Trebaseleghe (Padova)
Lavoratori schiavi a Grafica Veneta
Turni di lavoro di 12 ore, senza ferie. Ai domiciliari l'ad Giorgio Bertan e il direttore dell'area tecnica Giampaolo Pinton
Grafica Veneta ha già annunciato che il problema dei diritti nei subappalti è già superato: “sta provvedendo all’acquisto di nuovi macchinari d’avanguardia che le permetteranno di internalizzare (sic) e automatizzare il lavoro svolto in appalto dai lavoratori della BM services” così da poter risparmiare in manodopera.
Con queste parole il padrone del colosso della stampa dei libri Grafica Veneta, Fabio Franceschi, di Trebaseleghe, in provincia di Padova, ha liquidato a fine agosto la vertenza aperta dai sindacalisti Adl Cobas e Cgil Fiom sui 24 lavoratori pakistani oggetto di violenze e sfruttamento da parte di alcune società che lavorano in subappalto con Grafica Veneta.
L’avvocato giuslavorista Emanuele Spata ha precisato che non sarà assunto nessuno dei 24 lavoratori perché: “La gogna mediatica a cui l’azienda è stata sottoposta in questi giorni ha prodotto dei danni per cui non è pensabile ragionare in termini di assunzioni. Noi oggi dobbiamo pensare alle 370 famiglie che già lavorano in Grafica Veneta rispetto alle quali noi dobbiamo dare prospettive di futuro. Se adesso la pregiudiziale da parte del sindacato è l’assunzione a tempo indeterminato di questi lavoratori, purtroppo questo non consente di continuare la trattativa”.
La vertenza Grafica Veneta è iniziata lo scorso 27 luglio con l’arresto dell’amministratore delegato Giorgio Bertan e il responsabile della sicurezza Giampaolo Pinton di Grafica Veneta insieme a nove caporali di origine pakistana nell'ambito dell'inchiesta sullo sfruttamento del lavoro condotta dalla procura padovana. I provvedimenti restrittivi hanno colpito anche i titolari di una società trentina gestita da due asiatici, accusata di violenze nei confronti dei lavoratori.
Agghiaccianti le testimonianze dei lavoratori contro i loro aguzzini: “Ci hanno legato mani e piedi e presi a calci. Minacciate anche le nostre famiglie”.
Al centro dell'indagine, nata dopo il ritrovamento di un operaio pakistano con le mani legate dietro la schiena, ci sono due caporali italiani di origine pakistana proprietari di BM Services, azienda che si occupa di fornire lavoratori per il confezionamento e il fissaggio di prodotti per l’editoria.
I due caporali hanno sfruttato diversi lavoratori provenienti dal Pakistan che venivano assunti per brevi periodi e costretti a lavorare da Grafica Veneta fino a 12 ore al giorno, senza poter fare pausa per riposare, e in alcuni casi picchiati, legati e derubati di documenti e cellulari se provavano a ribellarsi.
Una decina di giorni dopo il padrone Fabio Franceschi aveva accennato alla possibilità di effettuare qualche decina di nuove assunzioni, in particolare dei pakistani che hanno subito il meccanismo di trattenute in busta paga e di minacce da parte della società B.M. che li aveva assunti, destinandoli poi all’imballaggio di libri.
Grafica Veneta ha sempre detto di avere sborsato circa 22 euro all’ora per gli operai, mentre la Finanza ha accertato che a loro finivano in media 4,5 euro.
3 novembre 2021