Ennesima morte sul lavoro in provincia di Parma

Ennesima morte sul lavoro in provincia di Parma. Si tratta di un giovane operaio 22enne originario dello Sri Lanka, lavoratore in appalto in un salumificio facente parte del gruppo Simonini di Modena (Real Italy Food Spa), ubicato nel comune di Lesignano de Bagni. L'incidente avvenuto il 16 novembre fa parte di quella lunga e nefasta catena di morti “bianche” che non tende a interrompersi nonostante i "provvedimenti" in materia varati dal governo del banchiere massone Draghi in sintonia con i vertici sindacali. Il giovane è stato schiacciato da un impianto che stava manovrando ed è morto sul colpo.
La realtà, in apparenza avanzata, del settore alimentare in provincia di Parma nasconde ampie zone di sfruttamento del lavoro, come nel comparto della lavorazione delle carni, dove gli appalti e i subappalti avvengono con un impiego sistematico di lavoratori extracomunitari con un basso tasso di sindacalizzazione, con una situazione di precarietà generale diffusa e talmente pressati dal bisogno da accettare i lavori più umilianti e sottopagati. In questo contesto risulta assai precaria o assente la formazione di questi lavoratori sui processi lavorativi, sulla sicurezza e a volte sono impiegati anche in mansioni a loro non competenti. Possiamo dire che in tante realtà i lavoratori extracomunitari degli appalti rappresentano un mondo del lavoro a sé e la logica che domina sembra quella ispirata dal motto salviniano di "prima gli italiani".
La divisione fra i lavoratori nei posti di lavoro è ormai la normalità e la scelta unilaterale dei sindacati confederali di continuare a oltranza la concertazione con il governo del banchiere massone Draghi è quanto di più deleterio per il movimento operaio che avrebbe invece bisogno di ritrovare quell'unità di classe e di lotta anche sul tema delle morti bianche che, dall'inizio dell'anno, hanno segnato una media di circa tre morti al giorno. Un motivo in più per cercare di invertire la rotta del più grande sindacato italiano, la Cgil, che, se continua cosi, è destinata a diventare un sindacato puramente istituzionale e a farne le spese sono i lavoratori super precari, che pagano anche con la vita pur di mantenersi un lavoro senza essere adeguatamente supportati a livello sindacale.
Solo la presa di coscienza dei lavoratori e la loro lotta può fermare lo stillicidio delle morti “bianche”, mentre le misure puramente istituzionali non affrontano il problema alla radice. E alla radice c'è il massimo profitto capitalistico che ha governato le ristrutturazioni industriali degli ultimi trent'anni. E da lì nasce la competizione al ribasso fra i lavoratori in appalto, moderna carne da cannone della guerra di "riduzione dei costi".

 

Alberto Signifredi, simpatizzante di Parma del PMLI

8 dicembre 2021