Secondo la Meloni deve “essere fermato” e Salvini lo vorrebbe mussolinianamente rinchiudere in un manicomio criminale: una nera ammucchiata da Italia Viva a CasaPound
Canea fascista contro Montanari per aver denunciato “la falsificazione storica del Giorno del Ricordo e la riscrittura della storia dalla parte del fascismo”
Complice dei fascisti il vergognoso silenzio di "Repubblica". Solidarietà del Comitato provinciale di Firenze del PMLI
Nell'Italia di Draghi (che tollera il leghista Durigon) diventa reato professare l'antifascismo
Una vera e propria canea fascista si è scatenata contro lo storico dell'arte, accademico, saggista e rettore dell'Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari.
La vicenda inizia con le dimissioni di Montanari dal Consiglio superiore dei Beni Culturali in polemica con il ministro della Cultura Dario Franceschini del PD, che il 22 agosto scorso ha nominato Andrea De Pasquale alla guida dell’Archivio Centrale dello Stato. De Pasquale, fascista doc è in particolare un "beatificatore" del bombarolo nero, ex segretario del Msi e fondatore di "Ordine Nuovo" Pino Rauti, la sua nomina ha scatenato immediatamente una valanga di sacrosante proteste da parte delle associazioni delle vittime delle stragi fasciste del dopoguerra (delle quali Rauti, responsabilità penali "mai chiarite" a parte, fu uno dei massimi ispiratori di fatto) e non solo, vergognosamente ignorate dal ministro ex Dc che ha tirato dritto con un secco "ormai la nomina è fatta".
Il giorno successivo, il 23 agosto, su "Il Fatto Quotidiano" Montanari ha giustamente rincarato la dose contro il ministro e la sua vergognosa nomina, chiara espressione del revisionismo storico tipico del regime neofascista (e delle trame di Franceschini per preparare la sua salita al Colle, della quale non fa mistero) arrivando ad attaccare coraggiosamente e frontalmente anche il cosiddetto "Giorno del ricordo" (delle Foibe) la cui istituzione nel 2004 rappresenta un oltraggio alla gloriosa Resistenza e al socialismo, sottolineando come "da anni è in corso un’agguerrita campagna culturale da parte di una destra più o meno apertamente fascista: una battaglia il cui obiettivo è niente meno che un revisionismo di Stato. E cioè la cancellazione della storia che racconta cosa fu davvero il fascismo, e cosa è stato il neofascismo criminale della seconda metà del Novecento. Non si può nascondere che alcune battaglie revisioniste siano state vinte, grazie alla debolezza politica e culturale dei vertici della Repubblica. La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica."
Nell'articolo, lo storico dell'arte antifascista (che si autodefinisce "cattolico radicale") cita anche "una coraggiosa lettera aperta, dello storico Angelo D’Orsi che ha accusato il presidente Mattarella di aver fatto “un grave torto alla conoscenza storica” con il “discorso del 10 febbraio 2020 in cui non si è limitato a rendere onore a quelli che, nella narrazione corrente, ormai sono i ‘martiri delle foibe’, ma ha usato ancora un’espressione storicamente errata, politicamente pericolosa, moralmente inaccettabile: ‘pulizia etnica’. Ella, signor Presidente, è caduto nella trappola della equiparazione del grande, spaventoso crimine, il genocidio della Shoah, con gli avvenimenti al Confine Orientale, tra Italia e Jugoslavia, fra il 1941 e il 1948, grosso modo”.Le cose, ha invano spiegato D’Orsi al Capo dello Stato, andarono diversamente: “La storiografia ci dice tutt’altro (…) : le vittime accertate, ad oggi, furono poco più di 800 (compresi i militari), parecchie delle quali giustiziate essendosi macchiate di crimini, autentici quanto taciuti, verso le popolazioni locali: nessun generale italiano accusato di crimini di guerra è mai stato punito”... Quel che la destra vuole ottenere è nientemeno che la negazione radicale del presupposto della nostra Costituzione, la quale è anche “un comando sui vinti”, cioè sui fascisti: dal 1948 in poi, in Italia il fascismo non è in alcun modo equiparabile all’antifascismo, né è un’opzione praticabile per il futuro. È un tabù assoluto: e tale deve rimanere, se vogliamo che la democrazia sopravviva."... "L’obiettivo è sempre lo stesso: riscrivere la storia dalla parte del fascismo. Sapendo benissimo che l’unico modo per farlo, è falsificarla", concludeva coraggiosamente Montanari.
