Un evento storico della lotta di classe in Italia generato dal Collettivo di fabbrica della GKN
In 10mila da tutta Italia in corteo contro i licenziamenti della GKN
Il combattivo corteo aperto dal grande striscione rosso Insorgiamo. Tante bandiere rosse al vento. Presenti i sindacati Fiom-Cgil, USB, SiCobas, Cub e Cobas. Delegazioni operaie da tutta Italia tra cui Whirlpool di Napoli, Texprint Prato e Electrolux Forlì. Molto risolute le lavoratrici del Comitato Donne GKN, tanti gli studenti e gli immigrati. Tra i partiti con la bandiera rossa la delegazione Toscana del PMLI diretta da Cammilli coadiuvato da Malesci. Cantate l’Internazionale, Bella Ciao e Fischia il vento. Salvetti della GKN: “Noi siamo ancora in piedi, ora portiamo la mobilitazione a Roma”
Scuderi: Il PMLI si batterà fino in fondo per il ritiro di questi licenziamenti, come quelli della Whirlpool e di altre aziende, e non si stancherà mai di invitare il proletariato a lottare contro il capitalismo e il governo del banchiere massone Draghi, per la conquista del potere politico e il socialismo

 
Dal nostro inviato speciale
È pienamente riuscita la manifestazione nazionale a sostegno della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN che si è tenuta nella zona industriale di Campi Bisenzio (Firenze) sabato 24 luglio. La fabbrica della piana fiorentina, che il fondo d'investimento britannico Melrose vuole chiudere gettando sul lastrico 500 persone, è al centro di una dura vertenza guidata dagli operai che sta raccogliendo un sostegno sempre più ampio dagli altri lavoratori e dalla popolazione di Firenze, Prato e di tutti i comuni limitrofi.
Da sottolineare come l'iniziativa, che ha assunto realmente un carattere nazionale viste le delegazioni giunte da tutta Italia, è stata sostanzialmente organizzata dai soli lavoratori della GKN, senza l'intervento diretto di sindacati o partiti, presenti solo come partecipanti. Essere riusciti a far arrivare quasi 10mila persone, nel gran caldo di fine luglio, alle porte del capoluogo toscano tra il cemento dei capannoni, dei viadotti e del grande centro commerciale i Gigli, è stata una scommessa vinta, il che alla vigilia non era affatto scontata.
Si tratta di un avvenimento storico perché negli ultimi decenni non era mai successo che dei lavoratori di una singola azienda, seppur importante, fortemente sindacalizzata e con delle operaie e degli operai straordinariamente combattivi, riuscisse a organizzare, tra l'altro in maniera impeccabile e con un perfetto servizio d’ordine, una manifestazione nazionale così importante, partecipata, che è riuscita a superare anche alcune divisioni sindacali e politiche, mettendo al centro la classe operaia, superando i confini aziendali e locali, ponendosi come punto di riferimento per tutte le lavoratrici e i lavoratori che stanno lottando contro la macelleria sociale, le ristrutturazioni capitalistiche e i licenziamenti che, accentuati dalla pandemia, si stanno abbattendo come uno tsunami sui lavoratori e le masse popolari.
Fin dalla prima mattinata i manifestanti sono affluiti davanti ai cancelli della fabbrica, occupata dagli operai. Davanti all'entrata il gazebo con il presidio, decine di bandiere e, lungo l'inferriata che cinge lo stabilimento, una miriade di cartelli e striscioni affissi da chi, in maniera organizzata o singolarmente, ha voluto esprimere solidarietà e incitamento a continuare la lotta. Per i marxisti-leninisti è stata una gioia rivoluzionaria profonda vedere esposta la bandiera, il manifesto e le locandine del PMLI.
Ai lavoratori della GKN bisogna riconoscere di aver tenuto sempre un atteggiamento combattivo, aperto, inclusivo, che accoglie il sostegno di tutti. Dai sindacati di base ai partiti con la bandiera rossa, da Cgil-Cisl-Uil ai rappresentanti che guidano le istituzioni locali cercando, quest'ultimi, di metterli con le spalle al muro per strappare impegni precisi che salvaguardino il lavoro. Tanto che perfino il governatore PD della Toscana Giani si è sentito in dovere di farsi vedere alla manifestazione.
Per questo è sembrato veramente fuori luogo e ancor più inaccettabile che la Cgil, a livello confederale, non abbia aderito alla manifestazione. Erano invece presenti metalmeccanici della Fiom, con in testa la segretaria nazionale Francesca Re David, che ha invocato l’intervento di Draghi sulla vicenda. Presenti anche la Flc, Flai, Fisac e i pensionati dello SPI, ma organizzati spontaneamente dalle realtà locali e aziendali. Presenti, come avevano annunciato, l'USB, il Si Cobas, Cobas e i CUB, mentre aveva aderito ufficialmente l'area di minoranza della CGIL, Riconquistiamo Tutto.
