Intervento di Enrico Chiavacci, vice Presidente ANPI Rufina, al Congresso della sezione svoltosi il 23 ottobre 2021
Entrare in contatto coi giovani, migliorare il lavoro e il coinvolgimento per il futuro delle lotte antifasciste
Un saluto a tutte e a tutti.
Naturalmente non mi ripeterò sui contenuti espressi negli interventi introduttivi e nella relazione politica; con questo intervento mi soffermerò solo su alcuni punti, quelli che a mio avviso sono i più importanti e sui quali vale la pena - sempre a mio modestissimo parere - di approfondire del documento congressuale.
1) “Alleanza per la Costituzione”
. Naturale per l'ANPI, anche se, vista la complessità delle battaglie che devono essere combattute (vedi i fatti di sabato 9 a Roma ma non solo), hanno bisogno di una risposta unitaria, quanto più larga possibile. Che questa alleanza dunque non tagli fuori settori meno “istituzionali” che comunque, al di là dei metodi e della dialettica, nei fatti sono da sempre protagonisti di lotte oggettivamente antifasciste sui territori ed anche a livello nazionale.
La Costituzione, così stracciata, erosa e calpestata in maniera trasversale (non a caso siamo ancora oggi a chiedere lo scioglimento di partiti fascisti che per Costituzione non sarebbero mai dovuti nascere - e invece Almirante presentò il “Movimento Sociale” alle amministrative romane già nel 1950), può non essere ritenuta sufficiente per arginare certi fenomeni e far applicare i diritti che essa riconoscerebbe, su tutti la casa e il lavoro per tutti. Ciò però non deve essere dirimente per unirsi in battaglie specifiche, agendo il ruolo che l'ANPI stessa si attribuisce quale “casa di tutti gli antifascisti”.
Se mi consentite, stavolta sono bastati 4 giorni dalla grande manifestazione di Roma per arrivare all'ennesima frenata istituzionale sull’effettiva messa al bando, e per giunta di Forza Nuova e non di tutta la galassia (anche Landini parlò di gruppi che si rifacevano al fascismo e che usavano la violenza). È vergognoso.
2) Bene ribadire la questione del confine orientale
(ridotta dalla destra al termine “foibe”). Ce n'è bisogno ovunque poiché le istituzioni locali, nessuna esclusa, hanno raccolto così come è stato confezionato dai promotori di destra, la narrazione che ha portato al “giorno del ricordo”, senza comprendere che ciò avrebbe donato al fascismo coloniale e ai fascisti di oggi un riconoscimento istituzionale di fatto.
È da allora che i fascisti sono tornati nelle piazze con i loro simboli; quello che accade oggi è diretta conseguenza di questa operazione revisionista e pericolosa.
Spiace che anche le nostre amministrazioni antifasciste non riescano ancora a comprenderlo nonostante i fatti, anche se noi abbiamo cercato di farci ascoltare, e continueremo a farlo.
3) L'antifascismo delle istituzioni.
È un concetto generale, che esclude i presenti, ma molto importante da tenere a mente e rilanciare, ciascuno per quanto gli compete, altrimenti non si comprende un lato fondamentale del ruolo culturale che l'ANPI deve avere oggi.
4) Poco più sotto si legge “anche a partire dalle
richieste del documento del 2016 peraltro sostanzialmente inevase
”; ci faremo tutti una riflessione, poiché da allora ad oggi, hanno governato tutti, tutti richiamandosi all'applicazione della Costituzione, inclusi i partiti della cosiddetta sinistra istituzionale. Forse c'è qualcosa che non va.
5) “Lo Stato, le imprese ed i lavoratori
”. Diciamoci la verità; che senso ha - se gli vogliamo dare una visione prospettica e soprattutto pratica - rilanciare l'applicazione degli articoli 41, 42 e 43 sulla funzione sociale dell'impresa privata, smentita nella maniera più totalizzante dalla realtà? Domandare oggi il rispetto dell'art. 41, ad esempio, che recita “l'iniziativa privata è libera e non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale
”, ha un senso o è paradossale? Pensiamo ad esempio all'industria farmaceutica - per dirne una - e al suo impatto sulla sanità mondiale, oppure al profitto sui servizi che regola tutto.
Diciamo che nel 1948 i padri costituenti potevano anche essere illusi sul verificarsi di questa possibilità. Oggi, dopo oltre 70 anni di liberismo e di neoliberismo, dovremmo avere il coraggio di superare questo e altri aspetti inapplicati e scegliere da che parte stare e senza ambiguità, quantomeno sui grandi temi (sanità, cura, assistenza, energia, industria strategica, trasporti). La funzione sociale dell'impresa privata, sostanzialmente a mio avviso, non esiste. Lasciamola allo Stato.
