Intervento di Panzarella a nome del PMLI alla manifestazione No Draghi Day di Firenze
Apriamo una grande discussione sul futuro dell'Italia
Il PMLI ha aderito a questa iniziativa di lotta contro il governo Draghi perché ne condivide le ragioni e perché di fronte all'offensiva antioperaia e antipopolare scatenata dai padroni e dal governo del banchiere massone Draghi che ne regge le sorti e ne cura gli interessi, la mobilitazione indetta dai sindacati confederali risulta a dir poco insufficiente e con obiettivi parziali sul fronte dei licenziamenti, fisco, sanità, scuola, pensioni e trasporti pubblici.
Quella che veniva presentata come “grande riforma fiscale” in realtà ha portato solo dei ritocchi, e non poteva essere altrimenti visto che le risorse che gli sono state dedicate sono solo 8 miliardi di euro, di cui uno riservato al taglio dell'Irap a favore di autonomi e ditte individuali.
Anzi, l'ulteriore riduzione degli scaglioni Irpef, da 5 a 4, avvantaggia il segmento medio-alto (28-50 mila euro), le fasce di reddito che avrebbero più bisogno di un effetto redistributivo (sotto i 28mila euro) vengono completamente ignorate e si assesta un ulteriore colpo alla progressività verso l'alto poiché l'aliquota massima (43%) partirà da 50mila euro, redditi equiparati a quelli milionari magari percepiti da un top manager.
Queste decisioni, sommate a quelle sulle pensioni a partire dall'abolizione di quota 100, hanno alimentato ancor di più il malcontento che regna fra le lavoratrici e i lavoratori che hanno partecipato numerosi alle 9 manifestazioni promosse da Cgil, Cisl e Uil in varie piazze d'Italia sabato 26 novembre per chiedere modifiche alla manovra di bilancio. Ma la “semplice” mobilitazione non basta. Perché i sindacati confederali, al di là dei proclami, stanno continuando a portare avanti la collaborazione con Draghi, chiedono di non essere spettatori e di avere voce in capitolo, ma alla fine si allineano alle decisioni del governo.
Sul tema delle pensioni ad esempio l'iniziativa di Cigl, Cisl e Uil non ha mai riguardato una riforma strutturale del sistema ma si è focalizzata quasi esclusivamente sulle norme per l'accesso alla pensione anticipata, lasciando inalterate quelle che definiscono l'età di pensionamento e il meccanismo automatico alle dinamiche demografiche, senza mettere in discussione il contributivo introdotto dalle controriforme Amato, Dini e Fornero, e accettando che all'uscita “anticipata” corrisponda un taglio della pensione a prescindere dagli anni di lavoro. Se i sindacati confederali concedono ancora tempo e fiducia al governo, i lavoratori hanno esaurito la pazienza e sono già arrabbiati per i licenziamenti, gli aumenti delle bollette e del carburante, il rialzo dell'inflazione, i salari e le pensioni da fame.
Dalle fabbriche e dai luoghi di lavoro, da settori della stessa Cgil, sale con sempre maggiore forza la richiesta di uno sciopero generale generalizzato, per contrastare seriamente la politica del governo del capitalismo, della grande finanza e della UE imperialista guidato da Draghi. Come recitava lo striscione della GKN alla manifestazione di Firenze del 26 novembre: “Se non ora quando?”.
A partire proprio dalla vertenza GKN (che in questo momento rappresenta il fronte di lotta più avanzato su tutto il territorio nazionale contro il governo Draghi e i licenziamenti di massa, contro il PNRR e la finanziaria di lacrime e sangue che ancora una volta distribuisce miliardi alle imprese e lascia a bocca asciutta i lavoratori e le masse popolari), è arrivato il momento di aprire una grande discussione sul futuro dell'Italia all'interno del proletariato e delle sue organizzazioni politiche, sindacali e culturali e fra di esse, che coinvolga tutte le forze politiche, sindacali, sociali antidraghiane, tutte le anticapitaliste e gli anticapitalisti sempre più numerosi e combattivi presenti nella Cgil, nei sindacati di base, nelle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi, nei Centri sociali e nei movimenti di lotta perché rompano col riformismo, il parlamentarismo e il costituzionalismo ed elaborino insieme una piattaforma di lotta comune e decidano insieme le iniziative di lotta da adottare per rispondere colpo su colpo ai padroni e al governo Draghi.
8 dicembre 2021