Successo nelle piazze d'Italia dello Sciopero Globale per il Clima
Per la prima volta dopo la pandemia i giovani e le giovani del movimento Friday for Future invadono oltre 100 città italiane e 1.500 in tutto il mondo chiedendo ai potenti di agire subito contro il riscaldamento globale
Per la prima volta dall'inizio della pandemia, le ragazze e i ragazzi del Friday for Future sono tornati in piazza in oltre 1.500 città di tutto il mondo per chiedere un'azione rapida e incisiva nel contrasto alla crisi climatica, che sottolineano in stretta relazione con la dilagante crisi sociale e economica.
Sullo sfondo di questa giornata di lotta, rimane in tutta evidenza la 26esima Conferenza dell'ONU che si terrà a Glasgow nei primi 12 giorni di novembre, preceduta dalla Pre-COP di Milano del 20 settembre quando i “venditori di fumo” governanti dei Paesi capitalisti di tutto il mondo, anticiperanno le prime discussioni sui temi che saranno all'ordine del giorno nel summit scozzese.
Per le associazioni ambientaliste che ancora sperano in un intervento “dall'alto”, tutto interno al capitalismo e alle sue dinamiche produttive e di consumo, che possa essere efficace, Glasgow sarà la Cop più importante dopo quella di Parigi del 2015.
In essa infatti sono attese le verifiche sui risultati degli impegni presi per contenere le emissioni sotto il grado e mezzo di aumento; tutti però sanno che i piani di mitigazione presentati finora da 113 paesi su 197 aderenti ipotizzano un risultato ben lontano dagli obiettivi – pur non vincolanti – che erano stati presi in Francia.
Nel contempo l’ultima pubblicazione del rapporto dell'IPCC (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico) dell’agosto 2021, registra un aggravamento su tutti i fronti interessati, a cominciare da quello delle emissioni dei principali gas serra che hanno raggiunto le concentrazioni atmosferiche più alte degli ultimi 2 milioni di anni per la CO2, e degli ultimi 800.000 anni per il metano e l’ossido di azoto, con una tendenza in continua crescita. Le conseguenze sugli oceani, mari, piogge, tempeste e siccità nelle diverse aree del globo, sono ampiamente sotto gli occhi di tutti.
Scendendo in piazza, i giovani e le giovani del movimento ispirato da Greta Thunberg, oltre a sottolineare la necessità di mantenere il riscaldamento globale entro i limiti di 1,5 gradi, nel loro manifesto legano alla crisi climatica altre crisi sociali e economiche come il razzismo, le disuguaglianze di classe, il colonialismo e l'imperialismo colpevoli “attraverso la loro avidità sfrenata” del riscaldamento globale.
Elementi questi che, seppur confusi e spesso disomogenei nell'analizzarne a fondo le cause, sono un segno evidente della coscienza avanzata di questo movimento internazionale, forte e eterogeneo anche in Italia..
Nel nostro Paese decine di migliaia di studentesse e di studenti, assieme a lavoratrici e lavoratori di tutte le età, giovanissimi, pensionati e anche agricoltori, hanno manifestato in più di cento città con cortei rumorosi e colorati, lanciando slogan e mostrando cartelli che chiedevano una giustizia climatica e economica in ogni angolo del mondo. “Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città”, è stato uno degli slogan che ha accomunato gran parte dei cortei delle maggiori città italiane.
Oltre all'obiettivo di porre l’attenzione sulla COP26, il movimento ha promosso anche alcune campagne collaterali, fra le quali il Climate Clock, che invita Comuni, scuole, università, musei, associazioni e esercizi commerciali ad esporre la ”Sveglia del Clima”, basata sui dati dello stesso report dell’IPCC che ha calcolato in sostanza quanta CO2 l'umanità potrà ancor emettere prima di giungere a conseguenze irreversibili della crisi climatica.
Dalle piazze, oltre a numerose contestazioni ai capitalisti del mondo e in particolare al banchiere massone Draghi e al suo governo dei migliori “borghesi” al servizio del grande capitale, delle banche e delle multinazionali, i manifestanti hanno rivolto le loro accuse nei confronti delle destre, cementificatrici e da sempre cavallo di troia della speculazione e dei grandi profitti, ma anche nei confronti del PD, ormai allineato e sostenitore diretto delle politiche di questo governo nemico giurato – fra l'altro - dell'ambiente e della giustizia sociale.
Dure critiche sono state dirette anche contro il Movimento di Grillo e di Conte, accusato di aver tradito la “stella” dell'ambiente e essersi svenduto anch'esso al sistema e alle stesse istituzioni che nei proclami iniziali dovevano essere “aperte come scatolette di tonno”.
Comunque, la mobilitazione del 24 settembre segna un altro passo fondamentale per i ragazzi e le ragazze attive e sensibili alle problematiche sociali e ambientali. Il movimento Friday for Future ha portato infatti in piazza slogan e posizioni che evidenziano la riduzione dell'influenza di lacci e lacciuoli borghesi e istituzionali; un salto di qualità che, complici anche le grandi manifestazioni operaie contro i licenziamenti che li vedono sempre in prima linea assieme alle lavoratrici e ai lavoratori, proiettano il movimento contro il “Climat Change” in una dimensione sempre più combattiva e indipendente.
Noi sosteniamo in maniera militante la loro lotta che è anche la nostra, auspicando che essi compiano l'ultimo passo, quello più importante e decisivo, che sta nel legare la lotta per l'ambiente e contro le ingiustizie sociali, a quella di classe contro il capitalismo e per il socialismo, l'unico sistema economico in grado di realizzare tutte le loro ambizioni in ogni campo, a partire appunto dalla difesa dell'ambiente, dell'uguaglianza sociale e del lavoro.
29 settembre 2021