Corruzione in atti giudiziari con il clan Mallardo
Condannato a 8 anni e 10 mesi il giudice Capuano
L’ex consigliere municipale di Napoli, Di Dio, sei anni e sei mesi
Redazione di Napoli
Era il luglio 2019 quando il giudice del Tribunale di Ischia, Alberto Capuano, venne arrestato con la gravissima accusa di corruzione in atti giudiziari con implicazioni di membri vicini o intranei al pericoloso clan Mallardo che spadroneggia da anni nell’area Nord di Napoli. All’epoca furono arrestati il consigliere circoscrizionale della X Municipalità di Napoli, Antonio Di Dio (eletto con De Magistris e poi espulso dall’ex pm), l’imprenditore Valentino Cassini e il pregiudicato Giuseppe Liccardo, ritenuto dagli inquirenti vicino, appunto, al clan.
In settembre è giunta la sentenza nei confronti del magistrato, dopo che la requisitoria del pubblico ministero Gennaro Varone, aveva accertato le responsabilità della cricca e chiesto la condanna per il giudice togato a 6 anni e 4 mesi che il Tribunale di Roma ha trasformato in 8 anni e 10 mesi per Capuano, a sei anni e sei mesi per l'ex consigliere della X Municipalità di Napoli (Fuorigrotta, Bagnoli) Antonio Di Dio e a quattro anni e mezzo per Giuseppe Liccardo.
Il magistrato già era finito anni addietro in una inchiesta su favoritismi e corruzione a favore del clan dei Casalesi, ma alla fine il Tribunale di Roma decise per la richiesta di archiviazione nel 2016. In passato, in alcune convalide di arresti contro i disoccupati organizzati, Capuano non mancò di usare il pugno di ferro, dimostrandosi un magistrato reazionario e antioperaio.
27 ottobre 2021