L'ex capo della comunicazione web di Salvini indagato per droga
Morisi accusato di cessione e detenzione di stupefacenti
Il 27 settembre, Luca Morisi, ex capo della comunicazione web di Matteo Salvini, è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Verona per detenzione e cessione di stupefacenti.
Nei giorni scorsi, durante una perquisizione domiciliare nella sua cascina a Belfiore, in provincia di Verona, i carabinieri hanno sequestrato un flacone di sostanza liquida, su cui sono in corso accertamenti, più una modica quantità di cocaina, un cellulare e diverso materiale informatico.
Le indagini erano state avviate ad agosto scorso in seguito alla perquisizione di tre giovani fermati dai carabinieri nel Veronese. Nella loro auto i militari avevano trovato un flacone di droga e i tre avrebbero riferito che a fornire loro quella sostanza sarebbe stato proprio l’ex capo della comunicazione della Lega.
"Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo", ha cercato di difendersi Morisi: "Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo... Ho rassegnato il 1° settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine".
“Fragilità esistenziali” a cui il caporione fascio-leghista Salvini ha subito risposto pubblicando su facebook una sua foto con Morisi e un commento a dir poco ipocrita in cui fra l'altro si sottolinea che: “Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi”.
Il 23 settembre, prima che la notizia di reato diventasse di dominio pubblico, Morisi aveva cercato di schivare il colpo annunciando le sue dimissioni da capo della propaganda leghista per “questioni personali e familiari”.
In una lettera indirizzata ai parlamentari leghisti aveva scritto “Cari amici, mi avete scritto in tanti. Ringrazio tutti per l'interesse e l'amicizia: sto bene, non c'è alcun problema politico, in questo periodo ho solo la necessità di staccare per un po' di tempo per questioni famigliari. Un abbraccio e ancora grazie”.
Finisce così nella “polvere” un rapporto durato dieci anni in cui, grazie proprio alla strumentale e martellante propaganda fascio-leghista contro i “drogati”, la Lega di Salvini ha incrementato enormemente il proprio peso politico ed elettorale.
Come dire: “Ordine, legalità e sicurezza” vanno applicate a senso unico e dunque non valgono per Morisi.
A differenza di Stefano Cucchi, Morisi è una vittima e quindi va aiutato e non va trattato come un criminale.
A testimonianza che la Lega di Salvini è il ricettacolo della peggiore feccia fascista, razzista e reazionaria, dove l'ipocrisia, il ladrocinio, la corruzione e il malcostume la fanno da padrone.
6 ottobre 2021