Non mi è piaciuto l'esempio che riduce a soluzione “l'esempio delle migliori tradizioni della borghesia imprenditoriale italiana
”, poiché sono pochissime, parziali e soprattutto una goccia in un mare le cui onde vanno tutte da un'altra parte.
6) Bene indicare fra i beni comuni
l'acqua e i vaccini, ma c'è una contraddizione fra dire che lo Stato (e sono d'accordissimo) deve prendersi cura dei beni comuni, e allo stesso tempo sostenere che la gestione deve affermarsi “tra il pubblico ed il privato”.
7) Impalpabile e fuorviante anche l'auspicio di costruzione di un “rinnovato circuito democratico: un pubblico non statalistico e
un privato liberato dall'individualismo possessivo
”. L'avete mai visto? Si fanno guerre per le risorse naturali.
L'acqua, così come gli atri beni, dev’essere totalmente pubblica, così come i vaccini, i cui brevetti devono essere aboliti facendoli diventare patrimonio di tutti, fruibili a tutta l'umanità a prezzo di costo. Un obiettivo impossibile se in mezzo rimane il profitto.
Su questo mi sono permesso di proporre un Odg che la commissione politica esaminerà.
8) La sanità
. Si dice: “la pandemia ha reso evidenti i limiti della sanità
” e, fra gli altri evidenzia a ragione “il fallimento del modello privatistico”
ma lo collega ad una “situazione di emergenza”
.
Io credo che l'ANPI debba dire chiaramente che il sistema sanitario deve tornare ad essere pubblico, nazionale e che debbano cessare i finanziamenti alle cliniche private.
Anche su questo tema ho proposto un Odg in discussione in commissione.
9) Capitolo “il lavoro e l'occupazione
”. Il contenuto a mio avviso è corretto, ma dovrebbe essere integrato con un riferimento al precariato, che colpisce in maniera particolare le donne e i giovani.
10) Bene aver dedicato un paragrafo all'ambiente e al riscaldamento globale
. Andava approfondito di più, poiché coinvolge direttamente l'ambiente ma anche la povertà e il colonialismo. Auspico che l'ANPI approfondisca, può essere anche un importante gancio per entrare in contatto coi giovani ai quali il documento riserva un ruolo di primo piano in particolare su questo tema.
11) D'altra parte chi di noi ha seguito i lavori della pre-Cop 26 di Milano, non scorderà certo la critica di Greta Thunberg, quel “bla bla bla” che ben rende l'idea di quello che accade, e che non tiene conto dell'urgenza massima d'azione che l'argomento richiede.
12) Nell'ultima parte, quella “organizzativa” vorrei sottolineare il seguente passaggio: nella sezione di Rufina, vista l'eterogeneità di pensiero e di sensibilità
all'interno del direttivo, abbiamo agito nel rispetto reciproco, agendo il principio che fa dell'ANPI la Casa di tutti gli antifascisti, dibattendo ma producendo sempre documenti unitari, senza frazionismi e presentati dal portavoce di turno nel nome di tutta l'Associazione. Posizioni magari sviluppate ulteriormente, approfondite, ma mai in contrasto con quelle nazionali. Il pluralismo nelle associazioni è a mio avviso un valore assoluto.
Siamo contenti che queste dinamiche a volte non facili ma estremamente necessarie, abbiamo contribuito a fare (assieme all'impegno di tutti e in particolare di Morena che non si è risparmiata nel lavoro per l'ANPI in questi 12 anni), abbiano riconosciuto a questa Sezione un lavoro costante e, per quanto possibile, proficuo.
13) Ultimo punto, bene il Coordinamento donne, ma credo sia altrettanto urgente un coordinamento giovani
, indispensabile per migliorare a livello centrale e di conseguenza nelle sezioni, il lavoro e il coinvolgimento delle ragazze e dei ragazzi.
Un lavoro che va migliorato, portandoli ad impegnarsi all'interno degli organismi dirigenti di base, poiché il loro apporto è l'unico che possa davvero garantire un futuro per l'Associazione e per l'antifascismo prima di tutto il resto.
Chiudo augurando un buon lavoro al direttivo che uscirà da questo Congresso, e un grandissimo ringraziamento a coloro che non ne faranno invece più parte.
27 ottobre 2021