L’accusa è voto di scambio alle elezioni comunali del 2016
Rinviati a giudizio diversi caporioni di Forza Italia a Napoli
L’ex consigliere comunale Lanzotti ha sostenuto il neoletto Manfredi con una lista di transfughi berlusconiani. Il sindaco tace
Redazione di Napoli
Nemmeno era passata qualche ora dal varo della nuova amministrazione partenopea guidata da Manfredi che nella tarda serata di giovedì 21 ottobre giungeva la notizia che il responsabile della lista “Azzurri per Napoli” che appoggiava l’ex ministro all’Università eletto sindaco, Stanislao Lanzotti, veniva rinviato a giudizio per voto di scambio.
Trattasi di una inchiesta della Procura di Napoli guidata dai pm Henry John Woodcock e Maurizio De Marco che chiesero il rinvio a giudizio tra politici e soggetti legati alla camorra di Secondigliano per ben 25 nell'indagine per voto di scambio a Napoli alle elezioni comunali del 2016. Il Giudice dell’udienza preliminari del Tribunale di Napoli, Giovanni Vinciguerra, ha accolto le richieste dei pubblici ministeri decidendo di mandare alla sbarra l'ex consigliere comunale di Forza Italia, Stanislao Lanzotti, deus ex machina della lista azzurra composta dai transfughi di Forza fascisti e di appoggio a Manfredi sindaco; ma anche gli ex senatori berlusconiani Salvatore Marano e Antonio Milo. Coinvolto anche il consigliere regionale Michele Schiano di Visconti, attuale capogruppo dei fascisti di FdI in consiglio regionale, che ha scelto il rito abbreviato.
Il solido impianto probatorio accettato dal Tribunale napoletano fa riferimento a numerosi episodi durante i quali sarebbero stati promessi denaro, agevolazioni di vario tipo e anche posti di lavoro in cambio di voti e pacchetti di voti per determinati candidati, con la regia criminale dei clan dell’area Nord di Napoli.
All’indomani dalla notizia da palazzo S. Giacomo e dalla nuova giunta Manfredi nemmeno una parola: il novello sindaco, appoggiato direttamente dalla lista civica piena zeppa di papaveri agli ordini di Berlusconi, opportunisticamente ha scelto la via del silenzio anziché commentare la prima “disavventura” giudiziaria della sua coalizione che vede tra i nominati assessori elementi come Cosenza, già appartenente alla vecchia giunta regionale di destra della Campania capeggiata da Stefano Caldoro.
27 ottobre 2021