Contro la dura e sacrosanta presa di posizione antifascista dello storico è esplosa la rabbia dei fascisti vecchi e nuovi, che sull'istituzione de "il giorno del ricordo" hanno puntato tanto e continuano a farlo per riscrivere la storia in chiave anticomunista, denigrare la gloriosa Resistenza nel malcelato tentativo (si veda il disegno di legge del fascista di Fdi Cirielli) di arrivare a mettere fuorilegge i partiti con la falce e il martello e proseguire nella ridicola e infamante equiparazione storica tra il nazifascismo e il comunismo, voluta anche dalla Ue imperialista, per portare a compimento l'instaurazione del regime neofascista in Italia, inculcare le falsità storiche nelle menti delle giovani generazioni, lasciare mano libera ai fascisti, tanto sul piano elettorale e quindi legislativo e governativo (si pensi anche al disegno di legge che vorrebbe istituire il "reato per la negazione della tragedia delle foibe") quanto in termini di squadrismo, per restringere ancor più gli spazi di democrazia borghese rimasti in piedi ai fini di supportare la criminale politica economica, politica, sociale, sindacale, sanitaria ed estera ai danni delle martoriate masse popolari italiane e di rafforzare l'imperante regime neofascista.
Alla borghesia non basta la pur ipocrita, oppressiva, sanguinaria e inaccettabile "democrazia borghese", arriva il tempo in cui è necessario ricorrere al fascismo, sotto nuove forme e simboli, il quale per forza di cose è legato ovviamente a quello storico, che pure, in particolare grazie all'Urss di Stalin e ai partigiani, specie comunisti, armi in pugno, fu liquidato e rispedito nelle fogne.
Da Italia Viva del ducetto fiorentino Renzi, al fascioleghista Salvini, alla Meloni e CasaPound, ben supportati dalla stampa di regime, le squadracce fasciste hanno aggredito Montanari con velenose e deliranti accuse: si va dalla richiesta di "manicomio criminale" da parte di Salvini, ad assurde (e illegittime) richieste di dimissioni di Montanari dalla carica di rettore (in palese violazione dell'art 33 della Costituzione) fino alla vera e propria richiesta di fermarlo, cioè di farlo tacere, da parte della Meloni e dei suoi gerarchi, coniugate da un silenzio persino più grave dei deliri fascisti delle massime cariche istituzionali, che pure nulla hanno detto per un'estate intera sul caso Durigon, l'ex sottosegretario all'economia del governo Draghi, che a Latina durante un comizio in presenza di Salvini ha proposto l'intitolazione del parco "Falcone e Borsellino" al fratello di Mussolini, con evidente scopo revisionista, per cancellare la memoria antifascista (e antimafiosa) e far tornare la città pontina agli "antichi splendori", cioè a quando si chiamava Littoria e venne fondata dal regime fascista durante la famigerata bonifica dell'agro pontino.
Evidente la volontà di Salvini di imbarcare personaggi e voti dell'ultradestra, pur di non farsi scavalcare in termini elettorali dal partito fascista della Meloni, fintamente all'"opposizione" del governo Draghi.
Il silenzio di Mattarella su Durigon (che si è poi dimesso ottenendo però maggiori poteri nel partito di Salvini, specie nella composizione delle liste delle prossime amministrative) come quello di Draghi, che pure hanno formalmente giurato fedeltà alla (defunta) Costituzione antifascista del 1948, e la loro connivenza politica con i fascisti contro Montanari confermano palesemente che siamo in un regime neofascista di cui parte integrante sono i partiti governativi e i giornali d'area della "sinistra" borghese, tipo "Repubblica" degli Agnelli, la quale si sta dimostrando connivente con i fascisti del XXI secolo esattamente come cento anni fa la stampa liberale tollerò la marcia su Roma e l'instaurazione della dittatura mussoliniana.
In effetti anno dopo anno, i finti capi operai, il revisionismo del PCI, i sindacalisti collaborazionisti hanno progressivamente decomunistizzato le masse popolari e indebolito e infangato la Resistenza fino ad arrivare all'omologazione totale con la destra del regime, rendendo possibile così l'instaurazione della seconda repubblica neofascista e relativa riscrittura truffaldina della storia, conformemente ai piani della P2 e della Ue imperialista come denunciato da noi marxisti-leninisti fin dal lontano 1979 quando l'allora neoduce Craxi lanciò la "Grande Riforma" dalle colonne de "L'Avanti!".
