Comunicato della Cellula isolana del PMLI
Anche ad Ischia si muore sul lavoro e vige un vergognoso sfruttamento dei lavoratori
Incredibile: mentre la stampa internazionale giudica l’Italia il miglior paese dell’anno grazie a Draghi, in realtà, in questa stessa Italia, c’è un morto sul lavoro ogni 48 ore! Nell’Italia di Draghi non si ferma la strage sui posti di lavoro, ma anzi peggiora ogni giorno di più, una vera e propria emergenza nazionale davanti alla quale non si può restare inermi. Questo accade perché il profitto viene prima della salute e della sicurezza di chi lavora.
Una delle ultime vittime, in ordine cronologico, è il cinquantanovenne Domenico Tommasone, caduto, a Forio d’Ischia, dopo un volo di sette metri, mentre stava smontando un montacarichi nell’abitazione di suo genero Domenico Ambrosino, che lo teneva al lavoro in nero e senza alcuna sicurezza. Proprio mentre a Torino morivano altri tre operai, per il crollo di una gru.
La Cellula “Il Sol dell’Avvenir” dell’isola d’Ischia del PMLI, mentre esprime il suo sincero cordoglio alla famiglia, condanna questi veri e propri omicidi, in nome del profitto di pochi, con la complicità di un sistema politico che non fa nulla per prevenire tante morti, pur di non urtare la sensibilità dei padroni di turno e di non violare la loro libertà allo sfruttamento e al profitto ad ogni costo.
È ora di dire basta a questa mattanza in un’Italia dove morire è facile, mentre la tanto invocata "sicurezza sul lavoro" viene in tanti casi, sistematicamente evitata perché considerata un costo dall'"etica capitalista" del massimo profitto.
È inaccettabile che il sindaco di Forio, Del Deo, parli solo di una tragedia occasionale e neghi i casi di omicidi “bianchi” sull’isola dove il controllo capillare sarebbe un deterrente contro l’illegalità! Un atteggiamento squallido, che si accompagna alla scelta degli stessi sindacati che hanno sempre promesso di fermare questo stillicidio ma in realtà hanno fatto ben poco per rimuovere le cause degli incidenti sul lavoro e delle conseguenti morti. Un atteggiamento insopportabile e ipocrita perché anche sull’isola, non solo si muore di lavoro ma si registrano tanti soprusi sul lavoro, con uno sfruttamento disumano dei lavoratori stagionali, condannati ad essere pagati al minimo, costretti a lavorare fino a tredici ore al giorno e a scorgere un barlume di speranza, pur senza dignità, ad ogni condizione ed in nero, proprio nel settore edile che “l’ottimo” banchiere Draghi continua a sostenere con bonus e promesse di dubbi sostegni economici.
I marxisti-leninisti dell’isola d’Ischia ritengono che la solidarietà istituzionale ai parenti delle vittime non basta più. Non si deve più morire di lavoro!
È ora di dire con chiarezza che quanto accade è la conseguenza di un sistema economico e politico che si chiama capitalismo e che i marxisti-leninisti vogliono abbattere per creare una società alternativa, di tipo socialista.
La Cellula “Il Sol dell’Avvenir” dell’isola d’Ischia del PMLI
Ischia, 18 dicembre 2021