Rimane un fatto importante che in due manifestazioni svoltesi a pochi giorni di distanza, lo sciopero del 19 e la manifestazione del 24, si sono viste assieme le bandiere di sindacati confederali e di base, impensabile fino a poco tempo fa e ancora oggi fatto più unico che raro. Per quanto riguarda i partiti, quelli a sinistra del PD erano tutti presenti nel corteo: il PRC, il PCI, il PC, il PCL, i Carc, Sinistra Anticapitalista, Potere al popolo, Sinistra Italiana. Presente anche una nutrita delegazione del PMLI, formata da militanti e simpatizzanti provenienti da tutta la Toscana, un compagno anche da Napoli.
Quello che più risaltava del corteo, erano il rosso e la forte presenza delle operaie e degli operai. Tantissime bandiere rosse al vento. C'è poco da fare, il colore che contraddistingue le manifestazioni quando la lotta si fa dura è il rosso fiammante, mentre i protagonisti principali sono gli operai e i lavoratori. C'erano delegazioni da tutta Italia: della Whirlpool di Napoli, della FCA di Melfi e di Pomigliano, dell'Electrolux di Forlì, d'importanti fabbriche toscane come la Piaggio e la Sammontana, della Texprint di Prato, i lavoratori dell'aeroporto di Pisa, quelli della FedEx e della logistica.
Il corteo è stato aperto dal grande striscione rosso Insorgiamo portato dal Collettivo di fabbrica, parola d'ordine che riprende il motto della Resistenza fiorentina, subito dietro le lavoratrici del Comitato donne GKN, risolute e combattive. Anche gli studenti hanno dato il loro apporto, partecipando compatti dietro ad un unico striscione. Si sono fatti notare gli immigrati. I Rom tenevano ben alta la loro bandiera nazionale. Erano presenti anche l’Anpi, l’Arci, Articolo uno, CPA e Rete toscana in movimento. Un manifestante indossava una maglietta con l’effige di Marx con sopra scritto “Noi s’era detto”.
Pur trovandosi defilato rispetto ai centri abitati, il lungo corteo ha bloccato la circolazione delle importanti arterie stradali circostanti e ha animato la zona industriale con slogan, cori, striscioni, bandiere, fumogeni e tamburi. Sul percorso i volontari della Misericordia avevano allestito dei punti ristoro per distribuire l'acqua ai manifestanti.
In questo clima unitario e combattivo la delegazione toscana del PMLI, coadiuvata e assistita dall’encomiabile compagno di Prato Franco Panzarella, che faceva parte del servizio d’ordine, si è trovata perfettamente a proprio agio e ha ricevuto molti applausi. Il Capo delegazione Andrea Cammilli e la combattiva compagna Caterina Scartoni hanno incessantemente lanciato gli slogan e i canti Bella Ciao, Bandiera Rossa e l'Internazionale rilanciati in certi frangenti anche dal PC, PCI e PRC. Con quest'ultimo spezzone in particolare, verso la fine del corteo si è creato una bel clima fraterno, tra chi lotta per un obiettivo comune.
“Siamo tutti GKN” e “la GKN non si tocca, la difenderemo con la lotta” erano lanciati da tutti e hanno fatto da sottofondo per tutta la manifestazione. La delegazione del PMLI, che aveva come vice capo il compagno Simone Malesci, non ha rinunciato a slogan contro il governo Draghi e contro il capitalismo come “nessun lavoratore mai più sfruttato, al potere il proletariato”. Ripetutamente gridato e rilanciato da chi era vicino a noi “nessuno ferma la classe operaia”, slogan che viene usato spesso anche dagli operai GKN, ripreso dal quotidiano fiorentino la Nazione per titolare l'articolo sulla manifestazione, ma senza citare il PMLI. Passando davanti allo stabilimento della Laser Design, un folto gruppo di lavoratori, in gran parte migranti, uscito fuori a salutare il corteo, ha applaudito calorosamente il passaggio del nostro spezzone. Paolo (PRC) di Lucca, che tempo fa è andato alla sede centrale del PMLI per un intervista ci ha salutato più volte e ci ha detto che “legge sempre volentieri ‘Il Bolscevico’, in particolare ciò che scrive Margherita, che mi pare sia la vostra compagna più giovane”.
