Già in soffitta il fantomatico “Patto per Napoli”
De Magistris lascia le casse comunali partenopee con 5 miliardi di debito
I lavoratori: “Mancano carta, toner e riscaldamento”. Manfredi pronto a
privatizzare i servizi
Redazione di Napoli
E’ l’annuncio di qualche settimana fa delle possibili dimissioni del nuovo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, per la mancanza di quei fondi europei che dovevano essere destinati per la città di Napoli e far parte di quel “Patto” che aveva segnato tutta la campagna elettorale. Il novello burattino di Draghi, Conte e De Luca rientrava con la coda fra le gambe dai suoi intenti dimissionari sin dal cospicuo aumento dello stipendio di sindaco e di garanzie circa la corrispondenza di quel denaro che servirebbe a ripianare le casse comunali.
Sono lontani, pertanto, i tempi in cui il neopodestà De Magistris cianciava di avere più poteri presidenzialisti chiedendo un “federalismo municipale” fino a scavalcare a destra la Lega fascista e razzista: risultato? Nella casse comunali c’è un debito di ben 5 miliardi di euro, un ammanco monstre
che se non risanato potrebbe portare alla prematura scomparsa politica della giunta secondo le attuali leggi del regime neofascista. Innanzitutto si dovrebbe bandire un concorso per rinfoltire i posti di lavoro nella pubblica amministrazione e aumentare i servizi per le masse popolari napoletane, atteso che mancano addirittura 8mila lavoratori e lavoratrici che debbono ricoprire i ruoli fondamentali che, dal 2010, mancano, passando dai 12mila e più dipendenti agli attuali 4mila e 500. I servizi che mancano colpiscono le risorse per i bambini disabili, per il trasporto e l’assistenza materiale per i portatori di handicap, la carta e i toner per poter stampare i certificati minimi (si pensi a quelli anagrafici). E ancora: mancano i soldi per tappare le buche che portano Napoli ad essere definita ormai la città con “più buche che strade”, ma anche gli interventi relativi alla manutenzione ambientale: basti vedere il crollo degli alberi che hanno bloccato le strade e prodotto danni nelle giornate di forte pioggia autunnale. Per non parlare della manutenzione ordinaria delle scuole, con classi spesso ai limiti della gestione, soprattutto igienica, con situazioni imbarazzanti nelle scuole alberghiere e nella sporcizia prodotta all’interno dei laboratori. Così sono fermi gli assessorati alle politiche sociali e all’istruzione con una denuncia netta dei due titolari, ossia Luca Trapanese e Mia Filippone, che raccontano la mancanza completa delle risorse: non a caso clamoroso è stato il furto di centinaia di metri di rame che avrebbero garantito la luce e il funzionamento della galleria “4 giornate”, senza che venisse attuato alcun controllo a riguardo.
Il ritardo delle risorse previste per Napoli che dovevano essere contenute nel “Patto per Napoli” ora si trasformano in un altro tristissimo spot, ossia il “Salva Napoli” con un incontro di fine novembre tra il segretario del PD, Enrico Letta, e lo stesso Manfredi che ormai elemosina qualche spiccio da sottrarre al Recovery fund tramite un emendamento ad hoc che garantirebbe però soltanto 600 milioni di euro iniziali da spalmare in tre anni e diretti all’assunzione nella pubblica amministrazione, vista la carenza cronica di servizi. Altrimenti? Altrimenti ci penseranno i pescecani padroni che in una conferenza presso l’Unione industriale napoletana, lo scorso 27 novembre hanno annunciato il loro “aiuto” se Manfredi vuole salvare la sua giunta dal dissesto e da una dipartita anticipata quanto sicura. Insomma “elargire” del denaro privato per dare una piccola boccata d’ossigeno alle casse comunali in attesa del Pnrr governativo, tenendo così in ostaggio la nuova giunta e influenzarla fin dal principio, non senza avere in cambio cospicui interessi sul prestito della cricca padronale. Non è un caso che il burattino Manfredi effettuava numerosi incontri per far fronte al disagio economico delle casse comunali e alla preoccupazione del dissesto e virava fortemente per garantire ai privati i lavori della città, come si è visto per la Galleria “4 giornate” che ha visto la partecipazione di un’azienda privata nel ripristino di una arteria fondamentale per il centro partenopeo.
22 dicembre 2021