Il neopodestà PD di Prato chiama le “forze dell'ordine”
Biffoni sgombera il presidio ma gli operai Texprint non mollano la piazza
9 manifestanti denunciati in questura. Altri 4 processati per direttissima
Il 1° settembre i lavoratori della Texprint in lotta da 8 mesi contro i licenziamenti e le brutali condizioni di sfruttamento schiavista imposte dai padroni in quasi tutte le ditte del distretto industriale pratese, sono tornati in piazza e hanno deciso di intraprendere lo sciopero della fame con presidio permanete sotto le finestre del Comune per protestare contro l'immobilismo e il silenzio delle istituzioni locali che dal 18 gennaio scorso non hanno mosso un dito in favore dei lavoratori che rivendicano semplicemente il sacrosanto diritto di lavorare 8 ore per 5 giorni la settimana, l'applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, migliori condizioni di lavoro e maggiori tutele sindacali e sanitarie.
Per tutta risposta il neopodestà piddino, Matteo Biffoni, all'alba del 3 settembre ha ordinato lo sgombero della piazza a suon di denunce e arresti.
Un reparto antisommossa della celere coadiuvato da decine di carabinieri e agenti della polizia locale ha aggredito nel sonno e arrestato una decina di lavoratori che partecipavano allo sciopero della fame.
Dopo aver devastato le tende, distrutto tutto il materiale e l'addobbo del presidio, i celerini non hanno permesso ai manifestanti nemmeno di indossare le scarpe e di recuperare gli effetti personali e li hanno condotti scalzi in questura dove sono stati identificati e denunciati per resistenza a pubblico ufficiale.
Il Si-Cobas Firenze-Prato ha immediatamente proclamato uno sciopero generale di protesta per chiedere il rilascio immediato dei compagni arrestati e ha organizzato un combattivo presidio di solidarietà davanti alla questura a cui hanno aderito decine di lavoratori delle fabbriche del distretto, fra cui una folta delegazione del Collettivo di fabbrica della GKN, studenti, attivisti e solidali.
Presente anche un nostro compagno della Cellula “G.Stalin” di Prato del PMLI che ha fornito tutto il supporto e il materiale necessario, fra cui un megafono, ai compagni del Si-Cobas per denunciare ad alta voce e pubblicamente la brutale aggressione subita.
Durante il presidio sono stati arrestati anche tre manifestanti “colpevoli di aver cercato di forzare il cordone di polizia” schierato in assetto antisommossa per isolare i lavoratori e intimidire le persone che volevano unirsi alla protesta.
In tarda mattinata quasi tutti gli arrestati sono stati rilasciati.
Per i tre manifestanti solidali arrestati davanti alla questura e per Abdul, lavoratore senegalese della Texprint, sulla base di quanto dichiarato da alcuni poliziotti è scattata anche la denuncia di aggressione e il 4 settembre sono stati processati per direttissima presso il tribunale di Prato.
Una repressione operaia durissima che però non ha scalfito il coraggio e la determinazione dei lavoratori i quali il 6 settembre, giorno della Liberazione di Prato, sono tornati in Piazza Delle Carceri supportati anche da un folta delegazione di operai della GKN licenziati in tronco e in assemblea permanente dal 9 luglio scorso, per denunciare pubblicamente la “repressione fascista del sindaco” il quale si riempe la bocca di libertà e democrazia e poi, proprio nel bel mezzo delle celebrazioni per la Liberazione della città dall'occupazione nazi-fascista, ordina lo sgombero e l'arresto dei lavoratori in lotta perché ha rivendicato in una intervista televisiva “bisogna rispettare l'ordine e la sicurezza” e non si può certo permettere a quattro straccioni come i lavoratori Texprint di accamparsi nel centro della città.
Nel corso dei vari interventi un lavoratore di origine pakistana ha duramente condannato la brutale repressione delle lotte operaie e ha aggiunto: “il sindaco di Prato è un fascista... Giù, giù, giù tutto il comune giù”. Uno slogan rilanciato da quasi tutta la piazza.
Condanna unanime del sindaco Biffoni e solidarietà militante ai lavoratori Texprint è stata espressa nei loro interventi anche da Alcuni delegati Rsu del Collettivo GKN che hanno inviato tutti i presenti a partecipare alla grande manifestazione nazionale del 18 settembre prossimo a Firenze per “insorgere tutti insieme” contro i padroni.
In un comunicato stampa che pubblichiamo a parte la Cellula “G.Stalin” di Prato del PMLI condanna la brutale repressione delle lotte operaie e gli arresti dei lavoratori Texprint in sciopero della fame da parte del neopodestà Biffoni e sottolinea come il sindaco di Prato “si è subito allineato alla politica antioperaia, repressiva e forcaiola imposta dal governo del banchiere massone Draghi e dalla ministra col manganello Lamorgese che pensano di soffocare le lotte dei lavoratori a suon di manganellate, arresti, denunce, perquisizioni, processi, procedimenti penali, multe, serrate e licenziamenti, che fanno parte di una precisa strategia repressiva e intimidatoria attuata su tutto il territorio nazionale per reprimere sul nascere ogni forma di dissenso politico e sindacale e finalizzata a far pagare la crisi del sistema capitalista aggravata dalla pandemia ai lavoratori con la complicità dei vertici sindacali confederali.”
8 settembre 2021