No alla regolamentazione fascista dei cortei
Mattarella appoggia le misure fasciste
Il 10 novembre scorso il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha emanato la "Direttiva recante indicazioni sullo svolgimento di manifestazioni di protesta contro le misure sanitarie in atto".
Si tratta di una vergognosa e inaccettabile regolamentazione fascista dei cortei, che prende a pretesto alcune frange estremiste e fasciste del variegato e legittimo movimento No Vax e No Green Pass, che restringe drasticamente i già limitati residui di democrazia borghese rimasti in piedi nel nostro Paese e rappresenta una grave violazione dei diritti fondamentali di dissenso, di libertà di espressione e del diritto di manifestare tutelati dalla (ormai morta e sepolta) Costituzione democratico-borghese del 1948.
La Direttiva è costruita giuridicamente sulla tesi reazionaria e anti istituzionale del cosiddetto "bilanciamento dei diritti": “Il diritto a manifestare va garantito, ma va anche bilanciato con regole che proteggano anche altri diritti come quelli al lavoro, allo studio e alla salute che sono altrettanto fondamentali”, ha dichiarato vergognosamente la Lamorgese all'assemblea dei sindaci dell'Anci.
Il sedicente "bilanciamento" è illegittimo e inaccettabile anche dal punto di vista del diritto borghese, perché i diritti non si "pesano" di volta in volta un tanto al chilo a seconda delle convenienze economiche, politiche e quindi normative della classe dominante borghese, ma semmai si esercitano senza che l'esercizio di alcuni possa ledere gli altri, come vorrebbe l'inquilina del Viminale: “Le attività commerciali sono state messe a dura prova in un momento di ripresa. Non si può pensare che le penalizziamo con tutte queste manifestazioni”.
Ma se vi sono le condizioni sanitarie per lavorare e consumare, sull'altare del rilancio dei profitti e del capitalismo, com'è possibile fare credere che sia "pericoloso" manifestare? L'affollamento degli stadi per le partite di calcio non scandalizza mentre la presenza dei manifestanti nelle strade e nelle piazze sarebbe la causa dell'aggravamento del contagio. Gli hooligan vengono tollerati, mentre chi manifesta in piazza comprometterebbe i profitti dei commercianti.
Ancora una volta la pandemia mostra che non siamo affatto tutti sulla stessa barca, come il PMLI sostiene fin dal primo giorno, il profitto dei padroni è "salutare" e va difeso, manifestare contro il governo e le sue politiche filopadronali e antipopolari va nella direzione di "ledere diritti" (in realtà i profitti dei padroni) ed è dunque da restringere quasi del tutto, per non disturbare la classe dominante borghese, scaricare i costi della crisi sulle masse popolari senza che possano proferire parola e così via.
È proprio il caso di dire, a proposito di bilance: due pesi e due misure, a seconda della classe sociale alla quale si appartiene, si capisce. La Direttiva va proprio in questa direzione, totalmente anti scientifica da un punto di vista del contenimento del virus, assurda e reazionaria giurdicamente e fascistissima politicamente: "Tali manifestazioni, (contro il Green Pass ndr) che sono rappresentative del diritto ad esprimere il dissenso, stanno determinando, tuttavia, elevate criticità sul piano dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché sul libero esercizio di altri diritti, pure garantiti, quali, in particolare, quelli attinenti allo svolgimento delle attività lavorative e alla mobilità dei cittadini, con effetti, peraltro, particolarmente negativi nell’attuale fase di graduale ripresa delle attività sociali ed economiche.
Inoltre, in occasione di tali manifestazioni, si riscontra frequentemente un significativo livello di inosservanza delle disposizioni di prevenzione del contagio, concernenti il divieto di assembramenti, il rispetto del distanziamento fisico e l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con potenziale pericolo di incremento dei contagi e, dunque, per la salute dei cittadini.
Si rende, pertanto, necessario dettare apposite indicazioni affinché lo svolgimento delle manifestazioni in questione avvenga nell’equilibrato contemperamento dei vari diritti e interessi in gioco",
si legge infatti nella Direttiva, che demanda la gestione dell'ordine pubblico al famigerato "Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica" composto da Prefetti, Questori e Sindaci, che dovranno valutare di volta in volta se autorizzare o meno scioperi, manifestazioni ed eventuali luoghi adibiti, ritenuti idonei, e persino il numero dei partecipanti, per tutta la durata dello stato d'emergenza(senza che venga indicato alcun criterio temporale effettivo) "in ragione dell’attuale situazione pandemica
". "Ne discende che, per assicurare la più efficace tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, determinate manifestazioni potranno tenersi esclusivamente nel rispetto di specifiche modalità di carattere restrittivo, per le quali, ad esempio, potrà essere disposto lo svolgimento in forma statica in luogo di quella dinamica
(perché il virus secondo la Lamorgese si accorge delle due divere modalità di manifestare il dissenso e nel primo caso si diffonde meno, peraltro non si capisce come mai questa stupidaggine non varrebbe anche per le attività lavorative e per la mobilità. Siamo al delirio neofascista), ovvero prevista la regolamentazione di percorsi idonei a preservare aree urbane nevralgiche."