Importanti le prese di posizioni pro Montanari di tanti antifascisti e di storici borghesi come Alessandro Barbero, anche se non sono del tutto condivisibili nell'analisi delle stesse vicende che portarono alle foibe, inaccettabile certamente poi questa affermazione di Barbero: "ma io forse preferirei vivere in un Paese dove chiunque, anche un fascista, può esprimere qualunque opinione senza rischiare per questo di essere cacciato dal posto di lavoro"... "Il problema è che non sono finite le ideologie, è finita la sinistra. Il sogno che gli operai potessero diventare la parte più avanzata, più consapevole della società, e prendere il potere nelle loro mani, è fallito”. Semmai anche questa vicenda dimostra che la lotta di classe, il socialismo, l'antifascismo, le guerre di liberazione nazionali dall'imperialismo (si veda il caso del glorioso popolo afghano) oltre che l'esistenza di autentici partiti comunisti nel mondo, come il PMLI in Italia, dimostrano il contrario di quanto affermato dallo storico e cioè che l'odio della borghesia verso il comunismo e la Resistenza, il fascismo vecchio e nuovo, le brutali repressioni delle lotte operaie e delle masse, la riscrittura della storia, la richiesta della messa fuori legge dei partiti comunisti ci dicono che l'imperialismo è esattamente la fase finale del capitalismo e che sarà inevitabilmente spazzato via dalla lotta di classe per il socialismo e dalla conquista del potere politico da parte del proletariato. Da dove verrebbe fuori altrimenti questo odio atavico, brutale e irriducibile contro il comunismo e la Resistenza e la necessità politica stessa dell'esistenza del regime neofascista con il suo vomitevole revisionismo storico, da parte di tutti i reazionari italiani se costoro non tremassero, oggi più di ieri, al pensiero di una rivoluzione socialista?
Comunque anche su Barbero si è abbattuto il veleno dei fogliacci fascisti e dei gerarchi del regime, "Il Foglio" dello squadrista ex spia della Cia Giuliano Ferrara, schierato con Draghi, arriva a ironizzare sul cognome dello storico e a santificare la seconda repubblica voluta da Craxi (appunto).
Per contro noi marxisti-leninisti nell'ambito dell'unità di tutte le forze antifasciste, ci stringiamo intorno a Montanari e a tutti coloro i quali si sono giustamente schierati dalla sua parte contro i fascisti vecchi e nuovi al servizio di Draghi e del regime neofascista. In una lettera il Comitato provinciale di Firenze del PMLI ha espresso al professor Tomaso Montanari una forte solidarietà antifascista per i furibondi attacchi di cui è oggetto. (Si legga il comunicato a parte)
Invitiamo tutti gli antifascisti coerenti e conseguenti a studiare l'imprescindibile posizione del PMLI sulle foibe e in generale su tutta la nostra lotta contro il regime neofascista che portiamo avanti da decenni, fra mille ostracismi, provocazioni, inchieste giudiziarie e azioni repressive che si inaspriscono ogni giorno che passa, le quali pure non ci hanno fatto arretrare di un millimetro nella lotta contro la mostruosa seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista e la sua "memoria condivisa", parte integrante dell' Ue imperialista, vero mostro economico, politico, militare e istituzionale che non si può riformare e va distrutto, cominciando a tirarne fuori il nostro Paese.
Nell'ambito dell'unità antifascista invitiamo quindi ancora una volta tutti i gli antifascisti a unirsi contro il fascismo vecchio e nuovo, alzando il tiro contro il governo del banchiere massone Draghi al servizio del capitalismo, della grande finanza e dell' Ue imperialista, che va buttato giù da sinistra e dalla piazza e a lottare per ripristinare le libertà e i diritti economico-sociali democratico-borghesi, per sciogliere tutte le forze che si richiamano al fascismo e al nazismo, alle discriminazioni razziali e di sesso, antiLGBTQi, antifemminili, contro i migranti, e chiudere i loro covi, lottando senza quartiere contro le guerre imperialiste, contro l'equiparazione del fascismo al comunismo, per abolire l'infame "giorno del ricordo".
Questa è una battaglia comune che possiamo e dobbiamo vincere insieme, indipendentemente dalle diverse visioni strategiche che ci dividono. Una volta vinta questa cruciale battaglia ciascuna componente si batterà per il rispettivo modello di società futura. E noi marxisti-leninisti ci batteremo per distruggere il capitalismo, cosa possibile solo seguendo la Via dell'Ottobre, la via maestra per la conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato, che poi è la madre di tutte le questioni e la chiave di volta per distruggere definitivamente il fascismo vecchio e nuovo anche nel nostro martoriato Paese.
8 settembre 2021