti da costi”.
21 luglio 2021