E per salvarsi la faccia la Lamorgese inserisce nella Direttiva la dicitura: "atteso che il diritto costituzionalmente garantito di riunirsi e manifestare liberamente in luogo pubblico costituisce espressione fondamentale della vita democratica e come tale va preservato e tutelato.
" Come dire che dopo il danno la beffa è servita.
La verità è che il governo del banchiere massone Draghi, come e peggio del predecessore, il governo Conte 2, prendendo a pretesto l'arrivo della quarta ondata del coronavirus, che viene implicitamente imputata alle masse e a comportamenti "lesivi" e "potenzialmente dannosi", quando semmai responsabili ultimi sono il governo, i padroni e la Ue imperialista, (lo stesso virus è in ultima analisi un prodotto dell'imperialismo e delle sue devastazioni ambientali), per sospendere i diritti costituzionalmente garantiti, reprimere brutalmente ogni forma di dissenso, criminalizzare coloro i quali non intendono legittimamente vaccinarsi e ricorrendo addirittura al licenziamento nei confronti dei lavoratori sprovvisti del Green Pass, (meno male che si vuole tutelare il "diritto al lavoro"!).
La direttiva, com'era inevitabile, sta sollevando indignazione, un vespaio di polemiche e pareri contrari in tutto il Paese, innanzitutto da parte di eminenti giuristi come Gaetano Azzariti, docente di di Diritto costituzionale alla Sapienza di Roma, che parla di 2 ambiguità contenute nella direttiva, la prima: "La limitazione delle aree in cui è consentito manifestare.
L’attuale normativa già prevede che possano essere precluse aree ove sono presenti obiettivi sensibili, come Parlamento, organizzazioni sindacali e di categoria, sedi di partiti e sedi istituzionali. E le violenze di queste settimane possono giustificare un’applicazione rigorosa di questi circoscritti limiti a garanzia dell’ordine pubblico. Non certo dell’intero centro storico, ovvero, come recita la direttiva, di tutte quelle aree “di particolare interesse per l’ordinato svolgimento delle vita della comunità”.
Perché sarebbe come dire che solo nelle piazze in periferia non si corrono rischi di salute o di ordine pubblico.
Dopo lo stop al ddl Zan si sono riunite diecimila persone all’arco della Pace a Milano… Lo si fa presente perché la direttiva fa più volte riferimento alla vis polemica dei no-vax, ma le manifestazioni sono sempre in dissenso!".
La seconda ambiguità aggiunge Azzariti è : "Quella che riguarda i modi con cui si può manifestare. Per assicurare la più efficace tutela dell’ordine e della sicurezza, si scrive che “potrà essere disposto lo svolgimento in forma statica in luogo di quella dinamica, ovvero prevista la regolamentazione dei percorsi idonei a preservare le aree urbane nevralgiche”. Che vuol dire? Se si vuole impedire che i manifestanti possano raggiungere “obiettivi sensibili”, abbiamo detto, è già possibile ora. Se la direttiva vuole limitarsi a ribadirlo e ricordarlo agli organi competenti va bene. Se invece si vuole dare la possibilità di impedire il corteo e autorizzare solo i sit-in, si andrebbe oltre il lecito.
Gli interessi dei commercianti sono rilevanti, ma non possono limitare diritti fondamentali".
Importante la presa di posizione dello storico Tomaso Montanari su "Il Fatto Quotidiano" del 13 novembre, che attacca giustamente Mattarella, autore del golpe bianco che ha portato Draghi a Palazzo Chigi, il quale si è pesantemente scagliato contro il diritto di manifestare, criminalizzando di fatto il dissenso: "Non è pensabile una democrazia che vieti la manifestazione del dissenso di coloro ai quali impone (pure con ottime ragioni) un trattamento sanitario di fatto obbligatorio.Invece è quel che fa il governo Draghi, che non scioglie (come potrebbe e dovrebbe) Forza Nuova, ma applica nel peggiore dei modi le pessime norme repressive dei decreti Salvini...rifugiandosi dietro i contagi...Ma lo stesso capo dello stato ha attaccato con inusitata virulenza le manifestazioni di dissenso, affermando che avrebbero provocato impennate di contagi e che sarebbero "tasselli, più o meno consapevoli, di una intenzione che pone in discussione le basi stesse della nostra convivenza".
Importanti le prese di posizione contrarie alla direttiva da parte dei sindacati di base, mentre è vergognosa l'accettazione entusiastica e pressocché unanime da parte dei sindaci.
Per noi marxisti-leninisti questa direttiva, come già le misure adottate in precedenza, è fascista e inaccettabile perché, come abbiamo già avuto modo di dire può essere usata per mettere fuori legge e colpire il dissenso contro la politica governativa e delle amministrazioni locali in qualunque forma si manifesti nel Paese.
