Inchiesta del consorzio internazionale Icij Pandora Papers
Le ricchezze nascoste da 35 capi di stato e di governo, banchieri, manager e vip
Nel 2016 l'inchiesta del Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (Icij nella sua sigla inglese) denominata Panama Papers, costruita sull'analisi dei corposi dossier consegnati da una fonte anonima al consorzio e al Süddeutsche Zeitung e provenienti dallo studio legale Mossack Fonseca, con sede a Panama, rivelò il meccanismo di evasione e elusione fiscale, in parte del tutto legale, utilizzato da una lunga lista di capi di stato e di governo, alti funzionari, capitalisti, parenti e collaboratori di ogni sorta che nascondevano la loro reale ricchezza nei paradisis fiscali. L'inchiesta fece saltare dalla sua poltrona il primo ministro islandese Sigmundur David Gunnlaugsson e il ministro dell’industria spagnolo Jose Manuel Soria e spinse una ottantina di paesi a aprire inchieste, molte delle quali ancora in corso e che hanno portato al recupero di oltre 1,36 miliardi di dollari di evasione dei quali 65,5 milioni di dollari quelli in Italia.
Il consorzio ha continuato nelle sue inchieste e lo scorso 3 ottobre ha aperto un altro capitolo dopo lo studio di altri dodici milioni di documenti riservatissimi, dati contenuti in migliaia di documenti, immagini, email e fogli di calcolo, che smascherano le ricchezze nascoste nei paradisi fiscali di oltre 300 politici di tutto il mondo e in particolare di 35 capi di stato e di governo, oltre a banchieri, manager e vip per un totale di oltre 29 mila "beneficiari" di una miriade di società-cassaforte che non pagano le tasse. La nuova inchiesta è denominata Pandora Papers, realizzata da oltre 600 giornalisti di 150 testate internazionali, fra i quali come cinque anni fa l'Espresso che ha iniziato a pubblicare in esclusiva per l'Italia i risultati, coinvolge oltre 90 paesi in atti che si svolgono dal 1996 al 2020 come emerge dai dati che sarebbero trapelati da 14 aziende di servizi finanziari basate nei cosiddetti paradisi fiscali, dalle Isole Vergini britanniche a Monaco, Panama, Singapore e Svizzera, dove sono in vigore imposte sulle aziende basse o inesistenti, dove è molto facile aprire ditte di comodo necessarie a evadere o eludere le tasse.
Tra i primi nomi dei personaggi coinvolti che sono stati rivelati spiccano quelli del presidente cileno Sebastián Piñera, il liberista e reazionario messo sotto accusa a sei settimane dal primo turno delle elezioni presidenziali del 21 novembre perché avrebbe dal 2018 gestito affari per centinaia di milioni di dollari tramite aziende con sede nelle Isole Vergini britanniche, dove non esistono tasse sui redditi personali né sui profitti aziendali; già nel 2010 ha utilizzato una di queste sociatà offshore per vendere a un'altra società di comodo una parte di una compagnia mineraria cilena a un imprenditore amico, un affare da 140 milioni di dollari. La procura di Santiago ha aperto un'indagine sulla vicenda.
Il miliardario Andrej Babis, primo ministro della Repubblica Ceca, accusato di aver usato società di comodo per acquistare una villa di lusso in Costa Azzurra con 22 milioni di dollari, già ha registrato la prima sconfitta alle politiche del 9 ottobre e ha perso la maggioranza e probabilmente la poltrona di governo. Altro nome di spicco è quello del ministro olandese delle Finanze tra il 2017 e il gennaio scorso, il cristiano democratico Wopke Hoekstra, che invocava stretti controlli sulle finanze pubbliche dei paesi indebitati della Ue, Italia compresa, ma si era appena liberato di azioni di una società fantasma con sede nelle Isole Vergini britanniche che guarda caso non compaiono nella aggiornatissima lista della Ue sui cosiddetti paradisi fiscali, sui paesi che fanno affari con riciclaggio e evasione delle tasse.
Nelle stesse isole opera con ben tre società anche Enrico Crasso, il finanziere e ex consulente del Vaticano sotto processo, aperto il 27 luglio scorso, per le speculazioni finanziarie nello scandalo del cardinale Becciu e dell'acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra.
La lista dei politici si apre col laburista Tony Blair, ex premier del Regno Unito, e Abdullah II, Re di Giordania e oltre ai precedentemente citati comprende tra gli altri i presidenti del Kenya Uhuru Kenyatta, del Congo Denis Sassou Nguesso, dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, dell’Ecuador Guillermo Lasso Mendoza, il capo di stato del Montenegro Milo Djukanovic, il primo ministro del Libano Najib Mikati, il ministro dell’Economia del Brasile Paolo Guedes, lo sceicco del Qatar Hamad Bin Jassim Al Thani e quello di Dubai Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, la principessa Lalla Hasnaa, la sorella più giovane del re del Marocco, Mohammed VI, la ex fidanzata di Vladimir Putin Svetlana Krivonogikh e l'ex direttore Fmi Dominique Strauss-Kahn. Fra i nomi italiani più conosciuti i tecnici calcistici dell'Italia Roberto Mancini e Gianluca Vialli, la principessa di Savoia Maria Gabriella e l'immancabile Briatore.
20 ottobre 2021