Appalti truccati presso il comune di Salerno
Arrestato il consigliere regionale Savastano, amico del governatore campano De Luca
Indagato il neo eletto sindaco di Salerno per turbativa d’asta
Redazione di Napoli
Una bufera giudiziaria si è abbattuta sul Consiglio regionale della Campania e sul comune di Salerno in ordine ad alcuni appalti pubblici gestiti da sedicenti cooperative, destinate al recupero dei lavoratori disagiati.
La Procura di Salerno, guidata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, ha indagato 29 persone di cui una decina sono state destinate a misure cautelari da parte del Giudice delle indagini preliminari che ha accolto le tesi dei pubblici ministeri. Tra i destinatari delle misure c’è anche Giovanni Savastano (detto Nino), ex PCI, attuale consigliere regionale ed ex assessore alle Politiche sociali del comune di Salerno, vicino al governatore Vincenzo De Luca, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. I reati ipotizzati per gli indagati sono turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere e un caso di corruzione elettorale. Tra gli indagati spicca il nome del confermato sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, per il solo delitto di turbativa d’asta.
Savastano, attualmente agli arresti domiciliari , consigliere regionale campano del gruppo “Campania Libera-Noi Campani-Psi”, è stato il più votato tra i candidati della lista “Campania Libera”, e nell’attuale consiliatura ricopre il ruolo di vicepresidente della Commissione politiche sociali, istruzione, cultura e ricerca scientifica. Tra il 1993 e il 2001, e tra il 2011 e il 2016, Savastano è stato assessore allo sport e alle politiche sociali del Comune di Salerno, componente delle Giunte comunali guidate dall’allora neopodestà De Luca. Secondo gli inquirenti, il legame tra il presidente della cooperativa e Savastano “stabilmente asserviva le funzioni pubbliche agli interessi personali propri e del privato in cambio del sostegno elettorale assicuratogli da Zoccola Fiorenzo, garantendo a quest’ultimo l’affidamento degli appalti banditi dal Comune di Salerno aventi ad oggetto servizi pubblici alle società cooperative sociali riferibili al privato e ai suoi sodali. In particolare, Zoccola a fronte della promessa di procurare a Savastano sostegno politico e voti in vista delle elezioni regionali del settembre 2020, otteneva da parte del pubblico ufficiale la promessa dell’aggiudicazione e della proroga degli affidamenti degli appalti di servizi pubblici banditi dal Comune di Salerno, appannaggio esclusivo delle società cooperative gestite dal medesimo ovvero dai suoi sodali”.
Il GIP salernitano ha disposto gli arresti domiciliari anche per Luca Caselli, dirigente del settore ambiente del Comune di Salerno, mentre in carcere è finito Fiorenzo Zoccola, presidente di una cooperativa sociale nonché gestore di fatto di diverse altre cooperative affidatarie della manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del comune di Salerno, in particolare verde pubblico e parchi. Per altre sette persone è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Salerno: si tratta di altri imprenditori titolari delle cooperative oggetto degli affari criminali dell’associazione. Appalti milionari per la manutenzione del patrimonio pubblico dall’importo di circa 200mila euro ciascuno per un totale di 1,6 milioni di euro l’anno attribuiti a otto cooperative ritenute tutte riferibili a Zoccola.
L’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari di Salerno non fa una grinza e parla chiaramente di “un sistema che ha radici lontane nel tempo e che trae linfa vitale dalla partecipazione di esponenti della politica locale che, di tale impianto, si avvantaggiano per scopi personali ed elettorali”. Accanto a queste figure spiccano quelle di “altri pubblici funzionari ed esponenti politici i quali a vario titolo, con diverse responsabilità, hanno reso possibile il consolidarsi del monopolio in capo al gruppo imprenditoriale, con reciproci vantaggi”.
20 ottobre 2021