A Milano astensionismo record del 53,3%
Sala, rieletto sindaco al primo turno con il 27% effettivo dei voti, nomina subito la nuova giunta. Tracollo del M5S e di Forza Italia. I partiti falsi comunisti non sfondano
Continuiamo a lottare contro le illusioni elettorali per Milano governata dal popolo e al servizio del popolo
Redazione di Milano
A Milano continua inarrestabile la crescita dell'astensionismo, di coloro cioè che scelgono di sfiduciare e delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi rifiutandosi di dare il loro appoggio ai partiti che le rappresentano. Alle elezioni del 3 e 4 ottobre per il rinnovo del Consiglio comunale e l'elezione del sindaco, gli astenuti sono diventati maggioranza assoluta, 548.624 unità pari al 53,3% del corpo elettorale, con un aumento del 6,7% rispetto al primo turno delle scorse elezioni amministrative svoltesi nel 2016. Su 1.029.232 elettori, difatti, coloro che hanno scelto di disertare completamente le urne sono stati 538.106 a cui vanno aggiunti i 6.301 elettori che hanno annullato la scheda e i 4.217 che l'hanno lasciata in bianco.
Il candidato del “centro-sinistra” Giuseppe “Beppe” Sala sostenuto da una coalizione di 8 liste è risultato eletto al primo turno con 277.478 preferenze, pari al 27% se calcolato sull'intero corpo elettorale e non unicamente sui voti validi (pari al 56,4%) come fanno in maniera fuorviante i mezzi di informazione borghesi, ben lontano quindi dall'essere un plebiscito. Pur avendo avuto un aumento in termini di numeri assoluti rispetto alle 224.256 preferenze ottenute nel primo turno della precedente tornata elettorale dove si era reso necessario il ballottaggio, va sottolineato come si tratti di consensi provenienti in realtà dal “centro-destra”. Difatti molti settori della borghesia soprattutto medio-alta, soddisfatti dell'operato di Sala in questi cinque anni ha deciso di appoggiare lui piuttosto che il proprio candidato di riferimento tradizionale.
Luigi Bernardo, candidato comune a tutto il “centro-destra” e appoggiato da 5 liste si è difatti fermato a 153.637 preferenze, pari al 14,9% del corpo elettorale (il 33,1% sui voti validi) e non a caso durante la campagna elettorale si era apertamente lamentato di non ricevere sufficienti finanziamenti. Da alcuni dati sui flussi elettorali sembrerebbe che il totale degli elettori di “centro-destra” che hanno votato Sala sarebbero quasi il 16%. Il PD però non si è avvantaggiato più di tanto dalla vittoria di Sala e, nonostante si confermi il primo partito e canti vittoria, è in realtà aumentato di soli 6.267 voti, un incremento appena dello 0,3% sul corpo elettorale.
Per il “centro-destra” è invece stata una vera Caporetto, dal tracollo di Forza Italia, che con 31.819 voti rispetto ai 101.802 di cinque anni fa perde il 7% dei consensi al flop della Lega di Salvini che si ferma a 48.283 voti rispetto ai precedenti 59.313 con una perdita dell'1,2%. Dal canto suo Fratelli d'Italia pur aumentando di circa 30 mila consensi non riesce a raggiungere il suo obiettivo di divenire la nuova forza leader del “centro-destra” e oltre a non intercettare tutti i voti persi dalla coalizione nello strategico capoluogo meneghino, non riesce nemmeno ad ottenere lo sperato “sorpasso” sulla Lega.
Disfatta per il Movimento 5 Stelle che correva da solo sostenendo la candidatura a sindaco della manager Layla Pavone e ottiene appena 12.517 voti rispetto agli oltre 50 mila delle precedenti elezioni perdendo il 4% dei consensi sul numero totale degli elettori, solo in minima parte intercettati dal candidato ex leghista ed ex pentastellato Gianluigi Paragone la cui lista Italexit ottiene 12.366 voti con 14.366 preferenze come candidato sindaco in quanto sostenuto, oltre che dal suo partito, anche dalla lista federalista Confederazione Grande Nord.
Sconfitta anche per la coalizione “Milano in Comune” di cui fa parte il PRC che rispetto alle precedenti elezioni in cui si era presentata come “Sinistra e Costituzione” perde 12.987 voti. Non riescono ad intercettare consensi fallendo miseramente il tentativo di frenare l'astensionismo Potere al Popolo che si ferma a 2.572 voti e i falsi partiti comunisti come PCI, PC e PCL, nessuno dei quali riesce ad andare oltre lo 0,1% dei voti. I trotzkisti del PCL addirittura perdono 1.552 voti rispetto a cinque anni fa ottenendone solo 556.
Il vero vincitore è dunque l'astensionismo che per la prima volta supera al primo turno il numero dei voti validi delegittimando completamente oltre al sindaco l'intero Consiglio comunale, che nella sua totalità non rappresenta nemmeno la metà degli elettori aventi diritto.
Sala non ha comunque perso tempo e ha già annunciato a tempo di record la sua nuova giunta di 12 assessori dei quali dieci provenienti dalle liste che lo hanno supportato e due “tecnici”.
Confermati tre assessori del PD, la poltrona di vicesindaco resta a Anna Scavuzzo con delega anche all’Istruzione e ai Rapporti con il Consiglio comunale, Pierfrancesco Maran passa dall'Urbanistica all'assessorato alla Casa e Sviluppo del Piano Quartieri e Marco Granelli viene spostato da Mobilità e Ambiente tornando alla Sicurezza, di cui si era già occupato durante l'amministrazione di Giuliano Pisapia. Le nuove poltrone PD sono Arianna Censi, assessora alla Mobilità, Gaia Romani, assessora ai Servizi civici e Lamberto Bertolé, ex presidente del Consiglio comunale, nominato assessore al Welfare e Salute.
Dalla lista civica Beppe Sala sindaco provengono invece Emmanuel Conte, assessore al Bilancio e Patrimonio immobiliare che prima era presidente della Commissione Bilancio del Comune, e Martina Riva, assessora allo Sport, Turismo e Politiche giovanili. Alessia Cappello di Italia Viva, eletta nella lista Riformisti, è la nuova assessora al Lavoro e Sviluppo economico mentre Elena Grandi dei Verdi, è diventata assessora al Verde e all’Ambiente.
I due “tecnici” sono Tommaso Sacchi nominato assessore alla Cultura, incarico che fino a oggi aveva ricoperto a Firenze nella giunta di Dario Nardella e Giancarlo Tancredi, nominato assessore alla Rigenerazione urbana.
I marxisti-leninisti milanesi ringraziano sentitamente le elettrici e gli elettori di sinistra che non si sono fatti incantare dalle sirene borghesi e si sono astenuti e si impegnano a non dar tregua al nuovo sindaco e alla sua giunta che hanno l'obiettivo di continuare a tutelare unicamente gli interessi della borghesia disinteressandosi delle reali esigenze delle masse lavoratrici e popolari.
Continuiamo, dunque, con determinazione e perseveranza a lottare contro le illusioni elettorali e il capitalismo, per il socialismo! Per Milano governata dal popolo e al servizio del popolo!
13 ottobre 2021