Oggi è diretta contro i no vax e i no green pass, ma è facile, con le stesse motivazioni di salute pubblica, intralcio al lavoro e al commercio, alla circolazione ecc., poterli estendere anche alle lotte sindacali e alle manifestazioni politiche, come già è successo per esempio con il foglio di via contro il sindacalista del SiCobas Edoardo Sorge emesso dalla Questura di Milano per i picchettaggi alla Fedex-TNT di Peschiera Borromeo e alla Zampieri Holding di San Donato Milanese.
Anche perché è stato lo stesso governo Draghi, con la sua decisione antisindacale, autoritaria e senza uguali in Europa, di estendere l'obbligo di green pass a tutti i lavoratori del pubblico e del privato, a trasformare quelle che erano manifestazioni di soli no vax in manifestazioni di massa con forte presenza di lavoratori, anche vaccinati, che esprimono non soltanto la protesta contro l'obbligo di green pass ma più in generale la rabbia sociale che sta montando nel Paese.
Una cosa è il movimento no green pass e un'altra sono le organizzazioni neofasciste che vi si intrufolano, cercano di strumentalizzarlo e di manovrarlo e, come ha giustamente avvertito il comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI.
Il governo Draghi impone un altro giro di vite al divieto di manifestazione: le nuove e più restrittive misure vietano cortei e tollerano al più innocui e formali sit-in, militarizzano le città con l'imposizione di invalicabili “zone rosse” e confinano il dissenso nelle periferie e lontano dai centri sensibili del potere per evitare di disturbare il manovratore e di compromettere i profitti della grande e media borghesia commerciale. Respingiamo con tutte le forze l'infame e fascista Direttiva della Lamorgese, continuiamo a lottare per buttare giù, da sinistra e dalla piazza, il governo del banchiere massone Draghi al servizio del capitalismo, della grande finanza e dell'Ue imperialista, lottando nel contempo per la nazionalizzazione delle industrie farmaceutiche, per la sanità pubblica, gratuita, senza ticket, universale e gestita dai pazienti e dai lavoratori del settore, che prenda in carico i bisogni socio-sanitari delle popolazioni nei loro territori, a partire dall'assistenza e dalla cura, rilanciando con forza la revoca delle licenze sui vaccini presenti e su quelli futuri, e senza dimenticare la necessità di un piano di massicce assunzioni a tempo indeterminato, l'internalizzazione dei precari e l'azzeramento degli appalti nella sanità pubblica.
Lottiamo perché i vaccini e i tamponi siano gratuiti e non obbligatori, chi è restio a vaccinarsi perché ha paura o è ancora indeciso va persuaso a farlo con una paziente opera di chiarimento e di persuasione, non con la forza, i ricatti, le minacce e le sanzioni. In ogni caso deve avere il diritto a tamponi gratuiti per poter lavorare e spostarsi, cosa che non è assicurata dai tamponi “calmierati” a 15 euro che valgono 48 ore.
Soprattutto lottiamo perché non vada perso un solo posto di lavoro per la liberticida misura riguardante l'obbligatorietà del green pass, che può essere anche uno strumento utile in determinate situazioni, come per esempio accedere con meno rischi possibili alle Rsa e agli ospedali, o in circostanze in cui non si possono garantire le primarie misure di sicurezza come il distanziamento, la ventilazione dei locali ecc., ma non deve essere obbligatorio per l'esercizio dei diritti fondamentali, quali quello al lavoro e alla mobilità, e in ogni caso non sono ammissibili sanzioni di alcun genere, tanto meno sui luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università.
Insomma il contenimento della diffusione del Coronavirus non c'entra nulla con questa ennesima misura liberticida del regime neofascista e del suo governo, esso è solo un pretesto funzionale alla ripresa dell'economia capitalistica, al rilancio dei profitti dei padroni e quindi allo scaricamento sulle masse della crisi e dei suoi devastanti effetti economici, lavorativi, sociali, sanitari e ambientali che inevitabilmente portano all'espolosione della lotta di classe, dei conflitti e delle proteste, da qui la necessità del manganello e della repressione del dissenso con la forza.
L'alternativa a tutto questo non può che essere quella della lotta senza quartiere contro questo governo e questo regime, creando un ampio fronte unito di tutte le forze antidraghiane, aprendo una grande discussione sul futuro dell'Italia, per sciogliere le organizzazioni neofasciste, impedire ogni forma di equiparazione tra fascismo e comunismo, respingere con la forza al mittente la richiesta di scioglimento dei partiti con la falce e il martello, in particolare il PMLI, come vorrebbero i criminali fascisti di FdI della Meloni.
Per noi marxisti-leninisti, l'unico vero cambiamento sostanziale dell'Italia, per il bene di tutto il nostro popolo, passa inevitabilmente dalla distruzione dell'ordine sociale esistente e dalla conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato, sulla via dell'Ottobre, che è poi la madre di tutte le questioni.
17 novembre 2021