Dopo circa tre ore dall'inizio, il corteo è terminato davanti la fabbrica. Dal gazebo del presidio sono stati fatti gli interventi conclusivi. Tra questi quelli in rappresentanza dei lavoratori FedEx e delle Stellantis di Melfi. Alì, della Texprint di Prato, ha sottolineato come loro, lavoratori immigrati in lotta contro il padrone schiavista, si sono sentiti subito in dovere di contraccambiare gli operai GKN, da cui avevano ricevuto il sostegno alla loro battaglia; un bell'esempio di solidarietà di classe. Interventi combattivi anche dei lavoratori Piaggio e Alitalia.
Le conclusioni sono state affidate a Dario Salvetti, della RSU GKN. Soddisfatto per la grande partecipazione, dopo aver ringraziato tutti, ha detto: “Noi siamo ancora in piedi, ora portiamo la mobilitazione a Roma”, aggiungendo subito dopo: “se vorranno farlo anche le grandi organizzazioni sindacali di massa, ben vengano”. Un chiaro riferimento ai confederali e in particolare alla Cgil. Quello che è importante, come hanno sottolineato Salvetti e gli altri interventi, come era scritto in quasi tutti i volantini distribuiti dalle forze politiche e sindacali presenti, nei cartelli e negli striscioni, è unire tutte le lotte in un unico movimento contro i licenziamenti, contro i padroni e il governo Draghi che scaricano la crisi del capitalismo sulle masse lavoratrici e popolari.
La bellissima giornata di lotta si è conclusa tra grida le d'incitamento e gli applausi dei presenti, con la promessa di rivedersi presto per nuove mobilitazioni. I marxisti-leninisti hanno voluto chiudere la loro partecipazione in bellezza, al canto collettivo di “Bella Ciao” e con la distribuzione dei volantini sulla GKN, sul governo Draghi, sull'editoriale di Scuderi e sulla commemorazione di Mao il 12 settembre a Firenze. Nel caloroso messaggio di ringraziamento dell'UP del PMLI ai membri della delegazione del Partito, tra l'altro c'è scritto: “Voi avete avuto l'onore di essere stati partecipi di un evento storico della lotta di classe in Italia”.
Nella manifestazione di sabato, dal concentramento, al corteo, agli interventi finali, la classe operaia ha dispiegato tutta la sua forza, dimostrando come sia viva e vegeta, come sostiene il PMLI a dispetto di tanti teorici borghesi che invece affermano non esista più. Quando i collaborazionisti e i riformisti non hanno il sopravvento tra le masse lavoratrici, la classe operaia è in grado di portare avanti le sue battaglie con determinazione ed efficacia, attirando a sé anche gli altri strati popolari della società, come dimostra la grande solidarietà che si è creata attorno alla GKN.
A livello sindacale si è avuta ulteriore conferma di come le attuali organizzazioni non siano in grado di rappresentare efficacemente le lavoratrici e i lavoratori. Certamente non può farlo il collaborazionismo padronale e governativo dei Confederali, né il settarismo sindacale. Per questo auspichiamo che i tentativi di riunire tutte le lavoratrici e i lavoratori combattivi in un unico movimento di lotta sganciato dalle compatibilità economiche capitalistiche si sviluppi sempre di più. A tal proposito il previsto sciopero generale del prossimo 18 ottobre, indetto da molti sindacati di base, a cui ha il dovere di aderire la sinistra di minoranza in Cgil, rappresenta un bel passo in avanti. Sul piano strategico le operaie e gli operai più coscienti, avanzati, informati e combattivi dovrebbero cominciare a porsi il problema di creare un sindacato unico basato sulla democrazia diretta, ponendo nel museo della storia i vecchi sindacati comunque denominati.
Sul piano più strettamente politico la manifestazione come quella del 24 luglio ha evidenziato come in questo determinato momento storico tutti i partiti con la bandiera rossa, debbano unirsi per far sentire con maggiore forza l'opposizione di classe contro il governo Draghi, i padroni e il capitalismo in generale. Fino ad arrivare a trovare una intesa sul problema della conquista del potere da parte del proletariato, come ci invita a fare il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, quando afferma: “Su questo tema, da cui passa il cambiamento radicale dell’Italia, bisognerebbe aprire una grande discussione all’interno del proletariato e delle sue organizzazioni politiche, sindacali e culturali e fra di esse. Si aprano le menti, si scruti attentamente la situazione presente, si guardi con lungimiranza il futuro, si abbandonino settarismi, pregiudizi e preclusioni, si dica tutto quello che abbiamo in testa a cuore aperto, per trovare una intesa e costituire un’alleanza, un fronte unito, per aprire la via alla conquista del potere politico da parte del proletariato”.

26 luglio 2021