Manifestazione davanti alla Camera contro il via libera al Decreto missioni
Sotto accusa il rifinanziamento della cosiddetta Guardia costiera libica

 
Fuori, in piazza Montecitorio, il 14 luglio si schieravano in file parallele i manifestanti
mobilitati da una serie di Ong, collettivi, migranti, attivisti e volontari, da Emergency e Amnesty International a Medici senza frontiere (Msf), Open Arms, Mediterranea, Sea-Watch, Sos Mediterranée con cartelli che chiedevano la cancellazione dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, "Abolish Frontex" e "Niente accordi con la Libia".
Il giorno successivo, il 15 luglio, la Camera rispondeva con l'approvazione della delibera del governo sulle nuove missioni e la proroga e il finanziamento delle missioni internazionali per il 2021, compresa la contestata "scheda 48" relativa all’addestramento della cosiddetta Guardia costiera libica, un impegno sul quale il governo Draghi aumentava la spesa di altri 500 mila di euro, per un totale di 10,5 milioni. La risoluzione della maggioranza passava con 438 voti a favore, 2 contrari e 2 astenuti, registrando la consueta vergognosa ammucchiata parlamentare a favore degli interventi militari dell'imperialismo italiano all'estero, nel Mediterraneo in particolare. Solo sulla scheda relativa all'impegno in Libia si registravano una trentacinquina di voti contrari, i deputati di Leu, 9 del Pd e 8 M5S, e 22 astenuti, tra i quali il gruppo di Italia viva. Il testo del via libera alle missioni passava così alla discussione in Senato che dovrebbe approvarlo entro fine luglio.
La maretta che aveva agitato per alcune ore il gruppo dei parlamentari del Pd era superata con un ipocrita emendamento, voluto da Enrico Letta e accolto dal governo, che prevede l'ipotetico "superamento della missione di assistenza" alla Guardia Costiera libica, trasferendone le funzioni ad altre missioni sotto l'egida della Ue non certo per mollare la presa sulla Libia ma "per consolidare il ruolo dell'Italia in Libia, razionalizzare la struttura di comando e potenziare il ruolo europeo".
"Il problema non è quale soggetto ne addestra un altro a compiere reati, ma che non bisogna farlo. I libici catturano i migranti, li rinchiudono nei centri, utilizzano violenza. E tutto questo è illegale", era stato il giorno prima il giudizio liquidatorio della proposta Pd espresso in piazza da parte della presidente di Msf Italia Claudia Lodesani. Che denunciava come già un anno fa la maggioranza che allora sosteneva il secondo governo Conte si era fatta vanto dell’impegno, approvato insieme al rifinanziamento, di far garantire il rispetto dei diritti umani da parte della sedicente "guardia costiera libica" e poi nei luoghi di reclusione mentre in realtà "la situazione è peggiorata". Grazie anche a un ruolo sempre più attivo dell'imperialismo italiano che aiuterebbe gli aguzzini libici nelle intercettazioni delle barche dei migranti con la nave della marina militare italiana di stanza nel porto di Tripoli secondo quanto ammesso dal ministro PD della difesa Lorenzo Guerini, denunciavano due parlamentari alla manifestazione in piazza Montecitorio.

21 luglio 2021