Dopo quasi 1.000 giorni di lotta ininterrotta
Gli operai Whirlpool occupano il ministero dello Sviluppo economico a Roma
Criticati i ministri Giorgetti e Orlando, assenti e colpevoli
Redazione di Napoli
Non si ferma la lotta degli operai e delle operaie della Whirlpool di Napoli che nella giornata di giovedì 25 novembre, quando hanno appreso che Giorgetti e Orlando non avrebbero partecipato all'incontro che i lavoratori avevano chiesto, hanno occupato il ministero dello Sviluppo economico lasciandolo soltanto nella prima serata mentre un gruppo di lavoratori si è recato sotto Montecitorio.
Dopo l’annuncio dei licenziamenti di centinaia di lavoratori della storica fabbrica di via Argine, spuntava la nuova alternativa di far rivivere lo stabilimento con la cessione definitiva da parte dell’azienda americana; cessione tutt’altro che possibile visto l’improvviso ostracismo dei padroni che con arroganza vorrebbero speculare anche sulla vendita.
Gravissima la scelta del governo Draghi di non partecipare nuovamente al tavolo di trattative, senza dare uno straccio di piano di sviluppo e reindustrializzazione dell’area est di Napoli ormai condannata a rimanere uno spettro. Difatti il comportamento del fascioleghista titolare del dicastero, l’amico della “sinistra” borghese Giancarlo Giorgetti, è eloquente ancorché coerente con la sua assenza negli ultimi incontri con i sindacati e la sola presenza della viceministro Alessandra Todde (M5S); ma stavolta era assente anche lei.
Non mancano le critiche al ministro del Lavoro, Andrea Orlando (PD), che non sta mantenendo gli impegni presi per la “ricollocazione collettiva”, uno dei cinque percorsi previsti del nuovo ammortizzatore della Gol (Garanzia occupabilità lavoratori) con presa in carico finalizzata alla riassunzione, una politica attiva per preparare gli operai alle nuove mansioni che prevederebbe anche un’integrazione al reddito maggiore della cassa integrazione.
La promessa del Consorzio che dovrebbe traghettare l’uscita degli operai e la loro possibile riassunzione è ancora in fase di aspettativa, senza alcuna formalizzazione per una misura che potrebbe garantire la continuità occupazionale ai lavoratori licenziati dalla Whirlpool. In realtà operai ed operaie aspettano anche il progetto di “sviluppo Campania” e reindustrializzazione dell’area con produzione di sedili per bus, batterie e pannelli solari flessibili, garantendo così anche l’assorbimento delle maestranze Whirlpool. Basta promesse, la Whirpool non deve chiudere, nessun lavoratore deve essere licenziato.
1 dicembre 2021